Passione, scoperta ed emozione. Ecco le tre parole guida a fare da rotta alla quindicesima edizione della Festa di Roma in programma all’Auditorium Parco della Musica (ma non solo) dal 15 al 25 ottobre.
Il Festival di Venezia ha fatto da apripista per la stagione della ripartenza e noi vogliamo proseguire con coraggio su questa linea- ha detto Laura Delli Colli, il Presidente della Fondazione Cinema per Roma- lo dobbiamo per rispetto al nostro pubblico e per dare un segnale sul diritto a partecipare alla vita culturale. Siamo consapevoli delle difficoltà che ci attendono e che questa non sarà un’edizione normale ma l’invito è quello di non perdere mai l’entusiasmo e la voglia di combattere questo momento terribile con la forza del grande cinema.
E’ stato un anno drammatico ma noi abbiamo lavorato instancabilmente anche durante il lockdown- ha detto invece Antonio Monda, il Direttore artistico della manifestazione- e se a qualcuno può sembrare poco opportuno il nome Festa di questi tempi, io credo sia invece doveroso rivolgere uno sguardo al futuro con speranza. The show must go on dice il vecchio detto e io sono fiero ed orgoglioso di ciò che possiamo presentare anche quest’anno. A cominciare dal bellissimo manifesto della Festa che ritrae Paul Newman e Sydney Poitier (la foto è stata scattata in occasione delle riprese di Paris Blues di Martin Ritt del 1961 ndr), i due uomini più belli del mondo immortalati in un’immagine che comunica allegria, musicalità e comunione interrazziale. Sempre nell’intento di miscelare alto e basso, film d’autore e cultura popolare senza nessuno steccato ideologico.
E veniamo al programma dettagliato di questa quindicesima edizione che comprende opere provenienti da 26 paesi con 20 prime mondiali e la presenza di ben 17 registe. Cominciamo dall’Italia che- come ha sottolineato Monda in conferenza stampa- punta esclusivamente sulle opere prime scommettendo sulla scoperta di nuovi talenti.
Nella selezione ufficiale- che comprende 24 titoli tra film e documentari- si vedranno Fortuna di Nicolangelo Gelormini con Valeria Golino e Pina Turco e The Shift di Alessandro Tonda mentre tra gli altri titoli sparsi nelle varie sezioni un occhio particolare va a Le Eumenidi di Gipo Fasano (una rilettura di Eschilo trasportato ai Parioli di Roma e girato con soli 9000 euro) e a Maledetta primavera di Elisa Amoruso con la coppia Ramazzotti- Morelli (Riflessi).
Mentre nel doc. Fuori era primavera, Gabriele Salvatores fotografa l’Italia al tempo del lockdown, il film più atteso (almeno dal pubblico) è Mi chiama Francesco Totti, il doc di Alex Infascelli con l’ex capitano giallorosso che sarà anche protagonista (intervistato da Pierfrancesco Favino) di uno dei 14 Incontri ravvicinati (tra gli altri ci saranno quelli con Gianfranco Rosi, coi fratelli D’Innocenzo, Gabriele Mainetti- che presenterà in anteprima 6’ del suo Freaks- i Manetti Bros (anche loro offriranno al pubblico 6’ di Diabolik), Damien Chazelle, Francois Ozon e Werner Herzog).
Seicento spettatori potranno affluire quest’anno sulla parte superiore della Cavea che fungerà da tappeto rosso a distanza mentre i protagonisti calcheranno la passerella sulle note delle musiche del maestro Ennio Morricone.
Tra i film più attesi della selezione ufficiale si segnalano Ammonite di Francis Lee con Kate Winslet protagonista di un amore al femminile nell’Inghilterra del 1840, Des Hommes di Lucas Belvaux con un tris d’assi francese (Gerard Depardieu, Catherine Frot e Jean Pierre Darroussin), Drux del danese Thomas Vintenberg, Ete 85 di Francois Ozon (nel cast Valeria Bruni Tedeschi), Home di Franka Potente con Kathy Bates e Stardust di Gabriel Range sulla vita di David prima che diventasse Bowie.
E poi ancora 5 pre aperture e mostre, duelli cinematografici e restauri (Padre padrone dei fratelli Taviani e In nome della legge di Pietro Germi),retrospettive (su Satyajit Ray considerato uno dei maggiori cineasti della storia della settima arte) ed omaggi (per quello a Fellini ecco La Fellinette, un magnifico e poetico corto di Francesca Fabbri Fellini, la nipote del maestro), i film della vita, gli eventi speciali (Romulus, le prime due puntate delle serie Sky diretta da Matteo Rovere) e i premi alla carriera (a Pete Docter, regista e capo della Pixar che con l’atteso Soul aprirà la Festa e al regista Steve McQueen).
Il film di chiusura è Cosa sarà di Francesco Bruni con Kim Rossi Stuart e oltre all’Auditorium e ai luoghi consacrati della Festa (Maxxi, Casa del cinema, Macro e Palladium) quest’anno la programmazione avverrà in numerosi altri luoghi in tutta la città con particolare attenzione per il distretto Fiume: cinque sale (quella del cinema Europa più le quattro del Savoy) che costituiranno il secondo polo della Festa.
Sarà disponibile inoltre una nuova sala virtuale a capienza limitata attraverso la quale seguire on demand una parte del programma: si tratta della piattaforma Digital RFF15 che sarà on line a partire dal 12 ottobre all’indirizzo https:// digital.romacinemafest.org/.