Un manuale di manipolazione femminile, la storia di un libro segreto da scrivere e un gioco di specchi tra realtà e finzione che scava nell’inconscio delle due magnifiche protagoniste.
Passato fuori concorso lo scorso anno al Festival di Cannes, Quello che non so di lei è il nuovo film di Roman Polanski che ha adattato per il grande schermo- con la collaborazione alla sceneggiatura di Olivier Assayas- Da una storia vera, il romanzo di 500 pagine di Delphine de Vigan (Mondadori).
Scrittrice di successo che ha fatto della storia della sua famiglia un best seller mondiale (qualcuno l’ha accusata di aver strumentalizzato il suo dolore), Delphine (Emmanuelle Seigner) è paralizzata dal blocco creativo. Cosa scrivere e di chi? In soccorso alla pagina bianca da riempire arriva Leila (Eva Green), una giovane e misteriosa ammiratrice comparsa dal nulla eppure capace di conoscerla meglio di chiunque altro.
Ed ecco che a poco a poco quell’incontro fortuito si rivela prezioso (per chi?) con quella seducente ghost writer (titolo originale de L’uomo nell’ombra di Polanski al quale il film sembra rifarsi) che scrive biografie di personaggi famosi (Sono i miei pazienti…) e finisce per piazzarsi in casa della scrittrice alla quale comincia a pianificare la carriera. Tanto più che quelle due donne dimostrano di avere in comune, oltre alle scarpe indossate, anche un doppio suicidio materno. Ma cosa vuole in realtà Leila, che si fa chiamare Elle, e chi sfrutta chi?
Thriller psicologico che gioca sul tema del doppio e sullo scambio dei ruoli, Quello che non so di lei intriga e seduce con una regia avvolgente ed elegante che mette al centro della scena il confronto attoriale tra due attrici in stato di grazia impegnate in una relazione morbosa che rimanda al Misery non deve morire di Rob Reiner nel rapporto vittima-carnefice.
Tra taccuini scomparsi in metrò e lettere anonime, pagine Facebook piene di insulti e pillole di Xanax, libri animati e amiche immaginarie, regali di compleanno e trappole per topi, Polanski fa muovere a meraviglie le sue protagoniste in scenari eleganti eppure poco misteriosi.
Insinuante e promettente nella prima parte, il film di Polanski sconta però una certa prevedibilità che finisce per tradire le attese. Così i colpi di scena latitano e il finale non regala sorprese per questo duello letterario e psicologico al quale manca spessore. Eppure Assayas, suo il meraviglioso Personal shopper- altra storia di comunicazione e immaginario- conosceva assai bene la materia trattata.
Fedelissimo al romanzo dal quale è tratto, Quello che non so di lei si risolve allora in un bel conflitto femminile (il primo nella lunghissima filmografia di Polanski) che resta però più sulla carta che nel cuore.
Nelle sale dal 1 marzo distribuito da 01