Giocatore (nel 1987 è arrivato al numero 71 del ranking), coach (nel 1995 ha allenato Monica Seles) e ora direttore a Jacksonville (dove risiede) del programma JTCC Florida (Junior tennis champions center) per mettere la sua esperienza al servizio dei giovani.
Chi meglio di Claudio Pistolesi può parlare in Italia di quello che qualcuno ha definito lo sport del diavolo per la sua crudeltà e difficoltà? Ecco allora un bel libro autobiografico sul tennis pieno di aneddoti divertenti e racconti di vita, gioie e illusioni, ricordi e segreti di spogliatoio.
In C’era una volta il (mio) tennis (edito da Gremese con la prefazione di Adriano Panatta) Claudio Pistolesi passa in rassegna un’epoca indimenticabile e irripetibile attraverso un rapporto confidenziale col lettore. Una narrazione a ruota libera, un flusso emotivo da condividere che passa in rassegna partite e campioni, personaggi famosi e tattiche di gioco.
Roger Federer (Nel 2002, dopo che aveva perso a Milano con Sanguinetti lo rincuorai dicendogli che sarebbe arrivato tra i primi 5 del mondo…) e Jimmy Connors (L’ho incontrato agli Us Open del 1986 ma fui scambiato per un suo tifoso e non volevano farmi entrare in campo…), la Coppa Davis con Panatta allenatore e Mats Wilander (la storica vittoria a Montecarlo del 21 aprile 1988 quando anche il Tg1 ritardò la messa in onda), Guillermo Vilas e il match contro Pat Cash a Melbourne che nessuno vide in Italia.
E poi ancora l’incontro con Lady Diana a Wimbledon 1987 (Un ragazzino mi colpì involontariamente negli spogliatoi e si scusò mortificato…era William, il futuro Re d’Inghilterra…) e Boris Becker, il tennis come confronto personale e modus vivendi e la grande avventura, professionale e umana, nel Sol Levante.
Tra allenamenti, viaggi e match point, la storia e le rinunce di un uomo che ha vissuto ai quattro angoli del globo all’inseguimento di una pallina da tennis. Un libro agile (158 pagine) che non è solo un’operazione nostalgia (Anche se oggi il tennis, come tutto, è cambiato radicalmente e forse si gioca troppo nel nome del Dio denaro dice Pistolesi) ma un invito a vivere lo sport in simbiosi con la propria mente (In America lo studio e la pratica sportiva vanno di pari passo, leggere un testo ti aiuta anche sul campo afferma ancora Pistolesi) e a saper gestire al meglio il dentro e fuori dal campo che spesso non vanno in simbiosi in atleti talentuosi ma allergici alle regole.