Il Commissario Montalbano festeggia vent’anni. Dal 1999 (l’anno di messa in onda del primo episodio, Il ladro di merendine) ad oggi, il personaggio nato dalla penna di Andrea Camilleri e interpretato da Luca Zingaretti è diventato un amico imprescindibile del pubblico di Rai 1, conquistando ad ogni film nuovi spettatori e consensi unanimi.
In onda l’11 e il 18 febbraio i due nuovi episodi (L’altro capo del filo e Un diario del ’43) fanno salire a 34 i film complessivi della tv movie collection con numeri d’ascolto strabilianti. Con oltre un miliardo di spettatori complessivi in questi 20 anni, il successo delle storie del commissario di Vigata ha raggiunto punte di ascolto ben oltre i 12 milioni di spettatori e il 44% di share con le prime visioni sempre vincitrici della serata.
E sì perché la grande popolarità della serie- una produzione Palomar con la partecipazione di Rai Fiction, prodotta da Carlo Degli Esposti e Nora Barbieri con Max Gusberti per la regia di Alberto Sironi- si è consolidata anche grazie alle oltre 150 repliche in prima serata che hanno continuato ad ottenere ascolti record anche al sesto o settimo passaggio televisivo.
Prima serie italiana venduta all’estero e trasmessa negli anni in oltre 65 Paesi tra Europa e resto del mondo, Il commissario Montalbano è andato inoltre in onda in tutti continenti, dall’Asia al Sudamerica passando anche per l’Iran, facendo conoscere a tutto il mondo una vera e propria eccellenza audiovisiva italiana.
Non amo le celebrazioni e tanto meno le autocelebrazioni ma in questi anni non abbiamo mai abbassato la guardia curando il dettaglio e lavorando al prodotto con la professionalità e la stessa cura tecnica che si dedica ad un’operazione cinematografica dice Luca Zingaretti presentando alla stampa i nuovi episodi della serie.
In tutti questi anni sono cambiato più io di lui…confessa l’attore romano parlando del suo alter ego artistico Camilleri sa benissimo che il personaggio di una serie deve continuare a mantenere nel tempo certe caratteristiche e Salvo è un uomo integerrimo e attaccatissimo al suo lavoro che viene prima di ogni altra cosa. A cambiare sono invece il contorno e le sfide che gli si presentano di fronte mettendolo alla prova.
Senza aver interpretato Montalbano sarei un uomo diverso continua Zingaretti questa avventura ventennale mi ha fatto entrare in una grande famiglia artistica della quale ciclicamente sento la mancanza. E’ sempre una grande avventura e un piacere girare in Sicilia, una terra che vizia ed avvolge, e alla fine delle riprese avrei voglia di ricominciare subito a girare.
Zingaretti poi si commuove ricordando uno dei personaggi della serie, il Dott. Pasquano- il medico legale burbero e amante dei cannoli siciliani- interpretato in passato da Marcello Carracchio scomparso nel luglio 2017.
Ho avuto l’idea di farlo rievocare nei nuovi film attraverso un meccanismo narrativo che lo celebra in scena attraverso il ricordo. Il personaggio letterario infatti continua ma quello televisivo non poteva che morire con la fine di Marcello. Le maschere comiche non possono riprodursi senza l’attore che le ha incarnate così bene per tanti anni e la sequenza del suo ricordo è stata forse la più commovente della mia carriera.
Nei due nuovi episodi, che iniziano parlando di migrazioni in dialogo tra passato e presente filtrato dalla pietas e dalla giustizia, misteri e sentimenti si danno la mano in un racconto denso e omogeneo che miscela sapientemente dramma, umorismo e umanità.
Nel primo (L’altro capo del filo) mentre continuano incessanti gli sbarchi e l’emergenza umanitaria non risparmia il commissariato di Vigata, Salvo e i suoi uomini si ritrovano alle prese con l’efferato omicidio di una bellissima sarta che sta preparando un abito su misura per Montalbano e che porterà il commissario nel profondo Nord Italia per scoprire la verità.
Nel secondo (Un diario del ’43) tutto parte invece dal ritrovamento di un vecchio quaderno di appunti appartenuto a un ragazzo, allora quindicenne, affascinato dall’ideologia fascista e autore di una strage compiuta nel settembre del ‘43. E intanto a Vigata un arzillo novantenne chiede a Montalbano di cancellare il proprio nome finito erroneamente in una lapide di caduti di guerra e un ricco imprenditore della città viene trovato cadavere…
Raccontare in un film quello che il pubblico ha già visto nei tg di questi ultimi anni è stato il mio primo problema dice il regista Alberto Sironi ci siamo documentati, abbiamo visto la verità e poi abbiamo ricostruito nel film le storie di chi arriva in cerca di salvezza e il lavoro di quelli che sono demandati a riceverli.
Nel cast, oltre agli immancabili Cesare Bocci (Mimì Augello), Peppino Mazzotta (Fazio), Angelo Russo (Catarella) e Sonia Bergamasco (Livia) anche Elena Radonicich e Anna Ferruzzo.