Il secondo giorno di proiezioni al RomaFictionFest si apre con un lavoro molto interessante. Stiamo parlando di Caravaggio diretto da Angelo Longoni. Nei panni di Michelangelo Merisi un valente Alessio Boni che si è calato totalmente nei panni dell’artista maledetto, e per interpretarlo - come ha raccontato il regista - “ha strisciato nel fango, si è buttato anima e corpo nel personaggio, si è umiliato, ha leccato muri e sguainato spade”.
In effetti la fiction presentata oggi è di ottima fattura, credibile (per quel poco che si sa della vera vita del Caravaggio, che deve il suo sopranome alla sua città natale) e che, soprattutto, si avvale dell’opera di un grande del cinema internazionale: il Direttore della Fotografia Vittorio Storaro, già Premio Oscar e da oltre trent’anni maestro indiscusso della cinematografia.
“Ho scoperto Caravaggio a 20 anni, dice Storaro. Me lo ha fatto scoprire la mia fidanzata di allora, oggi mia moglie. A pochi passi da Piazza Navona, nella Chiesa di San Luigi dei Francesi, mi si è aperto un mondo. Là si possono ammirare la Conversione e il Martirio di San Matteo. La grande capacità del Caravaggio non era tanto la luce quanto soprattutto l’oscurità, l’ombra, la sua parte oscura, quella di tutti noi”.
Come mai ha deciso di accettare questo lavoro?
“Ho lavorato con i più grandi registi al mondo e in questo caso ho avuto la fortuna di essere stato chiamato. Me lo hanno offerto e Ida di Benedetto (la produttrice, ndr) è stata la seconda donna che mi ha fatto scoprire e amare Caravaggio. Volevo mettere in cinematografia la magia pittorica e allo stesso tempo capire, ricercare attraverso la pittura del Merisi la fragilità umana”.
Entusiasta del lavoro anche Alessio Boni, credibile in questo ruolo così difficile e intenso: “Non avevo mai interpretato prima d’ora un personaggio realmente esistito” spiega. “Ho divorato letteralmente sette biografie del Merisi e via via che leggevo scoprivo cose e coincidenze con la mia vita davvero impressionanti: date, vicende personali, situazioni. Ho deciso che dovevo accettare. Ho parlato con le restauratrici romane del Caravaggio, ovviamente ho visto tutto quello che ha prodotto. E’ stato un lavoro molto lungo ma appagante”.
La rappresentazione drammatica del personaggio del Merisi emerge in tutta la fiction. Vengono narrate le vicende umane e professionali del genio del Cinquecento che ha osato usare prostitute come modelle per rappresentare la Vergine Maria. Il Caravaggio è stato il precursore di una capacità pittorica rivoluzionaria con l’uso dell’illuminazione e delle ombre e si è calato completamente nel suo tempo pur essendo profondamente in contrasto con esso, perché era innanzitutto un uomo libero.
Da segnalare soprattutto il grande lavoro di sceneggiatura del giornalista Andrea Purgatori e di James Carrington che in due anni hanno preparato ben 10 stesure diverse prima di approdare a quella definitiva. Particolare importanza è stata data allo studio della lingua dell’epoca senza però rendere inaccessibile ad un pubblico più ampio come quello della tv generalista un’opera dedicata ad un personaggio storico. Suggestivi i costumi di Lia Morandini così come pregevole è il cast: da Elena Sofia Ricci allo spagnolo Jordi Mollà, da Blas Roca Rey a Paolo Briguglia, da Marta Bifano (figlia di Ida Di Benedetto) a Sarah Felberbaum, e ancora tra gli altri, Luigi Diberti, Ruben Sigillo, Roberto Bisacco e Maurizio Donadoni.
La fiction, prodotta dalla Titania Produzioni di Ida di Benedetto, sarà trasmessa il prossimo autunno da Raiuno.
(Fonte: Affari Italiani)