Un road movie come questo non lo avete certamente mai visto: un uccellino che di nome fa Pupù, la coniglietta Rosmarina e l’orsetto lavatore Pipì alla ricerca di Mapà che è un personaggio magicamente misterioso, un po’ mamma e un po’ papà, che i tre cercano alacremente, vogliono trovarre ad ogni costo, ma che non sappiamo neppure se esiste. Ciò che conta è, come sempre, cercare e desiderare. Ma come desiderano i nostri tre piccoli protagonisti che, certo, non si somigliano?
Per la risposta dovete aspettare ottobre, quando la loro storia in cartoon arriverà su Raitre spalmata in 52 episodi da 7 minuti ciascuno. Titolo Pipì, Pupù e Rosmarina, artefice in (quasi) tutto e per tutto è il fantasioso regista de La freccia azzurra e La gabbanella e il gatto, Enzo D’Alò (Foto2), che troviamo in questa serie - coprodotta da Cometa Film, RaiFiction e PPTD e già presentata allo scorso Giffoni Film Fest - nella molteplice veste di ideatore, soggettista, regista e direttore artistico.
Ma che cosa è per lui questa serie animata, realizzata anche con la collaborazione della giovane illustratrice Annalaura Cantone (che lavora molto all’estero ma pochissimo in Italia), di Vincenzo Cerami alla sceneggiatura e Giancarlo Giannini al doppiaggio? Questa serie in cui tutto un mondo è tirato su con tecniche digitali ma ispirati al tradizionalissimo découpage, con stoffe e trame e fili ovunque, con montagne a piedepoule ed alberi a righini?
Anzitutto un esperimento da non perdere perché “oggi per i bambini bisogna trovare dei linguaggi, i cuccioli di oggi devono sempre confrontarsi con i media, con internet, trovare dei compromessi” e poi “l’occasione di raccontare attraverso una perfetta metafora, per cui sono utilissimi gli animaletti antropomorfi invece degli umani, di tutto ciò che si cerca, sempre. Una metafora della ricerca di sé. Perché questo viaggio senza fine alla ricerca di qualcosa che nessuno sa se esiste davvero permette ai tre protagonisti di scoprire il mondo. Dunque a noi di raccontarlo per un pubblico bambino ma non solo, soprattutto di farlo attraverso storie comuni, che possono capitare a chiunque ogni giorno, ma trasferite in un mondo di fiaba”.
E’ di questo che hanno bisogno anche oggi, e forse oggi più che mai, i bambini?
“Sì, oggi vivono in una società che non è su misura per loro e dentro cui devono farsi strada per non smettere di sognare, che è un loro diritto. Ci vogliono, dunque, dei linguaggi semplici ma per far passare dei concetti complessi, dato che la fiaba classica e quel linguaggio non esistono più o, meglio, esistono ma annoiano i giovani abituati oggi ad altro. Il che non significa che i piccoli non abbiano bisogno di favole”.
E i più grandi?
“Anche loro. Questa serie è, infatti, nata per i più piccini ma pare che in America gli esperti del settore, gli adulti, la amino già. E, poi, oggi c’è tanto bisogno di creatività. Cosa rischiosa e su cui, dunque, oggi in pochi sono disposti a rischiare”.
E non sarà solo fiaba su piccolo schermo e ad oltranza, dato che si sta già lavorando alla seconda serie con un pensierino già rivolto alla terza. Dal prossimo anno sugli scaffali delle librerie arriveranno i volumi delle avventure di Pipì, Pupù e Rosmarina e, prima ancora, chi vorrà rivedere gli episodi potrà trovarli in dvd.