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mercoledì 4 settembre 2013
di Mauro Conciatori
L’INTREPIDO E MISCONOSCIUTO POTERE DELLA GUERRA
Dal segretario della difesa statunitense Donald Rumfeld all’Intrepido Albanese di Gianni Amelio
Si avvia verso la fine questa settantesima edizione del festival veneziano ma i film continuano a riservare grandi sorprese e la contesa per il Leone d’Oro è ancora incerta. Noi punteremmo decisi su questo documentario ficcante di Errol Morris, The Unknown Know, su uno dei personaggi più controversi e odiati dal secondo dopoguerra ad oggi: quel Donald Rumsfeld artefice della guerra in Iraq. Ma non solo. Membro del Congresso, consigliere

Si avvia verso la fine questa settantesima edizione del festival veneziano ma i film continuano a riservare grandi sorprese, e la contesa per il Leone d’Oro è ancora incerta. Noi punteremmo decisi su questo documentario ficcante di Errol Morris, The Unknown Know, su uno dei personaggi più controversi e odiati dal secondo dopoguerra ad oggi: quel Donald Rumsfeld artefice della guerra in Iraq. Ma non solo. Membro del Congresso, consigliere di quattro diversi presidenti e per due volte segretario della Difesa. Uno degli uomini più potenti degli ultimi 50 anni di storia americana.

Quell’uomo che aveva coniato la fraseLa vera pace può venire soltanto dalla forza militare”! Parole che si commentano da sole. Che non solo vedeva la guerra come strumento di pace ma che pensava che “il noto ignoto” è quel qualcosa che pensiamo di conoscere ma che non conosciamo. Una definizione usata da Morris per il titolo che può sembrare ermetico ma è molto diretto, e ben puntualizza questo politico capace solo di fare gli interessi di pochi a svantaggio dei tanti. Quindi i soliti noti che gestiscono il potere a discapito delle masse. E in questo documentario avvincente quanto e più di un thriller Rumsfeld viene messo a nudo come poche volte è stato fatto verso un uomo di potere. Un ritratto non solo di un uomo ma di un pensiero convergente che inonda gli Stati Uniti d’America da sempre e ben rappresenta una società guerrafondaia che si crede unica portatrice di verità.

Dalla guerra senza fine alla fierezza dell’intrepido protagonista del film di Gianni Amelio. Intrepido, il titolo della pellicola, si rifà al mitico fumetto che sulle orme di certa cultura mirava all’elogio dell’eroe. Personaggi di fantasia come quello a cui da vita Antonio Albanese. Un uomo che non è un eroe che combatte draghi e cattivi ma che si muove nelle difficoltà della vita quotidiano con cuor leggero e incredibile forza di volontà. Questo è il vero intrepido. Un uomo felice ad onta di ciò che ruota, di brutto e di poco bello, nel tourbillon di tutti i giorni. Un film maestoso nella sua mirabile sincerità e nella sua travolgente semplicità. Con il film di Morris mostra le due facce dell’uomo: quella vergognosa della coercizione e quella del potere del cuore.

Fuori concorso, invece il nuovo film di Patrice Leconte, Une promesse. Il ritratto doloroso di un Europa prima, durante e dopo il primo conflitto mondiale.  Sontuoso nella messa in scena di sentimenti puri e veri. Regia impeccabile e interpretazioni all’altezza (su tutti svetta il mirabile Alan Rickman) per un film non sempre coeso e che a volte zoppica. Harlock è il protagonista di Harlock: Space Pirate (3D) di Aramaki Shinji. Un eroe non eroe che in un mondo folle i batte per la libertà. Un personaggio più che mai attuale. Le femen sono le protagoniste di Ukraina Ne Bordel (Ukraine Is Not A Brothel) di Kitty Green. Testimonianza di donne che si battono per cambiare le cose in un mondo di uomini. Donne coraggiose costrette a subire oltraggi ogni giorno della loro vita. Una non libertà che con condividono. 

Feng Ai (‘Til Madness Do Us Part) di Wang Bing dove in un manicomio vivono cinquanta uomini. Uomini che hanno rari contatti con il mondo esterno, perfino con l’équipe medica. Uomini che condividono la stessa vuota quotidianità. Uomini che hanno un solo fio da scontare: essere “pazzi”… e il mondo esterno li vuole dimenticare.

At Berkeley di Frederick Wiseman mostra una delle università più famose di tutto il mondo e di come tutta la struttura “umana” remi nella stessa direzione per mantenere gli standard qualitativi alti. Un compito, però, che passa per fallimenti e delusioni. Altri aspetti, a volte accantonati, che però sono essenziali per la crescita dell’uomo.
Tra gli altri film, segnaliamo Ti ricordi di Dolly Bell, fulminante film d’esordio di Emir Kusturica del 1981. Qui in versione restaurata. Il film vinse il Leone d’Oro, come miglior opera prima. Da non perdere.


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