Non solo cinema impegnato, ma celluloide dal sapore popolare. E poi tanta serietà, disponibilità nei confronti degli studenti e, ovviamente, passione per il mestiere. Sono questi gli ingredienti che il direttore del mensile Ciak nonché direttore artistico del Festival di Roma, Piera Detassis,(Foto5) considera indispensabili per la riuscita di Aspettando il Festival, ciclo di lezioni di cinema promosse, per il terzo anno consecutivo, da Alice nella Città e dalla Fondazione Cinema per Roma. Iniziativa che quest’anno si estenderà oltre i confini del Grande Raccordo Anulare, coinvolgendo anche alcuni istituti superiori di Milano e Bari. Proprio nel capoluogo lombardo, il prossimo 31 marzo e il 1 aprile, Luca Argentero (Foto3) - protagonista di Solo un padre di Luca Lucini e attualmente sugli schermi con Diverso da chi? di Umberto Riccioni Carteni - darà il via alle lezioni incontrando gli studenti del liceo classico Alessandro Manzoni ai quali proporrà il suo film del cuore Mery per sempre di Marco Risi. Un film del 1989 interpretato da Michele Placido, Claudio Amendola e Francesco Benigno ambientato nel carcere minorile Malaspina di Palermo dove un insegnante osteggiato dalla direzione e inviso alle guardie cerca di stabilire un contatto con un gruppo di ragazzi difficili.
Mercoledì 1 aprile toccherà invece ad Ambra Angiolini (Foto2) - sdoganata sul grande schermo da Ferzan Ozpetek in Saturno Contro e protagonista con Fabio Volo della commedia sentimentale Bianco e Nero di Cristina Comencini - affiancata da Paolo Mereghetti, spiegare agli allievi dell’Istituto Albe Steiner di Milano perché sia tanto legata a Piccola Posta capolavoro di Steno del ’55 con Franca Valeri e Alberto Sordi.
Dopo il successo riscosso nelle scorse edizioni, che hanno visto salire in ‘cattedra’ protagonisti del cinema nostrum come Giovanni Veronesi, Sergio Castellitto, Claudia Gerini, Luisa Ranieri, Claudio Santamaria, Riccardo Scamarcio, Carolina Crescentini, Valeria Solarino, Valerio Mastandrea, e star internazionali del calibro di Jodie Foster, Aspettando il Festival rilancia gli appuntamenti pensati per avvicinare i giovani alla parte più emotiva del cinema, mantenendo inalterata una proposta fortemente apprezzata dai ragazzi, cinefili e no: incontrare da vicino attori e registi, e lasciarsi raccontare da loro stessi, il pianeta celluloide. Non solo, da questa edizione gli incontri nelle scuole serviranno a reclutare i 25 giurati che assegneranno il prestigioso Marc’Aurelio Alice nella città.
“Quest’anno rilanciamo l’iniziativa dedicata agli studenti, aggiungendo agli istituti di Roma le scuole di Milano e di Bari - ha spiegato Piera Detassis, presentando l’iniziativa con un frizzante Giovanni Veronesi (Foto6) - stiamo finendo di definire i calendari degli ultimi incontri, perché molti attori che hanno già dato la loro disponibilità ad incontrare i ragazzi ora sono impegnati sui set e in teatro, ma tengo a precisare che tutti hanno accettato di partecipare alle lezioni e di rispondere alle domande dei ragazzi”.
Come Valeria Golino, che accetterà la provocazione di domande fatte a bruciapelo dagli studenti di Bari, mentre per l’appuntamento di Roma gli organizzatori stanno lavorando per portare a giugno in cattedra un famoso divo di Hollywood, attore brillante molto amato dai giovani e considerato uno degli uomini più affascinanti dello star system.
Punto di forza della manifestazione, che precede di pochi mesi l’inizio del Festival Internazionale del Film di Roma (quest’anno dal 15 al 23 ottobre), è proprio l’ampia disponibilità di attori e registi nei confronti della platea studentesca.
“Credo molto nella forza della testimonianza, perché i ragazzi cercano qualcuno con cui dialogare: è questo il valore dell’idea degli incontri - spiega ancora la Detassis che, per l’anno venturo, annuncia un ulteriore ampliamento degli incontri, benedetti dall’ingresso di sponsor - agli attori non chiediamo la comparsata, ma un impegno serio: devono mettersi in gioco. L’anno scorso Jodie Foster ha accettato di farlo per L’Isola di Nim, ma abbiamo avuto anche Castellitto, la Gerini, e Scamarcio. Direi che l’idea dell’incontro diretto tra talents e spettatori è anche l’idea guida del prossimo Festival di Roma”.
“Per me è stato divertente partecipare - confessa Giovanni Veronesi - perché i giovani mi stimolano a dire cose più serie di quanto io non faccia durante gli incontri con la stampa ufficiale, e poi i ragazzi hanno una forza incredibile, danno energie. Pur non avendo una grande predilezione per Chaplin - prosegue il regista di Italians, che la scorsa edizione presentò ai ragazzi Il grande dittatore - pensavo che per raccontare al pubblico la comicità bisognasse partire dalla cattiveria feroce di quel film. Una cattiveria allo stato puro tanto per far ridere, un po’ come Stanlio e Ollio con le loro comiche piene di gambe ingessate e padellate, senza una stilla di sangue. E’ lì il germe della comicità vera, ed è da lì che nasce la commedia italiana”.
E a dispetto di quanti giudicano superflui o inutili questi incontri a metà strada tra aula e cinema, negando di fatto la funzione pedagogica della celluloide, Veronesi confida: “C’è chi pensa che siano noiosi e non servano a nulla, ma io nell’80, quando ero ancora indeciso sul da farsi ed ero sbalestrato dalla vita, andai ad un incontro tenuto da Vittorio Gassman il quale, nonostante il suo cinismo, senza volerlo mi trasmise una forza a senso unico per questo mestiere. Se oggi faccio il regista lo devo a lui, che m’ha dato l’ultimo calcio nel culo che mi serviva per entrare nel mondo della celluloide”.
“Posso essere d’accordo sulla paventata inutilità del cineforum - sospira la Detassis - ma il fatto di non insegnare cinema nelle scuole oggi è un fatto gravissimo: il linguaggio delle immagini dovrebbe essere materia scolastica obbligatoria”.
“Con questa kermesse noi non vogliamo sostituirci ai professori, ma promuovere incontri umani e soddisfare legittime curiosità, perché non si può far finta di nulla: sono i ragazzi delle scuole a chiedercelo - chiosa Gianluca Giannelli, responsabile della sezione Alice nella Città - e speriamo che sia solo il primo passo verso altri progetti didattici”.
Concordiamo.