Solo in scena, faccia a faccia col pubblico, per un intenso monologo che - per impianto scenico e regia - fa venire in mente uno dei suoi spettacoli culto A me gli occhi please. Solo che stavolta non si ride. Gigi Proietti, per le celebrazioni per i 400 anni della scomparsa del Shakespeare, ha infatti scelto di salire per la prima volta in veste d’attore sul palco del Silvano Toti Globe Theatre - che dirige dal 2003 - per presentare il suo personale e sentito omaggio a Shakespeare. Lo farà dall’8 al 17 luglio con uno spettacolo scritto per Ben Kinsgley da Raymund FitzSimons e intitolato appunto Omaggio a Shakespeare. Si tratta di un monologo con brani da Edmund Kean già interpretato da Proietti nel 1989 a Taormina, che l’attore e regista ha deciso di riprendere 27 anni dopo per rendere omaggio al genio immortale del Bardo.
"Un uomo solo nel suo camerino. Beve, si trucca ma soprattutto interpreta e si interroga sulle parole di Shakespeare, passando in rassegna una vita di battaglie e successi. È Edmund Kean grande attore inglese dell’inizio dell’Ottocento, idolatrato dal pubblico e dalla critica che ne decretarono l’ascesa dal ruolo di Arlecchino ai grandi protagonisti shakespeariani, e poi la rovinosa decadenza" si legge nelle note di regia. "Mai come in questo caso, celebrare un genio del teatro attraverso la figura di un attore è un gesto dovuto, perché proprio agli attori si deve la sopravvivenza dei testi e la vitalità dei versi che ancora ci emozionano, a loro il merito di averli traghettati fino a noi dall’epoca d’oro Elisabettiana attraverso secoli di buio e disinteresse. Oggi che le opere del Bardo sono celebrate e diffuse in tutto il mondo, è difficile credere che non sempre sia stato la stella polare che è ora".
"Ma la sua vera fortuna è iniziata solo nel secondo Settecento, con Goethe e Lessing. Furono loro a farlo uscire da una sorta di letargo, all’epoca dell’invenzione dei teatri pubblici in Germania. Fu una rivoluzione anche se, dopo la condanna dell’Illuminismo, per cominciare ad avere una diffusione massiccia delle opere e dell’identità artistica del poeta di Stratford bisogna aspettare l’inizio dell’Ottocento, quando nel maggio del 1828 da Londra arriva a Parigi Edmund Kean ad interpretare il ruolo di Riccardo III. E’ famoso. E’ molto amato dai poeti romantici e Byron lo considera un genio. Il suo merito è quello di aver scardinato la forma classica della recitazione, in contrapposizione alle interpretazioni di un altro grande attore inglese, John Kemble, inventando una recitazione emozionale e moderna".
"Kean arriva ubriaco a Parigi e le rappresentazioni sono inficiate dal suo stato alterato. Ma è affascinante e maledetto come una rock star degli Anni Settanta e tutta l’intellighenzia europea lo accoglie come una rivelazione. Attraverso lui Victor Hugo vede esaltati i materiali shakespeariani e, nella prefazione al suo Cromwell, dice che Shakespeare sa come comporre un dramma vero che rispecchi gli aspetti contraddittori e opposti della vita, e propone, seguendo il modello del Bardo, di mescolare nell’arte sublime e grottesco, cioè tragico e comico, bello e brutto, bene e male, luce e ombra, realtà e fantasia".
"L’impatto di Kean con il mondo parigino è così potente che Alexandre Dumas scrive sull’attore inglese un testo: Kean, ou Désordre et Génie. Genio e sregolatezza. un sottotitolo destinato a divenire proverbiale, che nello spettacolo fa da contrappunto a successi e frustrazioni, amori, odi, sconfitte ai quali prestano voce i grandi personaggi shakespeariani che finiscono col confondersi con l’interprete e ne compongono la biografia". Accade così che un filo intrecciato con le parole di Shylock, Riccardo III, Amleto, Macbeth, Otello, unisca Proietti a Kean, e Kean a Shakespeare, in una celebrazione dell’evocazione e del racconto. Un passaggio di testimone da un secolo all’altro, che trova la sua collocazione ideale nel vuoto spazio del Globe, e nel rapporto ravvicinato col pubblico, nella forma antica del monologo.
Lo spettacolo - adattato e diretto da Proietti assistito da Loredana Scaramella - sarà in scenda dall’8 al 17 luglio. Inizio spettacolo h 21.15. Scene e costumi sono di Cappellini Licheri; le musiche di Fiorenzo Carpi; il
disegno luci di Umile Vainieri; progetto fonico di Franco Patimo. La stagione 2016 del Silvano Toti Globe Theatre di Roma - unico teatro
elisabettiano d’Italia, nato nel 2003 grazie all’impegno
dell’Amministrazione Capitolina e della Fondazione Silvano Toti per una
geniale intuizione di Gigi Proietti - è promossa da Roma Capitale con la
produzione di Politeama srl, organizzazione e comunicazione di Zètema
Progetto Cultura.
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