Chi ricorda Un amore, il suo bellissimo film del 1999 con Lorenza Indovina e Fabrizio Gifuni che in dodici piani sequenza raccontava un rapporto sentimentale lungo 18 anni, conosce lo stile, il tocco e l’arte del racconto di Gianluca Maria Tavarelli che negli ultimi anni si è dedicato più alla Tv e alle serie (Le cose che restano, Il giovane Montalbano, Maltese e Chiamami ancora amore fino all’ultimo Everybody loves diamonds con un irresistibile Kim Rossi Stuart tanto per citare alcuni lavori) che al cinema dal quale mancava dal 2014 (Una storia sbagliata con la Ragonese e Scianna).
Con Indagine su una storia d’amore- presentato nella selezione ufficiale del 41°Torino Film Festival- il regista torinese, autore anche di soggetto e sceneggiatura, aggiorna con successo il suo manuale affettivo all’epoca della tecnologia e del precariato sociale.
Si comincia con una danza di stelle binarie che si avvicinano e si allontanano in attesa di un bacio cosmico che forse arriverà. E’ la metafora perfetta di una condizione di coppia che sulla Terra si manifesta tra attrazioni e improvvise repulsioni con vista su (im)possibili pacificazioni interiori.
Se poi la coppia in questione (Alessio Vassallo e Barbara Giordano, bravissimi e affiatati) è composta da due attori insoddisfatti e disillusi, si capisce che trovare il bandolo della matassa non sarà facile. Carriere in stallo e vita in comune da 8 anni, per Paolo e Lucia la grande occasione, quella dell’improvvisa notorietà, forse passa dal piccolo schermo.
Alla larga teatro impegnato e titoli indipendenti ecco un reality (Scheletri nell’armadio, un titolo che è tutto un programma) nel quale i due devono raccontare la loro storia di coppia senza filtri.
In un crescendo comico e imbarazzante che non risparmia riflessioni acute sulla nostra quotidianità senza più segreti da difendere, ecco in diretta tradimenti ed episodi scomodi che fanno salire lo share e abbassare l’autostima.
Tanto più che spesso le versioni di Paolo e Lucia non coincidono e scatenano reazioni e risentimenti che coinvolgono persino amici e familiari preoccupati. Ed ecco passare in rassegna lasagne vegane e massaggiatrici cinesi, deficit erettili ed ex pornostar, feste radical chic (a farne le spese è un attonito Kim Rossi Stuart in amichevole partecipazione), favole della buonanotte e suicidi inosservati.
Con sequenze irresistibili (su tutte l’ordinazione delle rose di Paolo con quel biglietto di accompagnamento che fa il verso al Woody Allen di Prendi i soldi e scappa) e ritmo indiavolato alternato a momenti malinconici (La tv oggi si fa coi numeri, non siamo ai tempi di Canzonissima…) Indagine su una storia d’amore mette a nudo ambizioni e voglia di notorietà a tutti i costi in uno spaccato sociale amaro che utilizzando i toni della commedia scava meraviglia sotto la superficie brillante.
La cronaca di un disastro annunciato (come scrive Tavarelli nelle note di regia) che finisce per essere un magnifico trattato sulla visibilità del nostro tempo e su cosa significhi vivere e recitare. Produce Matteo Rovere con Margherita Murolo e Andrea Paris. In un Paese dove regnassero qualità e meritocrazia un film così non dovrebbe uscire il 18 luglio. Chi può non se lo perda.
In sala dal 18 luglio distribuito da Adler