Ideare, produrre e realizzare fiction di qualità. In Italia spesso è un impresa titanica ma a volte il risultato è così bello da sfidare persino il suo modello di riferimento. E’ il caso de “Il giovane Montalbano”, l’attesissima nuova serie di 6 film per la tv tratti dai racconti di Andrea Camilleri che ha da poco festeggiato i suoi novant’anni e in onda da lunedì 14 settembre su RaiUno
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Ideare, produrre e realizzare fiction di qualità. In Italia spesso è un impresa titanica ma a volte il risultato è così bello da sfidare persino il suo modello di riferimento. E’ il caso de Il giovane Montalbano, l’attesissima nuova serie di 6 film per la tv tratti dai racconti di Andrea Camilleri che ha da poco festeggiato i suoi novant’anni e in onda da lunedì 14 settembre su RaiUno (L’uomo che andava appresso ai funerali è il titolo del primo appuntamento). A vestire i panni del commissario più amato da pubblico e critica nella seconda stagione del prequel (la prima, venduta in 52 paesi, ha avuto il 26% di share con 7 milioni di spettatori) è ancora una volta il bravissimo Michele Riondino che fa sfoggio di una vasta gamma interpretativa e non sfigura al confronto del Montalbano adulto di Zingaretti.
Coproduzione Rai Fiction-Palomar, prodotta da Carlo Degli Esposti e Nora Barbieri con Max Gusberti, Il giovane Montalbano - diretto con ritmo e sensibilità da un Gianluca Maria Tavarelli che per le bellissime scene confidenziali e d’amore tra il protagonista e l’amata Livia (Sarah Felberbaum) torna alle atmosfere rarefatte di “Un amore”, la sua indimenticabile opera seconda cinematografica- regala allo spettatore finezze psicologiche e accenti dolenti che uniti alle consuete piste gialle compongono un riuscito mosaico di generi e sottotrame.
“Questa è una serie più complessa e matura rispetto alla precedente” dice il regista torinese “non solo perché ritroviamo un Montalbano più adulto ma perché tutti noi che l’abbiamo realizzata, abbiamo affrontato il lavoro in modo più libero e moderno tanto da rendere questa serie più ‘giovane’ della prima”. Scritta da Francesco Bruni e Camilleri dai racconti dello scrittore siciliano (le raccolte sono “Morte in mare aperto ed altre indagini del giovane Montalbano”, “Capodanno in giallo” e “Un mese con Montalbano”), la seconda stagione del Montalbano pre Zingaretti si snoda lungo i sentieri di una familiarità, paesaggistica e comportamentale, che ha fatto la fortuna del personaggio e dei suoi comprimari.
L’amicizia col collega femminaro Mimì Augello (l’ottimo Alessio Vassallo), gli strafalcioni linguistici del fido Catarella (Fabrizio Pizzuto) e le intuizioni e i consigli dell’aiutante Fazio (Beniamino Marcone) diventato nel frattempo un vero e proprio braccio destro del suo capo; il tutto sullo sfondo dei meravigliosi scenari naturali siciliani (circa 140 ambienti diversi) che negli anni sono diventati meta di pellegrinaggio cultural-televisivo per molti spettatori. “Se la prima serie era un romanzo di fondazione” continua Tavarelli “questa è una sorta di formazione umana in un percorso etico e sentimentale. Coi chiaroscuri della giovinezza e una struttura narrativa assai più complessa”.
Una serialità d’autore che mette in primo piano la linea orizzontale del racconto e il mondo emotivo dei personaggi senza ricorrere a inutili colpi bassi e a quella semplicità che spesso in tv fa rima con superficialità. “Interpretare Montalbano è faticoso, si lavora 11 ore per 6 giorni a settimana ma la gioia di essere protagonista di una serie così ben scritta fa superare ogni difficoltà rendendo unica l’esperienza” dice il trentacinquenne tarantino Michele Riondino, uno dei migliori attori italiani della sua generazione. “Sono film che raccontano il nostro sistema culturale attraverso un paese inventato che si fa manifesto di tutto il sud. Una vera e propria rappresentazione teatrale per stereotipi che si fa universale”.
Anche Sarah Felberbaum è felice di aver dato accenti nuovi alla sua Livia. “Gli autori le hanno dato stavolta più forza e dignità. So che non è molto amata dal pubblico che la vede fredda e distante ma in realtà quello che emerge è la difficoltà di una donna alle prese con un amore a distanza”. Dopo l’appuntamento di lunedì prossimo sarà la volta di “La stanza numero due” (21 settembre), “Morte in mare aperto” (28 settembre), “La transazione” (5 ottobre), “Il ladro onesto" (12 ottobre) e “Un’albicocca” (19 ottobre). Da non perdere
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