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lunedì 19 marzo 2012
di Redazione
Gomorra, su il sipario
Il romanzo di Roberto Saviano diventa una pièce teatrale diretta da Mario Gelardi

L’idea che Gomorra potesse mutare dimensione e divenire forma teatrale sembra essere parte del suo destino. Ancora non era uscito il libro che Mario Gelardi e Ivan Castiglione mi chiesero di poter trasformare qualsiasi cosa avessi scritto in forma teatrale. Come se avessero dal primo momento in cui ci eravamo incontrati in mente cosa fare. Come una sorta di necessità. Qualcosa che puoi affrontare solo assecondandoti ad essa". Così Roberto Saviano, autore di Gomorra (Arnoldo Mondadori Editore) opera letteraria così potente e dirompente che, inevitabilmente, dopo la pagina e il grande schermo non poteva non arrivare sulla scena: un approdo naturale, anzi, inevitabile. Lo spettacolo, diretto da Mario Gelardi, debutta al Quirinetta il 22 marzo. Tra gli interpreti - Ivan Castiglione, Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino, Giuseppe Miale di Mauro e Adriano Pantaleo - anche il grande Ernesto Mahieux (Foto n.1).

Carne e sangue, corpi e anime, asfalto e tavole di scena. Tutto si svela in modo inedito, oltre il sipario. Perché? "Il Teatro muta in voce ciò che è parola concede viso, copre con un mantello di carne le parole, senza opprimerle anzi scoprendole dandole epidermide e quindi rendendo storie di un luogo d’ogni luogo, una faccia tutte le facce, e questo è ciò di cui il potere, qualsiasi potere ha più paura” spiega Roberto Saviano, confermando la potenza vivificatrice della scena, vis che nulla toglie né aggiunge alla parola ma la esalta in un simbolismo universale, e la eleva al di là della potenza visiva dei frame cinematografici. 

Come sarà questo spettacolo, dunque, e cosa deve aspettarsi il pubblico? "Nello spettacolo abbiamo creato una struttura che mettesse in contatto tutte le storie e che utilizzasse il personaggio di Roberto Saviano come un collante tra esse - spiega Gelardi - la volontà era quella di dare un carattere ma anche una faccia ai protagonisti del libro. Si parla di carne e sangue e non solo di carta. Gomorra a teatro è come una sventagliata di Kalashnikov, rapida , violenta, che si staglia su un vetro blindato facendo fori più grandi e fori più piccoli. Ma è anche il racconto di una città, di un paese, che ci appare sempre in bilico, come il cantiere quasi abbandonato in cui lo spettacolo è ambientato. Un mondo criminale e selvaggio in cui l’occhio dello scrittore Saviano si pone ad illuminare squarci di vita".

Come si muovono sulla scena i personaggi? "Assalgono lo spettatore in un alternarsi di scene e avvenimenti, sempre imprevedibili - prosegue il regista - attraverso le immagini rarefatte volevamo restituire un simbolismo capace di parlare a tutti, anche ad un pubblico a cui una lingua o un luogo potevano apparire estranei. Lo spettacolo, come il libro, racconta due livelli del crimine, quello più istintivo, animalesco, violento, costituito dal braccio armato della camorra impersonato dai due spacciatori che vogliono fare carriera nel “sistema” Pikachu e Kitkat e quello imprenditoriale, che non si sporca mai le mani direttamente, che coordina a distanza che ha interessi in tutto il mondo, impersonato nelle figure di Mariano e dello Stakeholder, due colletti bianchi del crimine".

Immancabile, poi, la figura di Pasquale, "sarto abilissimo che mette la sua “arte” al servizio di un clan. Il vero e proprio Virgilio dantesco è il personaggio di Saviano, che ci conduce tra le varie storie, che interroga i personaggi, scava nelle dinamiche, si pone come coscienza civile di un paese. Gomorra inizia con un documento inedito rispetto al libro, il discorso che Roberto Saviano fece a Casal di Principe nel settembre del 2006, vero e proprio documento sociale e politico sul crimine organizzato".
Sfiorate le sei milioni di copie, l’universo di Gomorra si riaffaccia alle nostre coscienze, bucando la quarta parete teatrale col solo e unico scopo - come ammettono regista e attori - di andare oltre la pagina scritta e di creare uno spettacolo ’altro’ indipendente dall’opera originale senza però tradirne né le atmosfere né la radice. Da non perdere. Repliche dal 22 al 25 marzo e dal 30 marzo al 1 aprile 
                                                                     

Teatro Quirinetta, v. Marco Minghetti, 5 (Roma)

Orario: da giovedì a sabato h 21.15; domenica h 17.15

Botteghino: 06/6794585

Info: 0669924847

Prezzi: intero €25.00 ridotto; €20.00


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http://www.teatroquirinetta.it
 
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