Due inseparabili amici d’infanzia, un piccolo villaggio del Sud della Francia (Le Pouget) e una ragazza che arriva all’improvviso a mettere in pericolo quella relazione che sfida il tempo.
Miglior opera prima César 2024 (dove ha ricevuto 7 nomination) Chien de la casse (Cane dello sfascio) è un magnifico esempio di cinema antropologico che mette in scena il mondo a parte della gioventù rurale, maggioranza invisibile alle prese con giornate da riempire e sogni lontani.
Si conoscono da 15 anni Mirales (Raphael Quenard, rivelazione maschile dell’anno al César 2024) e Dog (Anthony Bayon). Girovagano tra le vie del borgo, ascoltano musica, bevono alcool, giocano a calcio, portano a spasso un cane e condividono un rapporto virile fatto di sudditanza accettata e silenzi complici.
Col primo, nato a Grenoble e più grande, alle prese con una madre depressa e allergico a ogni padrone, mentre il secondo, più sensibile e introverso, pensa alla carriera militare e intanto perde la testa per una bella coetanea appena arrivata da Rennes che studia letterature comparate (Galatea Bellugi).
Tra ricette della carbonara e bugie (Fanno male più a chi le dice che a chi le riceve), cene di compleanno e biglietti della lotteria, confessioni e tradimenti, il film di Jean- Baptiste Durand parla di fedeltà e fratellanza con rigore e grande carica umana.
Merito delle magnifiche interpretazioni del terzetto di giovani attori, di dialoghi scarnificati eppure carichi di problematici sottotesti e di quella noia che confina con la violenza sempre pronta ad esplodere. Mentre follia e saggezza si danno la mano, si cita Montaigne (Tutti i giorni portano verso la morte, l’ultimo ci arriva) e un futuro più luminoso forse è ancora possibile. Nota di merito per la No.Mad Entertainment che distribuisce il film solo in versione originale sottotitolata.
In sala dal 23 maggio distribuito da No.Mad Entertainment