Alice che è dentro tutti noi: “Alice come qualcosa che appartiene a tutti se solo sappiamo cercare. E noi da tempo la cerchiamo e lavoriamo a quest’idea. Anzi il pensiero di Alice c’era già nel nostro spettacolo Momix Forever, per la verità ci è venuta dal calendario Pirelli. Infatti il tema dell’anno scorso era ’Alice nel paese delle meraviglie’, la Pirelli ci chiamò a New York per fare un po’ di entertainment in occasione del lancio del calendario, e così abbiamo iniziato a confrontarci su questo tema e a ragionarci”.
Così Moses Pendelton è arrivato con i suoi Momix all’Alice di Lewis Carroll e ad Alice il suo nuovo spettacolo. Uno show in cui l’immagine è caleidoscopica e la logica è assurda.
Di più: uno spettacolo in cui la fusione tra corpi e luci, danza e scenografia sarà totale, inscindibile, travolgente.
Parola di Moses Pendelton, indefesso creatore dei Momix e, più che mai, indefesso creatore di mondi sul palcoscenico. Mondi a se stanti, unici, autonomi.
Sarà così anche per Alice, dal 20 febbraio in prima mondiale per l’ Accademia Filarmonica Romana in scena al Teatro Olimpico, prima tappa della tournée italiana.
Sarà “un invito alla sovversione”. Che cosa significa?
“Che sarà un’Alice che invita a inventare,fantasticare,sconvolgere la nostra percezione del mondo, azzardare, lanciarsi in ciò che sembra impossibile. Un’Alice che mi fatto sentire molto vicino a Carroll che,come i Momix, creava mondi alternativi pieni di personaggi stravaganti”
Da che tipo di ispirazione siete partiti?“Dal desiderio di tradurre e non di illustrare. Soprattutto ci siamo ispirati alle illustrazioni che Tenniel ha realizzato per la fiaba Carroll, credo che la fortuna che Alice ha avuto nel tempo dipenda molto dalle sue illustrazioni, le considero molto importanti. Del resto se guardate alcune illustrazioni che Salvator Dalì ha realizzato per Alice (ha illustrato 12 capitoli della fiaba), con difficoltà capireste che si riferiscono ad Alice nel Paese delle Meraviglie e questo perché le impressioni degli artisti sono infinite, così come sono quelle dei Momix. Noi ci siamo voluti ispirare all’elemento dell’assurdo, del non sense, e chissà, forse gli affezionati di Alice di Carroll potrebbero anche offendersi nel non riconoscere nel nostro lavoro certi episodi della fiaba. Ma in realtà abbiamo fatto un lungo lavoro con la nostra coscienza per dare vita a una atmosfera onirica che caratterizza il nostro spettacolo, per andare ancora più in profondità, fin dentro la tana del coniglio”
Allora che cosa vedremo sul palcoscenico?“Il palcoscenico sarà la mia tana del coniglio perché per noi la Tana del coniglio rappresenta un andare verso lo sconosciuto. E non c’è alcuna garanzia che questo luogo sconosciuto possa essere piacevole, però dobbiamo farlo perché un giorno potremmo avere il rimorso di non esserci lanciati verso questa luogo.
Del resto la sorpresa si addice ai Momix...
“S
ì,perché anche noi non sappiamo mai bene cosa accadrà sul palco quando iniziamo a provare e la maggior parte delle cose le costruiamo strada facendo. Sorprendono gli altri ma anche noi stessi”
Allora che Alice apparirà davanti allo spettatore?
“Lo spettatore sarà immerso in un’atmosfera onirica e vedremo il corpo di Alice ingrandirsi, restringersi,poi riallungarsi e il tutto attraverso i corpi dei ballerini e attraverso oggetti vari. Abbiamo dall’inizio quattro ballerine con i vestiti di Alice che man mano creano un’Alice che non esisteva a priori. Per il resto non so dire esattamente cosa sia questo spettacolo, semplicemente abbiamo voluto fare qualcosa di interessante.
Quando siamo entrati in sala prove, io, Cynthia Quinn, condirettore dello spettacolo e mia moglie e i 7 ballerini-attori dello spettacolo, le cose hanno preso forma in maniera inconscia. Ricordo i ballerini che stavano lavorando con delle grandi palle azzurre (quelle che si usano abitualmente in palestra), e sia io sia Cynthia abbiamo iniziato ad osservare, mentre i ballerini si muovevano in maniera ritmica, che queste prendevano la forma di un gigantesco bruco azzurro... Non siamo partiti con l’idea di fare la danza del bruco, piuttosto è il bruco che venuto verso di noi! E’ questo lo spirito dei Momix!
Un’altra idea l’abbiamo presa dai tessuti elasticizzati su cui proiettare immagini di natura selvatica per creare una atmosfera onirica che non doveva “illustrare” Alice, ma in qualche modo essendo onirica doveva “diventare” Alice. Questo illustra la fantasia dei Momix, delle creature umane che diventano immagini di creature non umane. Così come Tenniel ha fatto le sue illustrazioni, così anche i Momix hanno creato le loro illustrazioni“
E come avete lavorato sulla musica?“
Ho passato moltissimo tempo della creazione con indosso le cuffie per creare una colonna sonora di 90 minuti, non puoi pensare che il pubblico veda una idea dello spettacolo senza la musica. Ci sono stati moltissimi compositori che si sono ispirati ad Alice,
la nostra musica è compilation di vari autori,alcuni conosciuti, altri meno conosciuti, con anche degli effetti sonori. E ci sono anche vari tipi di musica, alcune sono molto luminose, piene di luci, stile Walt Disney altre sono piuttosto dark, come un’
Alice alla
Tim Burton.
Anzi posso dire che spesso è stata la musica ad ispirare le nostre creazioni sul palcoscenico. Nella nostra colonna sonora abbiamo messo diverse ‘impressioni’ musicali,
comprese composizioni degli anni Cinquanta
e ci sono brani che vengono usati due volte, ma trasformati: la prima volta magari più dolce, la seconda volta più ‘pazza”.
E, insomma, non ci resta che entrare nella tana del coniglio.