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sabato 18 dicembre 2004
di Maria Stella Taccone
Il fantasma dell’Opera
Il film di Schumacher, visivamente bellissimo, manca però di visceralità e della magia del musical

Il leggendario musical di Andrew Lloyd Webber, tratto dal romanzo di Gastone Leroux, diventa un film, ma nel passaggio dal palco allo schermo qualcosa non funziona.
Malgrado un imponente impianto scenico, abiti sontuosi e una protagonista assai gradevole (la giovane semisconosciuta Emmy Russum), il film non riesce a superare la barriera estetica ed a far entrare realmente il pubblico nella storia.
Ma diciamo questo con qualche riserva, ripromettendoci di tornare sull’argomento, dopo aver visto la versione originale della pellicola.

Perché, ahinoi, malgrado la perizia e l’altissimo livello dei doppiatori nostrani, il vero filtro de Il Fantasma dell’Opera - oltre ai troppi flashback che appesantiscono inutilmente la pellicola - è rappresentato proprio dal doppiaggio.
Le grosse difficoltà di sink (ovvero di sincronizzare il cantato col labiale, n.d.r.) lasciano in alcuni passaggi gli attori a bocca aperta, e la scelta di Luca Velletri (Frollo nel fortunato musical firmato da Cocciante, Notre Dame de Paris) come doppiatore del Fantasma/Gerard Butler ha un effetto devastante.
Il povero Butler che canta il suo disperato amore per la musa Christine sembra infatti Fiorello posseduto dal Gobbo.
Questo, insieme alla mancanza di attori di particolare carisma, ad eccezione che nei ruoli secondari (Miranda Richardson è assolutamente perfetta nel panni della melanconica insegnante di danza complice del Fantasma), affossa un po’ la bella messa in scena cinematografica di Joel Schumacher che nel gioco tra passato e presente (ci riferiamo al 1870 e al 1919) ha i suoi momenti più felici e suggestivi.
Straordinaria a tal proposito la sequenza iniziale che vede il teatro liberarsi da polvere e ragnatele per tornare agli antichi fasti.

Se visivamente questo Fantasma dell’Opera ricorda Moulin Rouge, la magia perfetta della pellicola di Luhrmann tuttavia qui non si ripete perché il gusto dell’immagine prende il sopravvento sulla visceralità.

Il risultato è un melò-nero più soporifero che avvolgente, salvato dalle bellissime musiche della colonna sonora, dalla luminosa giovane protagonista (di cui siamo sicuri risentiremo parlare) e dalla regia comunque e sempre elegante di Schumacher.

Si può vedere.

Curiosità:
*
L’applicazione della maschera del Fantasma sul volto di Butler ha richiesto ogni volta quattro ore e mezza di lavoro.
* La protagonista, Emmy Rossum, per un pelo non ha perso la sua grande occasione. Per una riunione di famiglia, stava infatti per mancare il provino.
* Pur essendo un’ottima cantante Minnie Driver non interpreta nella versione originale le canzoni del film. A doppiarla nel cantato è infatti la cantante lirica Margaret Preece, interprete del ruolo di Carlotta nella versione teatrale.

Nelle sale dal 17 dicembre distribuito da 01  


Links correlati
http://www.ilfantasmadellopera.it
http://www.reallyuseful.com/rug/films/phantom

 
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Foto Ufficio Stampa 01

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