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lunedì 2 luglio 2007
di Anna de Martino
Al via il I° RomaFictionFest
Ed è subito “Rino Gaetano” il film Tv con i bravi Claudio Santamaria, Kasia Smutniak e Laura Chiatti
Ci sono opere su personaggi della musica che riescono a descrivere completamente lo spirito di un’epoca. E’ questo l’obiettivo del film per la televisione “Rino Gaetano. Ma il cielo è sempre più blu” (titolo ancora provvisorio) che questa mattina ha aperto la prima edizione del "RomaFictionFest" fortemente voluto dal presidente della Regione Piero Marazza, e che si svolgerà tra l’Auditorium della Conciliazione - posto che più infame non si può, riguardo a traffico e parcheggi - e il cinema Adriano poco più in là fino a sabato 7 luglio.

Ci sono opere su personaggi della musica che riescono a descrivere completamente lo spirito di un’epoca. E’ questo l’obiettivo del film per la televisione Rino Gaetano. Ma il cielo è sempre più blu (titolo ancora provvisorio) che questa mattina ha aperto la prima edizione del RomaFictionFest fortemente voluto dal presidente della Regione Lazio, Piero Marazzo, e che si svolgerà tra l’Auditorium della Conciliazione - posto che più infame non si può, riguardo a traffico e parcheggi - e il cinema Adriano poco più in là fino a sabato 7 luglio. Tant’è, ma almeno qui l’organizzazione è impeccabile.
La fiction, prodotta da Claudia Mori con la sua Ciao Ragazzi e da Rai Fiction, dovrebbe andare in onda su Raiuno nel prossimo inverno. La regia è di Marco Turco che ha scritto anche la sceneggiatura insieme con Marco Alessi, Umberto Contarello, Mario Falcone e Filippo Gravino.
Il film racconta la biografia (leggermente romanzata) e la genesi delle canzoni dello sfortunato cantautore (nato a Crotone nel 1950) morto all’alba di un giorno di primavera del 1981 a soli 31 anni. L’ascesa al successo e la vita tormentata di Rino, il suo rapporto con il padre (interpretato da Nicola Di Pinto), le sue umili origini e le sue donne - la sua fidanzata storica, Irene (Kasia Smutniak) e Chiara (Laura Chiatti) una fan sfegatata che diventerà la sua manager - il tutto racchiuso in tre ore di video.

La storia inizia con Rino adolescente spedito in collegio dal padre perché troppo disubbidiente e indisciplinato. Ed è proprio in collegio che il ragazzo sviluppa un interesse per la musica e per la scrittura: a quel punto la sua vita prende un’accelerazione senza soste. E poi, la bella e contrastata storia d’amore con Irene, ragazza di buona famiglia; il flop del primo disco, seguito invece dal clamoroso successo di Il cielo è sempre più blu e il Festival di Sanremo del 1978 con Gianna in cui si piazza terzo dopo Anna Oxa e i Mattia Bazar. La hit parade di quell’anno, però, ribaltò i risultati del Festival, e Gianna rimase per diverse settimane al primo posto in classifica.
La storia d’amore con Irene va avanti, nonostante la sbandata che Rino ha preso per Chiara, grande sua fan che lavora nell’ambiente musicale e che la casa discografica del cantante gli affiancherà come sua manager. Chiara è sempre più attratta da Rino e Irene è gelosa. Durante un viaggio a Stromboli, malgrado le buone intenzioni, a Rino la situazione sfugge di mano. Il ritorno da Stromboli è durissimo, sia dal punto di vista professionale che sentimentale. Però, dopo la riconciliazione con il padre, sembra che per Rino stia per iniziare una nuova fase. Purtroppo però, il destino ha un appuntamento con lui all’alba del 2 giugno 1981 a Roma quando la sua Volvo 343 si schianta contro un camion sulla via Nomentana all’altezza dell’incrocio con via XXI aprile. Avrebbe dovuto sposarsi pochi giorni dopo…

Secondo il direttore di Rai Fiction, Agostino SaccàForse nel film non c’è la vera realtà di Rino Gaetano, ma la sua verità, si”. Saccà si riferisce ad alcune dichiarazioni polemiche sulla fiction rilasciate da Anna Gaetano, sorella del cantante che, in una intervista, aveva detto di non essere soddisfatta perché, secondo lei, il film tv non corrispondeva alla realtà. “Rino non aveva manie di grandezze, non aveva una villa con piscina e non avrebbe mai alzato la voce contro suo padre, diceva Anna Gaetano. Ma soprattutto, non era un ubriacone come lo si dipinge”.
Stiamo parlando di fiction - ha ribadito Saccà - e quando si raccontano storie è necessario lavorare in maniera drammaturgica. Riteniamo di non aver tradito il personaggio, d’altronde anche sulla sua morte, in un incidente, a 31 anni, è racchiusa un po’ della sua biografia. Comunque, il senso del film è quello dell’ironia che seppellisce il potere”.

Prima di scrivere la sceneggiatura - dice il regista Marco Turco - c’è stato un ampio lavoro di ricerca. Ci siamo letti tutte le biografie, abbiamo chiacchierato con gli amici più cari di Rino Gaetano. Ed è normale che se parli con 15 persone ti racconteranno 15 storie diverse tra loro e non si riconosceranno mai nel film perché ognuno ha un suo modo di ricordare Rino. Noi, ha proseguito Turco, raccontiamo la storia di un immigrato calabrese che all’inizio viveva in un seminterrato e che, alla fine della sua carriera, si compra una villa. Anche se nella realtà si trattava di una casa in campagna, visivamente la raccontiamo come una villa con piscina per esigenze televisive. Però, abbiamo riportato la forza di Rino Gaetano, il suo essere un giovane anti-eroe, figlio della sua epoca. Infine, per quanto riguarda gli scontri con il padre, bisogna dire che in quegli anni - e siamo nel ’68 - tutti avevano conflitti con il proprio padre”.
Claudio Santamaria, che veste i panni del cantautore con molta partecipazione, invece racconta che la prima cosa che ha fatto per entrare nel ruolo “è stato quello di calare di peso. Poi ho iniziato a leggere le sue biografie, e tutto ciò che lui leggeva, oltre ad ascoltare la musica che lui ascoltava. Infine, ho cominciato a suonare le sue canzoni, ma con la mano destra, perché io sono mancino. Volevo uscisse fuori un lato di lui che non si era mai visto nelle sue apparizioni tv, quello più poetico, più fragile. Perché Rino Gaetano, era prima di tutto uno scrittore ed un poeta”.
E Turco aggiunge ancora: “La prima volta che ho visto Claudio mi ha detto di non assomigliare affatto a Rino Gaetano. Invece si sbagliava. Poi, avevamo pensato di fare tutte le canzoni in playback; ma, un giorno, Claudio mi ha fatto sentire la sua versione di Sfiorivano le viole. Il risultato è stato che Claudio canta sempre durante tutto il corso del film. Le uniche due canzoni originali sono la prima, Mio fratello è figlio unico, e l’ultima, Ma il cielo è sempre più blu“.


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