sabato 19 aprile 2025 ore 11:45   
Torna alla home page
 
Torna la home page Home Page La redazione Agenda Archivio notizie  Contatti 
 Aggiungi a preferiti 
 

Cerca nel sito



 

Mailing list

 Sesso: 
M F
 Età: 

indirizzo email

leggi regolamento


 

 

Realizzazione:
www. Siti.Roma.it

 

Home » Cinema » Anticipazioni  
mercoledì 13 febbraio 2013
di Alessandra Miccinesi
ANNA KARENINA
Folgorante mélo ispirato al romanzo di Lev Tolstoj diretto da Joe Wright su script di Tom Stoppard
Il palco come un circuito per una sfrenata corsa di cavalli stretti al garrese, rumore di zoccoli e fiato, narici spalancate e criniere al vento. Spettacolo della natura ad uso di una platea affollata che diventa arena, dove il pubblico osserva col binocolo la sfida adrenalinica tra i cavalieri in alta uniforme: perché questi ufficiali si stanno giocando qualcosa di più prezioso di una scommessa su chi taglierà per primo il traguardo. Qui c’è in ballo l’onore, che nella Russia imperiale degli zar è il valore che conta di più insieme al buon nome

Il palco come un circuito per una sfrenata corsa di cavalli stretti al garrese, rumore di zoccoli e fiato, narici spalancate e criniere al vento. Spettacolo della natura ad uso di una platea affollata che diventa arena, dove il pubblico osserva col binocolo la sfida adrenalinica tra i cavalieri in alta uniforme: perché questi ufficiali si stanno giocando qualcosa di più prezioso di una scommessa su chi taglierà per primo il traguardo. Qui c’è in ballo l’onore, che nella Russia imperiale degli zar è il valore che conta di più insieme al buon nome, alla posizione sociale, e alla reputazione. Che è e deve restare immacolata. Costi quel che costi.

Quella della corsa allestita sul boccascena del teatro, con la caduta rovinosa del cavallo dal proscenio è, insieme al gran ballo di gala fotografato in un tripudio di pizzi e nastri, lampadari di cristallo e diademi sul capo, luci e ombre, una delle sequenze più lussuose e folgoranti di Anna Karenina, melò diretto da Joe Wright. Film che è insieme una gioia per gli occhi e una delizia per il cuore.

Sono immagini folgoranti. Sequenze che innamorano fatalmente. Visioni d’artista e d’insieme che sbordano dai canoni convenzionali del film in costume: una confezione extra lusso per un’opera che mescola, tradendo virtuosamente ogni regola cinematografica, realtà e finzione, amore e passione, crisi dell’aristocrazia ottocentesca e avvento del pensiero moderno. Il tutto celebrato nell’obiettivo della macchina da presa di Wright all’ombra del gigantesco ed epico romanzo di Lev Tolstoj, capolavoro della letteratura che l’autore di Orgoglio e pregiudizio ed Espiazione rivisita con garbo, personalità e grandissimo mestiere.

Un film dal forte impianto teatrale, girato prevalentemente in interni – tra palcoscenico e quinte teatrali, fondali e stucchi, passando per palchi, corridoi e foyer, dove la fantasia spicca letteralmente il volo, aprendo orizzonti imprevedibili e allargando il proscenio alla sterminata steppa russa, a una brulicante stazione ferroviaria, ad una pista di pattinaggio sul ghiaccio ottocentesca - con voluttuose e abbacinanti incursioni nella realtà, che si traducono in campi di grano e giardini lussureggianti con labirinti di siepi altissime. Quadri di un’esposizione filmica che lasciano a bocca aperta per le suggestioni in grado di suscitare anche nello spettatore più smaliziato.

Il film, presentato in anteprima al 30 Torino Film Festival, come da copione scruta le varie declinazioni dell’amore umano (da quello filiale a quello fraterno, passando per l’amor patrio e la più prosaica carnalità), e punta dritto agli Oscar (last but not least) con la sua corazzata carica di star di primissimo ordine.
Il cast affianca infatti la veterana Keira Knightley (una sensuale e volitiva Karenina, che finirà dilaniata dalla passione) a Jude Law (algido e compassato politico, Karenin), Aaron Taylor-Johnson (conte Vronsky), passando per Olivia Williams, Kelly Macdonald, Domhnall Gleeson, Alicia Vikander e Emily Watson.

A parte le performance senza sbavature che rappresentano il valore inestimabile di una pellicola costruita sull’efficacia del montaggio, firmato Melani Ann Oliver, è la sceneggiatura ad orologeria del premio Oscar Tom Stoppard a fare di questo ennesimo rifacimento di Anna Karenina – l’ultima delle undici versioni è stata diretta nel ’97 da Bernard Rose (prima versione americana ad essere girata in Russia) con Sophie Marceau - una pellicola assolutamente da non perdere, per la sensualità e il gusto sublime per la messa in scena.
La storia, arcinota, è quella che fa scorrere la passione travolgente di due amanti accanto ai binari della Storia, fiume impetuoso destinato a cambiare il suo corso e a travolgere cose, persone, idee.

Passaggio epocale, che vede la grande madre Russia degli imperatori declinare lo sguardo in basso, verso la terra scura. E verso il popolo con la fronte sudata pronto al riscatto, virando per i tormenti di Anna, madre e moglie devota, una donna dal piglio moderno e vibrante, la quale, dall’alto della sua posizione sociale (è sposata a un uomo di governo) sfida le rigide convenzioni dell’epoca e da’ scandalo, in nome dell’amore, sacrificando tutto ciò che possiede – figlio, dignità e onore - per un giovane ufficiale che le fa battere il cuore (“è questo allora l’amore” sussurra Anna tra le braccia di Vronsky).

I due amanti si incontrano per caso alla stazione. Karenina, dopo aver ricevuto una lettera da suo fratello – il dongiovanni Oblonsky (Matthew Macfadyen) – che le chiede di tornare a Mosca per aiutarlo a rimettere a posto i cocci del suo matrimonio con Dolly (Kelly Macdonald) - in treno fa amicizia con la contessa Vronsky (Olivia Williams) la quale le presenta l’affascinante figlio, rampante ufficiale di cavalleria. La scintilla tra i due è immediata, dirompente. E inestinguibile sarà l’incendio di passione, estasi e tormento, desiderio carnale e struggimento che accenderà i due amanti tra scandali e gossip (“tu hai ucciso la mia felicità, mi hai domata, assassino” mormora Anna a un estasiato Vronsky, che ribatte “io sono benedetto”).

Alla passione torrida e dolcissima di Anna per Vronsky fa da contraltare l’amore puro di Kitty per Levin: il primo è “un amore tragico, mentre l’altro è edificante: due archi si incontrano al centro delle loro traiettorie attraverso il cuore umano” fa notare il produttore Paul Webster. “Tutti cerchiamo in qualche modo di imparare ad amare” ribatte saggio Joe Wright senza sbilanciarsi in giudizi o interpretazioni.

Da qualunque prospettiva lo si osservi, infatti, va da sé che la pellicola non offra soluzioni al dilemma amoroso, ma apre una sincera riflessione su una storia d’amore universale, lasciando lo spettatore libero di spaziare con gli occhi persi sulla scena, in una danza di immagini vivide fotografate da Seamus McGarvey, con le suggestive coreografie di Sidi Larbi Cherkaoui, il quale rende ogni gesto, ogni sguardo, ogni sussulto, una coreografia dell’umano sentire. Plauso ai costumi di Jacqueline Durran e alla musica del nostro Dario Marinanelli.

Nelle sale dal 21 febbraio distribuito da UIP

 


Links correlati
http://www.universalpictures.it
 
Segnala a un amico
Vi è piaciuto questo articolo? Avete commenti da fare?
Scrivete alla redazione
 












Foto dall’Ufficio Stampa

Altri articoli di interesse
8-4
Cinema
San Damiano, dall’Inferno di Termini al cinema
di Redazione
12-9
Cinema
IL GRANDE CARRO
di Claudio Fontanini
27-9
Cinema
One Piece:Red in anteprima al Lucca Comics & Games
di Simone Legnante
28-3
Cinema
FULL TIME-AL CENTO PER CENTO
di Claudio Fontanini
17-5
Cinema
UN ALTRO GIRO
di Claudio Fontanini
30-3
Cinema
GENITORI VS INFLUENCER
di Claudio Fontanini
29-12
Cinema
PIECES OF A WOMAN
di Claudio Fontanini

 
© Cinespettacolo.it - Direttore Responsabile: Anna de Martino - Testata in attesa di registrazione al Tribunale di Roma