Chi, alla vigilia della Notte degli Oscar, aveva dubbi sul possibile sovvertimento dei pronostici che vedeva Avatar il super favorito all’incetta di premi, è stato smentito. Ma la sfida tra ex coniugi – Kathryn Bigelow e James Cameron (Foto n.3) - ha comunque tenuto banco nella notte più lunga e scintillante di Los Angeles. Vincendo le due statuette più ‘pesanti’ - miglior film e miglior regia - la Bigelow, splendida 58enne, riscrive la storia degli Academy Award e lo fa, ironia del calendario, festeggiando se stessa e tutte le donne l’8 marzo: è la prima volta infatti che una cineasta si aggiudica i riconoscimenti più ambiti, e per di più con un film dal budget piccolo piccolo (appena 12 milioni di dollari) e dagli incassi irrisori. Il suo film, da quando è uscito, ha raggranellato ciò che Avatar guadagna al botteghino in un solo weekend.
"Well the time has come" ha sussurrato Barbra Streisand prima di annunciare la vittoria della Bigelow per The Hurt Locker il film che ieri notte ha guerreggiato con il kolossal in 3D di James Cameron, Avatar, ed ha ha vinto, meritatamente, raccontando dal punto di vista femminile il dramma della guerra in Iraq, attraverso le vicende ansiogene di un gruppo di artificieri e sminatori dell’esercito americano, puntualmente annotate dal reporter di guerra Mark Boal, al quale è andato il premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale.
La 82.ma notte degli Oscar, insomma, condotta in un clima disteso tra sketch e battute da Steve Martin e Alec Baldwin, sarà ricordata per la vittoria di Davide contro Golia, il war-drama della Bigelow (che ha portato a casa in tutto 6 statuette su 9 nomination: oltre a film, regia e sceneggiatura originale, The Hurt Locker vince per il miglior montaggio, il sonoro, e il montaggio sonoro) contro la corazzata fantasy di Cameron, che invece di Oscar ne ha guadagnati tre, e tutti i premi tecnici, tra cui migliori effetti speciali, scenografia e miglior fotografia, statuetta andata all’italiano Mauro Fiore.
Jeff Bridges (Foto n.4), per l’intensa performance del cantante country alcolista in Crazy heart, ha meritatamente vinto la statuetta per il miglior attore, mentre Sandra Bullock (Foto n.5) per The blind side ha conquistato il suo primo Oscar. Da sottolineare che la Bullock, qualche ora prima, era stata insignita di ben due Razzie – le Pernacchie d’oro per i film più brutti dell’anno - per la sua interpretazione nel film All about Steve. Razzie che l’attrice ha sportivamente accettato di ritirare e che chissà se conserverà sulla stessa mensola dell’oscar. Nella lista dei migliori attori Non protagonisti, trionfano rispettivamente Christoph Waltz per il tarantiniano Bastardi senza gloria e Mo’Nique per il dramma di Precious, il film indipendente prodotto tra gli altri da Ophrah Winfrey, che aveva già convinto la giuria degli Spirit Awards (Foto n.6) vincendo a mani basse. A dominare nella categoria miglior Film d’animazione è stato Up (Disney/Pixar) di Pete Docter, mentre il premio per il Film straniero è andato a El secreto de sus ojos di Juan José Campanella che a sorpresa ha battuto Il nastro bianco di Michael Haneke.