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lunedì 7 aprile 2025
di Claudio Fontanini
SOTTO LE FOGLIE
Una cronaca amorale alla Simenon nel bel film di Ozon
In un piccolo villaggio della Borgogna un’arzilla e premurosa ottantenne (Hélène Vincent) attende con ansia l’arrivo di figlia (Ludivine Sagner) e adorato nipote da Parigi. La casa da far trovare pulita e ordinata, l’orto da coltivare, i funghi raccolti e poi da cucinare con l’amica e coetanea Marie-Claude (Josiane Balasko) e la prospettiva di una vacanza estiva da trascorrere finalmente insieme
In un piccolo villaggio della Borgogna un’arzilla e premurosa ottantenne (Hélène Vincent) attende con ansia l’arrivo di figlia (Ludivine Sagner) e adorato nipote da Parigi. La casa da far trovare pulita e ordinata, l’orto da coltivare, i funghi raccolti e poi da cucinare con l’amica e coetanea Marie-Claude (Josiane Balasko) e la prospettiva di una vacanza estiva da trascorrere finalmente insieme. 

Ma le cose prendono una piega diversa in Sotto le foglie, il nuovo film di Francois Ozon che dopo lo sfrenato e irresistibile Mon crime ci trasporta stavolta in una cronaca familiare amorale con atmosfere alla Simenon

E sì perché complice quel piatto di quiche aux champignons preparato da nonna Michelle (attenzione, il nipote non mangia i funghi…) quella figlia con divorzio in vista (il marito vorrebbe portare il figlio con se a Dubai) e cellulare sempre in mano si sente male. 

Avvelenamento da funghi: studiato o casuale? Valérie accusa la madre, fa i bagagli e riporta il figlio con se a Parigi tra le lacrime di quella anziana che teme di non rivedere più il nipotino. 

L’uscita dal carcere del figlio di Marie-Claude (sapremo solo che ha fatto delle sciocchezze) sconvolge ulteriormente i già precari equilibri con intese nascoste e desideri inconfessabili a far capolino in questo bel polar rurale che tra ellissi, rimandi e cambi di prospettiva chiama lo spettatore a rispondere a domande equivoche. 

Di più è meglio non rivelare ma tra segreti dal passato e confessioni in punto di morte, chiavi di casa e lavori in nero, fantasmi che si materializzano (viene in mente Sotto la sabbia, capolavoro di onirismo realistico del regista francese) e sensi di colpa, il film di Ozon, qua e là un po’ inverosimile (perché le due amiche ad un certo punto smettono di parlarsi?) mostra rughe e crepe dell’anima di due attrici in stato di grazia chiamate a confrontarsi col tempo che passa e la voglia di non annullarsi. 

E mentre la natura gioca un ruolo essenziale nel film ecco l’ambiguità a farsi manifesto di complessi dilemmi morali e di una sottile linea rossa che lega indissolubilmente il bene dal male. 
Come annuncia la predica iniziale del prete di colore in chiesa durante un funerale che cita Maria Maddalena e i suoi peccati da farsi perdonare per aver donato amore.       
 
 
 


In sala dal 17 aprile distribuito da Bim      


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