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giovedì 29 agosto 2013
di Mauro Conciatori
E ARRIVO’ IL GIORNO DI SCHRADER
Tempo di derive esistenziali al lido: "The Canyons" e "Joe" illuminano Lindsay Lohan e Nicolas Cage
Dall’incontro tra Paul Schrader, l’autore americano più “scrittore” di tutti i tempi, e Bret Easton Ellis, lo scrittore americano contemporaneo più “regista” di tanti altri, che cosa poteva venir fuori se non il caustico e fiammeggiante The Canyons: cinque ragazzi che cercano di vivere, senza limiti, le loro vite nel lussuoso mondo losangelino. Un edonista che manipola tutto e tutti, un’ex modella senza più illusioni che non si lascia lusingare

Dall’incontro tra Paul Schrader, l’autore americano più scrittore di tutti i tempi, e Bret Easton Ellis, lo scrittore americano contemporaneo più regista di tanti altri, che cosa poteva venir fuori se non il caustico e fiammeggiante The Canyons: cinque ragazzi che cercano di vivere, senza limiti, le loro vite nel lussuoso mondo losangelino.
Un edonista che manipola tutto e tutti, una ex modella senza più illusioni che non si lascia lusingare facilmente, un aspirante attore amico che si barcamena nel mondo holywoodiano, un’insegnante di yoga e una ragazza che lavora per l’edonista; tra loro implicazioni e complicazioni sentimentali e sessuali in una sorta di rincorsa ai veri sentimenti dove ognuno brama ciò che non può avere.

Lo sguardo di Schrader, e di Ellis, è quello disincantato e privo di illusioni. Un mondo che non osa più essere un mondo reale, ma si accontenta di apparire per ciò che non è: patina colorata e sbrillucci senza fine. Ma alla fine, il mondo reale regala (in)solide realtà dipanando ogni piccolo pendente umano irrisolto. Alla fine non esiste una sola verità, ne circolano immense, tante quante le derive umane ed esistenziali di uomini e donne, che usano corpi e menti solo per placare le loro insoddisfazioni.

Corpo e sangue pulsante con il classico stile glaciale di Schrader per un film straordinario dove anche Lindsay Lohan brilla per capacità che non si immaginavano lontanamente. O forse risulta tale perché in fondo sembra un ruolo cucito su misura. Nota di merito per la storia produttiva del film girato a bassissimo costo con un budget quasi interamente stanziato tramite il sito web Kickstarter, un crowd funding per progetti creativi che ha sviluppato alcune delle migliori pellicole d’oltreoceano degli ultimi tempi. Un sistema che dovrebbe fornire spunto al cinema italiano, per recuperare un minimo (tanta) di dignità corale.

Se il film (fuori concorso) di Paul Schrader dovrebbe essere il padrone incontrastato della terza giornata lagunare il film sorpresa potrebbe essere Joe (concorso) di David Gordon Green, autore di George Washington, suo folgorante film d’esordio del 2000 (apprezzatissimo e premato al festival di Torino di quell’anno), e di Strafumati (pellicola piacevole ma meno convincente), senza dimenticare gli altri 5 film da lui diretti (andare sul web per vedere la sua filmografia). Con Joe il regista texano si inoltra nei temi a lui cari di violenza, fuga, scontro, amicizia sullo sfondo di una terra selvaggia e poco ospitale. Adattato dal romanzo di Larry Brown il film vive di luci ed ombra grazie ad una regia assennata e puntuale dove risplende Nicolas Cage. Una delle sue migliori interpretazioni di sempre nei panni di Joe Ransom, un uomo in fuga dalle sua rabbia incontrollata. Un film da tenere d’occhio in tema di Leoni.

Joe è l’unico film in concorso del 20 agosto. Fuori concorso segnaliamo Wolf Creek 2, seconda parte di ciò che accade lungo le strade dell’outback australiano. Senza grande entusiasmo la pellicola non dispiace, ma non lascia tracce indelebili lunghe le vie del cinema. Da non perdere invece Algunas chicas (Orizzonti) di Santiago Palavecino, film argentino che indaga nei meandri della depressione e del dolore. Pellicola al femminile dove i fantasmi del passato tornano per celare i fantasmi del presente. Regia asciutta, sobria ma di grande impatto visivo che esalta una storia comune nel suo drammatico incedere.

Infine, l’altro film in concorso, il lunghissimo (quasi tre ore) Die Frau des Polizisten di Philip Gröning, dove si narra una storia in apparenza semplice. Una famiglia composta da uomo, donna e figlioletta. Vivono in una piccola città, in un appartamento. I giorni che passano uguali uno dopo l’altro. Però l’uomo maltratta la moglie. In questo quadro non più idilliaco il ritratto del dolore di questa donna che cerca di salvaguardare dal dolore la figlia. Uno spaccato di vite comuni che diventano straordinarie nei loro grandi drammi quotidiani, e che quando ne veniamo a conoscenza gridiamo allo scandalo. Ma il vero scandalo siamo noi con la nostra parte oscura.

 


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