Mancava al cinema da 12 anni Lucio Pellegrini (E’ nata una star? da Nick Hornby) che nel frattempo ha lavorato per film e serie tv (Carosello Carosone e Il nostro Generale le ultime produzioni Rai) e che stavolta si affida al genere (il noir) e al carisma di Elodie (qui alla sua seconda prova per il grande schermo dopo Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa) per un torbido triangolo artistico e sentimentale ambientato al Circeo.
Lui, lei e l’altro. Carlo (Adriano Giannini) è un affermato scrittore in crisi creativa sposato con la sensuale Giada (Elodie), ballerina alle prese con regia del suo primo spettacolo di danza sperimentale.
Un incontro casuale (o forse no) ed ecco affacciarsi nella vita della coppia un eccentrico artista in cerca di affermazione (un Eduardo Scarpetta fuori parte) che nasconde segreti e una vecchia relazione con Giada.
Ospitare quell’uomo nella casa della coppia a Sabaudia non sarà una buona idea e così tra manipolazioni e black out elettrici, bambole pervertite e un caso di cronaca del passato che riecheggia sul presente verranno a galla personalità nascoste e sensi di colpa.
Script poco credibile (soggetto di Pellegrini ed Elisa Fuksas), confezione patinata e recitazione imbalsamata in quello che vorrebbe essere un thriller psicologico e finisce per essere un vorrei ma non posso sulla strada della tensione.
Condita da frasi sentenziose e ad effetto (Il successo è l’anticamera del declino, Chi è senza dolore non è un vero artista), questa ossessione amorosa inframmezzata da performance artistiche inneggia alla difesa della bellezza ma non regala sorprese.
Con personaggi privi di spessore psicologico e una Elodie imbronciata e senza veli che finisce per farsi manifesto annunciato (Tu non sei il pubblico, sei l’opera le dice il suo ex amante) di un film che fa venire in mente il Colpo d’occhio di Rubini (2008) più che il magnifico The Square di Ruben Ostlund (2017). Producono Matteo Rovere (uno che di solito non sbaglia un colpo) e Sydney Sibilia.
In sala dal 13 marzo distribuito da Vision