giovedì 23 gennaio 2025 ore 00:18   
Torna alla home page
 
Torna la home page Home Page La redazione Agenda Archivio notizie  Contatti 
 Aggiungi a preferiti 
 

Cerca nel sito



 

Mailing list

 Sesso: 
M F
 Età: 

indirizzo email

leggi regolamento


 

 

Realizzazione:
www. Siti.Roma.it

 

Home » Cultura » Libri  
giovedì 5 dicembre 2013
di Claudio Fontanini
Ombre sul sole. Storie di uomini-contro
Vite parallele tra storia e cinema è il sottotitolo del libro del critico cinematografico Enzo Natta

Un appassionante incrocio di vite e destini, un’accurata indagine storiografica e un curioso girotondo letterario che spazia tra accadimenti reali, racconto epico e vicissitudini cinematografiche. Che cosa possono avere in comune persone tanto diverse come Giuseppe Bottai, Frédéric Rossif e Folco Lulli? Quale denominatore salda fra loro queste vite parallele collegando strettamente episodi pressoché sconosciuti che hanno trasformato le loro esistenze in esperienze avventurose sulle quali hanno sempre mantenuto un ostinato quanto scrupoloso riserbo? Se lo chiede il critico cinematografico e scrittore Enzo Natta (Foto n. 2) in Ombre sul sole – Storie di uomini-contro (Tabula fati. Chieti, 2013. € 11,00), un romanzo-saggio nel quale l’autore ricostruisce e racconta in una non-fiction novel le storie rubate e mai raccontate di questi tre personaggi.

Giuseppe Bottai (Foto n. 2 col Duce) fu ministro delle corporazioni ai tempi del fascismo, elaborò la Carta del lavoro, base dell’ordinamento corporativo, e in seguito, come ministro dell’Educazione Nazionale, si fece promotore di una riforma scolastica che prevedeva fra l’altro l’insegnamento del cinema nelle scuole di ogni ordine e grado. In seguito al voto contro Mussolini nella seduta del Gran Consiglio del Fascismo tenutasi la notte del 25 luglio 1943 fu condannato a morte in contumacia nel processo di Verona. Fuggito in Algeria si arruolò nella Legione Straniera e partecipò allo sbarco in Provenza nell’estate 1944 assumendo un ruolo di primaria importanza nello svolgimento delle operazioni.

Frédéric Rossif, documentarista e regista francese di origine montenegrina era il nipote della regina Elena, moglie di Vittorio Emanuele III, e nel 1940, allora diciottenne, si trovava a Roma, dove frequentava la facoltà di matematica. Quando le truppe dell’Asse invasero la Jugoslavia, fuggì dall’Italia, raggiunse in modo avventuroso la Siria, dove le forze francesi erano rimaste fedeli al  governo del generale De Gaulle, e si arruolò nella Legione Straniera. Aggregato al corpo di spedizione francese in Italia, alla fine del maggio 1944 prese parte a un audace colpo di mano che permise agli alleati di liberare Roma, scongiurando nello stesso tempo il rapimento di Pio XII da parte dei nazisti.

Folco Lulli (Foto n. 3) debuttò come attore nel film Il bandito (1946) di Alberto Lattuada rivelandosi subito interprete dotato di intensa capacità comunicativa e di rilevante efficacia drammatica. Dopo aver preso parte alla campagna d’Etiopia era stato richiamato e nel settembre del 1943 si trovava ricoverato all’Ospedale militare di Torino per cause di servizio. E’ in quell’ambiente che incontrò alcuni militanti di Giustizia e Libertà, una frequentazione che contribuì ad accrescere in lui la crisi nutrita nei confronti del fascismo, dell’alleanza con la Germania, della guerra. Sorpreso dall’armistizio, era riuscito a raggiungere il Basso Piemonte, dove si era aggregato alle formazioni partigiane di Martini Mauri, operative nella zona delle Alpi Marittime.
Bottai, Rossif e Lulli sono le ombre sul sole mitizzate dai poemi epici  giapponesi, macchie che hanno oscurato la chanson de geste dei  ronin, samurai disillusi e senza padroni che hanno scontato gli errori altrui riscattando colpe collettive e sacrificandosi nell’anonimato di un eroismo mai celebrato dall’epica” dice Natta.

Giuseppe Bottai, Frédéric Rossif e Folco Lulli sono antagonisti, uomini-contro che si sono ribellati al padre. Bottai a Mussolini, Rossif alla zia Elena diventata regina d’Italia, Lulli a un’identità perduta dopo aver preso  parte alla campagna d’Etiopia e aver smarrito quelle certezze che l’avevano spinto a partecipare all’avventura africana in cui visse quella metamorfosi che Ennio Flaiano racconta in Tempo di uccidere”. Nelle pagine del bel libro ecco storie scomode tenute sottochiave, vissuti da proteggere all’ombra della seconda guerra mondiale, l’adozione di diverse identità e i traumi di un passato da dimenticare tanto da costringersi ad un volontario isolamento. La presentazione dell’originale volume, alla presenza dell’autore, avverrà il prossimo 16 dicembre alle h 17,30 presso la sede della FUIS (Federazione italiana unitaria scrittori) in piazza Augusto Imperatore,4 a Roma. A moderare l’incontro  Francesco Mercadante (presidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani) con interventi di Pietro Giubilo ed Ernesto G. Laura.

 

 
Segnala a un amico
Vi è piaciuto questo articolo? Avete commenti da fare?
Scrivete alla redazione
 








Foto dal Web

Altri articoli di interesse
13-10
Cultura
Yoga Sciamanico. Volontà senza paura
di Redazione
7-1
Cultura
Il segreto negli occhi di Maria
Di Alessandra Miccinesi
8-11
Cultura
YOGA BODY
di Alessandra Miccinesi
1-7
Cultura
Il metodo Iyengar nell’allenamento sportivo
di Alessandra Miccinesi
4-11
Cultura
Dicevamo cioè, la grammatica si mostra
di Claudio Fontanini
30-7
Cultura
Credere o non credere? Non è questo il quesito
di Mauro Conciatori
25-6
Cultura
Doppiami!
di Alessandra Miccinesi

 
© Cinespettacolo.it - Direttore Responsabile: Anna de Martino - Testata in attesa di registrazione al Tribunale di Roma