E’ il primo, grande giallo della storia dell’umanità, la più importante indagine poliziesca dell’antichità. Remake del film omonimo di Damiano Damiani (1986) Raiuno manda in onda la fiction in due puntate (lunedì e martedì in prima serata) diretta da Giulio Base (che compare anche come attore nella parte di Lazzaro) e interpretata da Daniele Liotti nel ruolo che è stato di Keith Carradine. Nato da un’idea di Ennio Flaiano e Suso Cecchi d’Amico il soggetto è stato ‘rivisto’ da Valerio Massimo Manfredi, noto storico ed archeologo nonché autore di libri e trasmissioni televisive di successo, mentre la sceneggiatura è di Andrea Porporati, già sceneggiatore de La Piovra.
Dopo la morte in croce di Gesù un ufficiale romano, Tito Valerio Tauro, viene inviato in Giudea dall’Imperatore Tiberio per indagare sui motivi della condanna e, soprattutto, sulle voci di resurrezione del Nazzareno.
“Non è affatto improbabile che ciò sia veramente accaduto - dice Manfredi - esiste uno scritto di Tertulliano che dimostrerebbe il grande interesse di Tiberio alla figura di Gesù tanto da proporre al senato la liberalizzazione del culto”.
Il senato, però, respinse la proposta e questo, sempre secondo Tertulliano, diede il via libera alle persecuzioni. Resta comunque il fascino di una vicenda straordinaria che coniuga Fede e Storia con il genere poliziesco.
Su ordine del suo Imperatore (Max Von Sydow), Valerio Tauro (Daniele Liotti) si reca in una delle province più turbolente del vastissimo impero romano, la Giudea, per indagare sulla morte di Gesù. Cerca prima informazioni dai potenti del luogo, come il governatore Ponzio Pilato (Hristo Shopov) e Caifa il gran sacerdote. Poi si rende conto che questi non fanno che ostacolare le sue indagini e che le uniche vere notizie su Gesù potranno dargliele solo coloro che con lui hanno vissuto e che ora continuano a predicare in suo nome. Ad aiutarlo nelle sue ricerche una giovane donna, Tabithà (Monica Cruz), che pur non avendo conosciuto Gesù è stata conquistata dal suo messaggio d’amore e di pace. Tauro incontra Lazzaro, Maria Maddalena (Ornella Muti), Simon Pietro (Enrico Lo Verso) e Maria (Pia Calzone), la Madre di Gesù, mentre lo scetticismo che domina la mente del soldato romano comincia a vacillare. Merito anche dell’amore che Tauro prova per Tabithà alla quale chiede di sposarlo. Ma un atto violento del padre della ragazza dedito all’alcool la riduce in fin di vita. Ora solo un miracolo la potrà salvare.
La pellicola vanta un cast d’eccezione, di cui fanno parte, oltre ai già citati, anche tra gli Giuliano Gemma, Franco Nero, e la partecipazione di Dolph Lundgren (l’Ivan Drago di Rocky IV), Christo Jivkov (protagonista dell’ultimo film di Saverio Costanzo In memoria di me) e il premio Oscar F. Murray Abraham (nel ruolo di Nathan), oltre ad Anna Kanakis che interpreta Claudia Procula e Vincenzo Bocciarelli nel ruolo di Caligola.
Prodotta da Rai Fiction e dalla IIF di Fulvio Lucisano (produttore a suo tempo anche del film di Damiani) la fiction ha una versione cinematografica (120 minuti invece dei 100 di quella televisiva) che uscirà il 4 aprile nelle sale spagnole e il 6 aprile in 600 copie negli Stati Uniti distribuita dalla Fox con il titolo The Final Inquiry; mentre il 20 febbraio scorso L’Inchiesta (The Inquiry) è stata presentata in anteprima all’Italian Film Festival a Los Angeles, riscuotendo un ampio successo di pubblico e critica.
Ed è anche per questo motivo - oltre che per il cast internazionale - che il film è stato girato (in Tunisia e Bulgaria) in presa diretta in inglese.
“Ho dovuto studiare molto per imparare bene l’inglese - racconta il protagonista Daniele Liotti - ma questo personaggio ha richiesto ben altro impegno. Tauro non crede al mistero ma solo a ciò che vede e che può ‘scientificamente’ dimostrare. Per interpretarlo, io che sono un credente, ho dovuto fare il mio percorso personale di fede a ritroso”.
Tauro è il primo investigatore della Storia?
“Di certo a nessuno è mai stata affidata un’indagine così difficile. Arriva a Gerusalemme sotto copertura, nessuno sa chi è e cosa sia venuto a fare. Cerca indizi, prove, testimonianze, per portare a termine il suo lavoro. Lui è un razionale, non crede alla resurrezione e probabilmente pensa che i cristiani non siano altro che fanatici o ciarlatani. Poi si trova a contatto con un mondo del tutto nuovo dove la gente parla di uguaglianza, fratellanza, pace e perdono. Questo lo colpisce e lentamente lo affascina".
Trova anche l’amore però…
"Si, l’amore per Tabithà è il mezzo per capire i limiti della sua razionalità. Abbiamo cercato di evitare il ‘santino’. Tauro è a tutti gli effetti un uomo, la cui evoluzione spirituale ed emotiva, chiamiamola pure ‘conversione’, arriva attraverso l’umano e non il divino”.
Com’è lavorare con un cast internazionale?
“Assolutamente stimolante. Si scambiano esperienze di vita e di lavoro. Ognuno porta sul set il suo modo di interpretare, la sua sensibilità per vivere il personaggio. Quando poi i tuoi compagni di lavoro si chiamano Max Von Sydow, Murray Abraham e tutti gli altri, italiani e stranieri, bravissimi interpreti, allora un’esperienza come questa ti fa davvero crescere sia professionalmente che dal punto di vista umano".