L’inizio, un cartone animato stile Looney Tunes, è esplicativo. In Io e la mia ombra Joker affronta il suo doppio, la sua anima oscura, che in seguito l’attesissimo sequel del capolavoro di Todd Phillips del 2019 (2 Oscar e più di un miliardo di dollari al botteghino globale) provvederà a svelare definitivamente.
Dimenticate la carica eversiva e la violenza esibita dell’originale. In questo Joker: Folie à deux, presentato in concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, è l’amore, o almeno la sua possibilità, a farla da padrone.
Musical sentimentale sulla via della redenzione, il nuovo capitolo di Joker (Joaquin Phoenix, chi se non lui) affronta personalità multiple e incontri della vita in un andirivieni di visioni e sogni canori che stemperano non poco la visione d’insieme di un film più contemplativo che provocatorio.
Recluso nel reparto E del manicomio di Arkham e in attesa di essere processato per i crimini commessi come Joker (5 uomini uccisi più uno in diretta tv), Arthur Fleck trascorre in stato catatonico le sue giornate tra le vessazioni dei poliziotti (Brendan Gleeson è il capo delle guardie) e le boccate di vita aspirate nelle innumerevoli sigarette fumate.
Mansueto e scarnificato nel corpo, troverà un improvviso bagliore di luce nello sguardo di Harley Quinn (Lady Gaga), una psicopatica che proviene dal suo stesso quartiere e che ha dato fuoco alla casa dei genitori (o forse no…). Sarà innamoramento a prima vista col corso musicale frequentato insieme e la fuga nel mondo dell’arte (That’s entertainment) come antidoto a quel mondo soffocante.
E così mentre l’avvocato difensore di Arthur (Catherine Keener) punta sulla sua infermità mentale mentre l’accusa chiede la pena di morte, tutta la seconda parte di Joker:Folie à deux porta in scena dentro quell’aula processuale la differenza tra guardare e vedere, Mentre quel martire o mostro decide che è giunta l’ora di difendersi da solo nel tentativo di togliersi di dosso una maschera divenuta ingombrante. Sarà possibile?
Bellissimo il finale, la parte migliore del film, con la società dello spettacolo e la voglia di fama scambiata per amore a reclamare la sua parte e un attentato in nome di chi non vuole esistere più.
Sin troppo ripiegato su se stesso e troppo lungo (2h20’) per ciò che racconta Joker: Folie à deux ragiona sulla decostruzione del mito e sulle origini del male in una dimensione intima e psicologica che diventa programmatica (persino le risate dolenti e isteriche di Arthur/Joker fanno meno effetto stavolta). Colorato e folle solo nei numeri musicali, qua e là melassato e poco sorprendente (ad eccezione del finale) il nuovo film di Todd Phillips diventa così testamento esibito in cerca di eredi. Ricominciamo?
In sala dal 2 ottobre distribuito da Warner Bros.Pictures