Trent’anni di storia italiana attraverso la vita di una donna coraggiosa e forte. Diretta da Ricky Tognazzi si chiama Mia Madre questa miniserie di RaiUno in onda domenica 14 e martedì 16 in prima serata. Ed è la prima in Rai per il l’attore/regista, che ha preso in mano un soggetto lasciato nel cassetto per difficoltà produttive e che vede ora la luce con la sceneggiatura di Andrea Purgatori, Laura Ippoliti e dello stesso Tognazzi.
Tutto ruota intorno a Nunzia (l’attrice Bianca Guaccero) e alla sua vita dai 18 ai 50 anni dov’è figlia, moglie e madre in un’Italia che cambia, in una società che da contadina diventa industriale. Il fenomeno delle migrazioni interne ed il mondo operaio, le nascita delle grandi fabbriche del Nord e le difficoltà di integrazione in “una storia che ricorda Rocco e i suoi fratelli di Visconti - dice il direttore di RaiFiction, Del Noce - dove dolcezza e violenza familiare si incontrano. E poi la vita di fabbrica, la nascita dei sindacati, le lotte operaie e la piaga delle morti bianche che già c’erano e che sfortunatamente ci sono ancora”.
“Una storia tutta al femminile; per me che ho sempre raccontato storie di uomini, figli e padri, un’esperienza nuova, dice invece Tognazzi. Donne come Nunzia sono quelle che hanno fatto grande questo Paese. Padrone e artefici del destino delle famiglie italiane pur restando nell’ombra a costruire solidità e il tessuto sociale del Paese anche in condizioni difficili”.
Come quelle che molte famiglie del Sud affrontarono tra gli anni 50 e 60 quando ‘andare al Nord’ spesso significava l’unica speranza di un lavoro e di una vita dignitosa.
“Bianca (Guaccero) ha interpretato questa madre generosa e coraggiosa, dotata di uno straordinario spirito di libertà - prosegue Tognazzi - che da sola cresce tre figli”.
Ed è proprio uno di loro Giuseppe (Marco Iermanò) la voce narrante di questa storia tutta Made in Italy. Girata in Italia, con attori e maestranze italiane, non si è badato a spese per le location e la cura nei particolari che devono aiutare lo spettatore ad immergersi in una realtà ormai lontana nel tempo.
Tratta da un racconto di Antonio Desiati, Mia Madre ha il sapore del romanzo popolare. Alla protagonista, bella e impavida, non sono risparmiati dolori, difficoltà, ingiustizie e prove d’ogni genere. Dalla morte dell’amato padre a cui segue quella del marito Uccio (Marco Cocci) bracciante con problemi ai polmoni che perirà vittima di un macchinario difettoso in quella fabbrica torinese che avrebbe dovuto assicurargli un futuro migliore. Ma non è finita, Nunzia dovrà affrontare la difficoltà di essere donna in un mondo che vede ancora con sospetto l’emancipazione femminile ed i suoi tre figli Giuseppe, Giacomo e Lucia (gli attori Primo Reggiani e Rosa Diletta Rossi) cresciuti a prezzo di grandi sacrifici, una volta adulti rischieranno di perdersi in una società, quella degli anni 80, dove fanno la loro comparsa la droga, la violenza, lo sfrenato edonismo, il miraggio di soldi facili e di una vita di lustrini e paillettes.
Per fortuna c’è l’amore e Nunzia lo troverà ancora una volta in Mario un sindacalista interpretato da Francesco Venditti.
“Fortunatamente è un po’ che non mi fanno fare il criminale - scherza l’attore. Mario, il mio personaggio, ha detto no a tutto, all’amore, ad una vita normale, ad una famiglia in nome di un ideale più alto. La sua lotta in difesa degli operai è tutto il suo mondo finché non scopre che anche lui ha bisogno d’amore”.
“Travolta dall’onda delle emozioni” si dice Bianca Guaccero alla quale abbiamo chiesto della sua prova d’attrice con un personaggio complesso anche per le tante età che attraversa.
“La scelta è stata quella di non eccedere con il trucco. Il volto non è segnato, i capelli non sono ingrigiti. La maturità di Nunzia non è nelle rughe ma in una serenità ed in una consapevolezza che cerco di esprimere con i gesti e la voce”.
Dopo il successo di Capri e l’impegnativo ruolo in Mia Madre, Bianca Guaccero si appresta ad essere protagonista in Questi Fantasmi di Eduardo De Filippo al fianco di Massimo Ranieri.
“Penso che lui (Ranieri) abbia avuto coraggio a riportare il teatro in tv ed io sono orgogliosa di far parte di questa operazione artistica e culturale”. Ma non manca una nota polemica su una certa televisione: “Sarebbe bene - dice - che chi fa spettacolo si occupasse di spettacolo e non di omicidi”.