Amori, passioni e tradimenti nell’Italia dei primi del ‘900, con un’eroina anticonformista il cui nome, forse non casualmente, evoca quello di un’altra eroina - quella cinematografica, per intenderci - magari più famosa, ma altrettanto emancipata e ribelle. E questa sera va in onda la prima delle sette puntate di questa fiction in costume. Una coproduzione di Cattleya con la regia di Gianni Lepre.
Comincia a Genova nel 1896 la storia della giovane erede degli Andrei, facoltosa stirpe di industriali, Rossella (Gabriella Pession) è bella, ingenua ed innamorata ma non, come auspicherebbe la famiglia, del rampollo di una ricca casata bensì di Giuliano Sallustio (Giuseppe Zeno), giornalista povero e ambizioso. A nulla vale l’opposizione del padre Pietro (Fabio Sartor) e la corte discreta del conte Riccardo Valeri (Danilo Brugia) valente medico impegnato nella ricerca; Rossella, decisa a seguire il suo cuore, sposa Giuliano ed ha una figlia da lui.
Ma le cose non vanno bene: Giuliano abbandona via via qualunque scrupolo ed etica per ottenere facili guadagni e trascura Rossella che non vuole seguirlo sulla strada del successo a tutti i costi. La ragazza conoscerà così l’abbandono ma anche la miseria e le difficoltà, innumerevoli, di una donna costretta ad affrontare la vita da sola.
Oscuri delitti, ingiuste ed infamanti accuse, padri che ripudiano le figlie, madri credute morte chiuse in convento ad espiare le loro colpe e persino l’Africa di Menelik a ricordare le brame coloniali e la fascinazione per l’esotico del tempo, tutto si sviluppa secondo i canoni più classici del romanzo d’appendice. Ma in fondo il bello di queste storie è proprio che si ha esattamente quanto aspettarsi.
“Rossella mi somiglia - dice la Pession che canta anche la sigla scritta per lei da Pino Donaggio, autore delle musiche - per il suo anticonformismo, per la coerenza, il rispetto di se stessa ed il coraggio di dire sempre ciò che pensa. È un personaggio interessante da interpretare perché si evolve in maniera profonda, da donna timida si scopre essere forte e ribelle con una grande pulsione verso la libertà di pensiero ed il sapere. Sembrerebbe un po’ maschile in questa sua forza eppure è femminile, mi ricorda le donne del Dolce Stil Novo piene di pudore e mistero, senza scollature procaci ma sensuali e seducenti”.
Come ogni eroina che si rispetti anche Rossella ha la sua antagonista in Sophie la moglie poco amata del conte Valeri, interpretata da Francesca Cavallin.
“Non è cattiva - dice l’attrice del suo personaggio - ma vive un amore non corrisposto e questo l’ha resa amara e vendicativa fino all’autolesionismo. Una ’femme fatale’ con i colori del dramma destinata a finire tragicamente. Ricca di contraddizioni, malata d’amore, imprigionata nel ruolo che la società assegnava allora alle donne, Sophie è a modo suo una ribelle ma, a differenza di Rossella, cerca il suo riscatto nella vendetta”.
Ma se, come dice il direttore di Rai Fiction Fabrizio Del Noce, "questa è una storia al femminile", merita una citazione a parte Monica Guerritore che interpreta Olimpia, la madre fedifraga di Rossella. La sua apparizione sullo schermo è una luce in più che riesce a dare calore alla storia e verità al suo personaggio. Le altre presenza femminili sono Elvira, la domestica /balia di Anna Melato, Paolina (Teresa Saponangelo) sorella di Rossella e Lucia un povera fanciulla vittima delle macchinazioni di Giuliano, interpretata da Lucia Lavia figlia della Guerritore e Gabriele Lavia.
E gli uomini? Fanno da sfondo ma anche da pretesto. Dall’ambiguo Giuliano di Giuseppe Zeno (“personaggio ricco di sfaccettature, un orgasmo totale” ci dice) in un altro ruolo di cattivissimo dopo il boss malavitoso di Gente di Mare, all’intellettuale medico di Danilo Brugia che, al suo primo ruolo da protagonista, rivendica il valore della sua precedente esperienza nelle soap opera.
Gli altri: Toni Bertorelli, l’implacabile zio di Rossella, Ugo Dighiero, Giovanni Guidelli, Giulio Forges Davanzati e Gabriele Bocciarelli.