Un genitore (uomo) senza nessun amore (presunto) verso i due figli si trascina lungo la pellicola cinese (coprodotta dai francesi) Jiaoyou (Stray Dogs) di Tsai Ming- liang. L’uomo campicchia facendo l’uomo sandwich. I due bambini si arrangiano come possono senza nessuno che li guidi. Non conoscono momenti ludici ma sono due animaletti che cercano di sopravvivere solo per istinto. Non sanno perché siano su questa terra e cosa rappresentino. Due bocche che nessuno sfama. Due voci che nessuno ascolta. Due volti che nessuno guarda. Sembrano invisibili. L’intento del regista cinese è quello di mostrare la disgregazione della famiglia con la possibilità, però, di tornare dall’inferno per rivivere. In fondo, come ha dimostrato Amelio le famiglie, se vogliono, possono sopravvivere a se stesse e ai luoghi comuni. Regia assennata che narra una storia dolente in ogni sua sfumatura.
Sfumature che vengono colte da Gianfranco Rosi in Sacro Gra per raccontare uno dei luoghi italiani più trafficati e che può narrare mille storie. Il Grande Raccordo Anulare che da oltre 50 anni accompagna i romani nei loro spostamenti da una parte all’altra della città. Un luogo che chiude la città in una sorta di muro invisibile e che ne delimita i confini. Confini che ora, però, non sono più così definiti. Un lungo anello stradale con le sue leggende e le sue storie borderline che vanno dal nobile piemontese e di sua figlia laureanda che vivono in un monolocale, al botanico armato di sonde sonore e pozioni chimiche che cerca il rimedio per liberare le palme dalle larve divoratrici; da un principe che vive in un castello assediato dalle palazzine della periferia a un barelliere in servizio sull’autoambulanza del 118 dà soccorso e conforto girando notte e giorno sull’anello autostradale e così via. Uno spaccato di varia umanità per illustrare un mondo sommerso.
Terzo film in concorso è La Jalousie di Philippe Garrel, un omaggio del regista al padre attore Maurice. Un ricordo affettuoso dove la storia vera cambia nella forma (il figlio di Maurice, Philippe, diventa una bambina e altro aspetti ancora) ma non nella sostanza: un atto d’amore senza limiti. Un atto totale di appartenenza ad un’altra persona. Un’appartenenza che porta a gesti estremi. Estremi che toccano il cuore. Il cuore, però, che non viene colpito e può tornare a battere. Grande cinema questo di Garrel che arricchisce l’immaginario di un bel ritratto dell’amore. Un amour fou. Delicato e duro come solo il regista parigino sa essere.
Tra i film fuori concorso si segnalano il curioso Pine Ridge di Anna Eborn, film danese in lingua inglese e lakota e Walesa. Czlowiek Z Nadziei (Walesa. Man Of Hope) di Andrzej Wajda, un bel ritratto sul leader di Solidarność. Nelle altre sezioni spiccano il film kazako Bauyr (Little Brother) di Serik Aprymov; lo svedese Återträffen (The Reunion) di Anna Odell; il film marocchino Traitors di Sean Gullette; Infine una bella carellata di cortometraggi… giornata ricchissima.