Un po’ Romeo e Giulietta e un po’ Romanzo Criminale la nuova fiction Mediaset Le due facce dell’Amore. Sei puntate in onda su Canale5 a partire da questa sera in prima serata. Figlia di una serie colombiana di grande successo Sin tetas no hay paraiso (a sua volta tratta dal best seller omonimo di Gustavo Bolivar) la versione italiana della fiction pone l’accento sulla storia d’amore tra Caterina (l’attrice argentina Nathalie Rapti Gomez) bella ed ingenua ragazza di buona famiglia e Alessandro (Daniele Liotti) detto Il Duca, potente boss della malavita romana. Un amore impossibile, l’incontro tragico tra due mondi opposti che la passione vorrebbe uniti e che le circostanze dividono. Sullo sfondo, una Roma dove si intrecciano gli affari delle grandi organizzazioni criminali, una malavita violenta, il traffico della droga e la prostituzione.

“Abbiamo voglia di storie come questa, che è una storia d’amore ed il pubblico ce le chiede. Per questo pur avendo acquistato il format all’estero abbiamo riadattato la sceneggiatura perché sia più vicina al gusto ed alle atmosfere italiane. Io la vedo come una storia d’amore contrastato, un remake di Romeo e Giulietta”. Così Giancarlo Scheri direttore della fiction Mediaset che ricorda il successo che la serie ha avuto sia in Sud America che in Spagna dove va in onda da tre anni. Serie per la quale, curiosamente, era stato contattato proprio Daniele Liotti che ha dovuto scegliere tra la proposta spagnola e quella italiana.
“Naturalmente ho scelto l’Italia, dice l’attore, e questo ruolo finalmente da cattivo dopo aver interpretato preti, santi e impotenti. Il Duca è un delinquente con un passato oscuro ed una storia personale difficile che lo portano a cercare un riscatto, prima nella criminalità e poi, quando lo incontra, nel vero amore”.

Il vero amore si chiama Caterina e l’attrice Nathalie Rapti Gomez che la interpreta non riesce a trattenere le lacrime quando parla del suo personaggio: “mi ha fatto soffrire più di qualunque uomo! Caterina è il simbolo dell’ingenuità e della purezza che non esita a mettere in gioco se stessa per l’uomo che ama e che vorrebbe salvare da una vita nella quale lui è destinato a perdersi. Per Il Duca invece, lei perde se stessa e tutti i suoi principi fino all’autodistruzione".

A creare problemi alla coppia di innamorati c’è anche Diego Torre (Lorenzo Flaherty) integerrimo e determinato ispettore di polizia che della distruzione del Duca ha fatto la sua ragione di vita, soprattutto perché lo ritiene responsabile della morte di Elisabetta, una ragazza della quale è stato innamorato.
“Torre è un uomo che vive delle sue ossessioni - spiega Flaherty - la prima è prendere Il Duca, ma ha molti altri problemi. È un ossessivo compulsivo, un solitario pieno di manie, anche lui in cerca di un riscatto da una vita fatta solo di lavoro”.

L’altra protagonista femminile è Lola Ponce felice di aver interpretato Jessica, una ragazza senza scrupoli né morale, “così diversa da me che ho dovuto studiare molto per renderla credibile sullo schermo. Mi sono ispirata a quelle donne, e ne ho conosciute parecchie, che se hanno un obiettivo non si fermano davanti a niente e nessuno pur di raggiungerlo”.

Girato prevalentemente in Argentina Le due facce dell’Amore  ha richiesto 18 settimane di riprese, 100 attori (molti argentini), 150 location e 1500 generici, oltre ad un grande lavoro di riadattamento e scrittura affidata a Francesco Balletta, Luca Biglione, Mario Cristiani, e Valeria Giasi mentre la regia è di Monica Vullo (le prime tre puntate) e Maurizio Simonetti.
Dopo aver visto la prima puntata, però, ci si chiede cosa sia rimasto della storia originale dove una ragazzina di 14 anni si rifà il seno per essere più appetibile (da qui il titolo più che esplicativo del libro e della serie tv) ed entrare in un giro di narcotrafficanti. Ben poco a quanto pare, ed allora perché acquistare il format?

“Non è la prima volta che acquistiamo format di successo se pensiamo che possano piacere (benché riadattati come in questo caso) al pubblico italiano - risponde Scheri - al quale comunque offriamo anche fiction su soggetti originali. L’ultimo è stato Il Peccato e la Vergogna ma ce ne sono già altri in cantiere. Quanto al girare all’estero tengo a precisare che su 230 ore di fiction prodotta solo 10 sono state girate fuori dall’Italia e questo perché siamo determinati a mantenere ‘in casa’ la produzione, non solo perché qui abbiamo maestranze eccellenti, ma anche perché vogliamo che le nostre storie rappresentino i volti, le piazze le atmosfere del nostro Paese. Altro discorso i costi. Il mercato deve capire che in Italia la fiction sta invecchiando mentre negli Stati Uniti ad esempio tutti girano in HD”.

La serie è prodotto da R.T.I. e realizzato da Roberto Sessa per FremantleMedia S.p.A.