10 sale situate nell’Ala nord del piano nobile completamente restaurate, 550mq di spazi espositivi, 80 opere selezionate ed esposte attraverso un percorso cronologico e tematico. Apre al pubblico il 13 dicembre il nuovo allestimento dei Capolavori del Seicento di Palazzo Barberini, uno dei più importanti poli museali della Capitale ovvero le Gallerie Nazionali di Arte Antica. Questo nuovo progetto si pone sulla scia di un importante lavoro di rinnovo che ha interessato dapprima l’Ala sud (inaugurata lo scorso mese di aprile) e che proseguirà ad ottobre 2020 per le sale dedicate al Cinquecento fino ad arrivare al riallestimento del piano terra.
“Si tratta del frutto di nuovo impianto concettuale del Museo a cui penso dal mio insediamento, nel dicembre 2016, e che focalizza a Palazzo Barberini una struttura espositiva narrativa dal Medioevo al Settecento, cercando di valorizzare anche la storia del palazzo e dei Barberini” spiega la direttrice del museo Flaminia Gennari Santori.
Il restauro ha interessato le strutture architettoniche, l’impianto di illuminazione, la grafica e gli apparati didattici, con nuovi pannelli esplicativi e didascalie ragionate, nell’ottica di adeguare le sale al recente rinnovo dell’Ala sud. Sono stati aperti nuovi spazi, fin’ora inaccessibili al pubblico come il piccolo ambiente dove viene esposto un prezioso altarolo portatile opera di Annibale Carracci o la sala dei paesaggi di Paul Bril; alcuni ambienti sono stati riservati alla pittura di genere e si è cercato di enfatizzare il rapporto tra la storia e l’architettura del Palazzo con le opere della collezione.
Il percorso è davvero suggestivo e permette, per la prima volta, di ammirare un’affascinante infilata di sale in un gioco prospettico dal respiro nuovo in cui i visitatori potranno apprezzare le opere e allo stesso tempo percepire lo spazio di un palazzo barocco. Anche la scelta di riaprire le finestre non è casuale ma permette di legare l’edificio al contesto urbano in cui è immerso (laddove nell’Ala sud il legame è invece con i giardini).
Molte, ovviamente le opere di pregio, in primis la Giuditta e Oloferne del Caravaggio pittore che ha un ruolo chiave per l’influenza esercitata sulla pittura dell’epoca. A Caravaggio (di cui la Galleria possiede 3 dipinti la Giuditta, il San Francesco e il Narciso) e al Caravaggismo sono stati riservati ben tre ambienti diversi per evidenziare gli effetti prodotti dal suo stile sui contemporanei e seguaci come ad esempio Orazio Borgianni, Carlo Saraceni, Giuseppe De Ribera, Orazio Gentileschi.
Vi è poi anche sala dedicata ai Veneti di fine Cinquecento con opere di Tintoretto, Palma il Giovane, due opere di El Greco e un interessantissimo dipinto Venere e Adone di Scuola di Tiziano, qui esposto dopo un accuratissimo restauro. Mentre la pittura bolognese è presente con opere di Domenichino, Guercino, Giovanni Lanfranco, Guido Reni e Simon Vouet.
Tra le chicche il famoso ritratto di Beatrice Cenci (la giovane patrizia romana giustiziata perché accusata di parricidio) già attribuito a Guido Reni, secondo studi recenti potrebbe invece essere opera di una pittrice bolognese, tale Ginevra Cantofoli e rappresentare piuttosto una giovane con turbante in veste di sibilla.
Info:
Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini Roma, via delle Quattro Fontane 13
Orari: martedì/domenica 8.30 - 19.00.
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