San Valentino rosso sangue. In confronto a questo sorprendente Stranger darling, lo strombazzato Babygirl sembra un gioco da ragazzi. Diretto dall’americano JT Mollner, girato interamente in 35 mm., diviso in 6 capitoli scomposti (si comincia dal terzo…) e chiuso da un epilogo truculento, il film ha fatto gridare al capolavoro geniale Stephen King e si diverte a scompaginare schemi narrativi e a sovvertire stereotipi.
Difficile, se non impossibile, scriverne senza fare spoiler. Vi basti sapere che si comincia nell’Oregon, avverte la falsa didascalia che sbeffeggia il true crime, sulla scia dei resoconti della polizia e delle testimonianze delle vittime scampate tra il 2018 e il 2020 ad un serial killer.
Ed ecco la corsa sfrenata di una ragazza ferita e impaurita (la sensazionale Willa Fitgerald) inseguita prima in auto e poi nei campi selvaggi da un feroce e brutale uomo armato (Kyle Gallner).
Dire di più sarebbe una punizione per lo spettatore ma il film di Mollner regala brividi e allucinazioni, adrenalina e mistero (nessun alibi o moralismo in scena).
Sostenuto dalla bella colonna sonora firmata da Z Berg, Stranger darling stravolge le aspettative in una guerra dei sessi feroce e ambigua nella quale l’azione finalmente non fa rima con reazione.
Tra pistole nascoste e ghiacciaie usate come nascondigli, visioni demoniache e colazioni domenicali (non provate a mangiare quello che prepara la coppia hippie formata da Ed Begley Jr. e Barbara Hershey), cocaina e ketamina, si gioca al gatto col topo in un crescendo selvaggio di omicidi e colpi di scena.
Parrucca in testa, voglia di sesso sadomaso e potere su chi decide d’incontrare, la protagonista senza nome del film di Mollner resterà a lungo nella nostra mente.
In sala dal 13 febbraio distribuito da Vertice 360