Inarrestabile Renato. Dopo un magnifico disco nuovo pubblicato lo scorso aprile (Alt!) e le serate veronesi all’Arena di Verona la scorsa estate che ora sono diventate un corposo cofanetto (“Arenà- Renato Zero si racconta” con 2 Cd e 1 Dvd che raccolgono il meglio dei tre grandi concerti arricchiti dall’inedito “Non dimenticarti di me”) ecco il nuovo tour (più di 30 date nei palasport italiani), partito il 24 novembre da Bologna e ora in scena al Palalottomatica di Roma.
E’ un vero e proprio cantiere musicale quello allestito dal cantante romano che accompagnato dalla sua band con caschetto da lavoro calato sulla testa (Giorgio Cocilovo e Fabrizio Leo alle chitarre, Lele Melotti alla batteria, Paolo Senesi al piano, Paolo Costa al contrabbasso, Danilo Madonia alle tastiere, Rosario Jermano alle percussioni, Bruno Giordana al sax), dall’Orchestra Filarmonica della Franciacorta diretta dal Maestro Renato Serio e dai Neri per Caso, dà vita a uno sfavillante show che si discosta da quello presentato a Verona (“Dopo il passaggio in tv e l’uscita del dvd non aveva più senso replicarlo”) e che offre a vecchi e nuovi sorcini il solito affabulatore eccentrico capace di tenere il palco come pochi e di cantare per oltre tre ore a 66 anni suonati.
Scenografia imponente, bellissimi giochi di luce, voce tirata a lucido, ospiti e omaggi da brivido per un magnifico rendez-vous popolare che conferma l’inossidabile talento artistico di Renato Zero, uno che dimostra di non voler invecchiare all’ombra della sua popolarità ma che anzi incita le nuove generazioni alla rivoluzione culturale (“Comincia scrivendo su un quaderno bianco, non abbandonate mai i libri. E’ bello andare allo stadio ma la piazza è più utile”) mettendosi in contatto con la generazione 2.0 drogata da diavolerie tecnologiche (“Ai selfie preferitegli specchi”) e assuefazioni solitarie.
Introdotto dalla voce di Tullio Solenghi e impreziosito dai siparietti di un giovane alterego di Zero che dispensa pillole di moderna filosofia e illustra i suoi pensieri esistenziali, il monumentale show mescola vecchio e nuovo della imponente produzione musicale dell’artista che stavolta rinuncia ai medley e manda momentaneamente in soffitta alcuni pezzi storici come Il carrozzone, Mi vendo e I migliori anni della nostra vita.
Si comincia con la bellissima Niente trucco stasera e si prosegue con Chiedi, Figli della guerra, Felici e perdenti, In questo misero show (con una giacca luminosa da Cavaliere elettrico), Il maestro, La lista, Mentre aspetto che ritorni, Voyeur, Il tuo sorriso, Cercami, A braccia aperte, Inventi, Fammi sognare almeno tu, E poi, Spiagge, Magari, Perché non mi porti con te, I nuovi santi, Qualcuno mi renda l’anima, Un uomo da bruciare (per chi scrive il pezzo migliore della serata con un bellissimo e nuovo arrangiamento), Gesù, I figli della topa (con orecchie giganti e mantello nero in omaggio agli eredi della Zerofollia), Rivoluzione, Amico, Gli anni miei raccontano e Il cielo.
In mezzo la partecipazione di Sal da Vinci che duetta con Zero in Singoli e si esibisce in Meravigliosamente (entrambi i pezzi fanno parte di Non si fanno prigionieri, il suo nuovo cd appena uscito e del quale Renato ha scritto altri sei brani) e un toccante omaggio a Pino Daniele con la voce del cantante partenopeo che vola sulle note di Quando mentre dai due schermi ai lati del palco arrivano le sue immagini in bianco e nero. Brividi assicurati e pubblico tutto in piedi a salutare l’indimenticabile autore di Napul’è.
Ma Renato non è solo musica e allora eccolo, sempre in bilico tra sogno e realtà, pontificare, arrabbiarsi, accarezzare anime ferite (“Bisogna saper ascoltare bambini ed anziani, sono la nostra ricchezza”) e invitare alla tolleranza, lanciare un accorato grido di dolore per la sua città (“Alla faccia del cinismo e delle egemonie, della cecità politica e di strade ridotte a groviera Roma però esiste”) e mettere le mostrine alla sua musica, quella cosiddetta leggera (“Non c’è niente di leggero nella passione, tramandare canzoni che diventano la colonna sonora della vita di molti è un dono da rispettare”).
Alt in tour farà tappa al Palalottomatica fino al 14 dicembre (con repliche anche il 9- 10 e 13 dicembre, sold out le prime due) per poi proseguire il suo viaggio italiano secondo questo calendario: 16 (sold out), 17 (sold out), 19 (sold out) e 20 dicembre a Firenze (Nelson Mandela Forum), 22 e 23 dicembre a Padova (Arena spettacoli Padova Fiere), 6-7-9 e 10 gennaio a Milano (Mediolanum Forum di Assago), 14 (sold out), 15 e17 gennaio a Livorno (Modigliani Forum), 20 e 21 gennaio ad Eboli (PalaSele), 23 (sold out), 24 (sold out) e 26(sold out) gennaio a Bari (PalaFlorio), 28 (sold out) e 29 gennaio ad Acireale (Pal’Art Hotel).
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