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lunedì 21 maggio 2007
di Ludovica Mariani
L’uomo della Carità
Arriva su Canale 5 questa sera e domani la fiction su Don di Liegro interpretata da Giulio Scarpati
A dieci anni dalla scomparsa di Don Luigi di Liegro – fondatore della Caritas diocesana romana - la sua figura rivive oggi nelle due puntate da 100 minuti di questa miniserie (in onda questa sera e domani su Canale 5) diretta da Alessandro di Robilant. A dare viso e slancio a quello che fu un personaggio importante della capitale, anche se forse meno conosciuto nel resto del Paese, è Giulio Scarpati. "L’uomo della Carità" (già presentata al pubblico in occasione della Festa del Cinema di Roma) ripercorre la vita dell’animatore della Caritas

A dieci anni dalla scomparsa di Don Luigi Di Liegro – fondatore della Caritas diocesana romana - la sua figura rivive oggi nelle due puntate da 100 minuti di questa miniserie (in onda questa sera e domani su Canale 5) diretta da Alessandro di Robilant. A dare viso e slancio a quello che fu un personaggio molto importante della capitale, anche se forse meno conosciuto nel resto del Paese, è Giulio Scarpati che torna a fare coppia con il regista di Il giudice ragazzino che lo lanciò 14 anni fa.
L’uomo della Carità (già presentata al pubblico in occasione della Festa del Cinema di Roma) ripercorre la vita dell’animatore della Caritas fino al suo epilogo, a cominciare dagli anni Cinquanta quando è in Belgio tra i minatori immigrati italiani. Iniziano allora i primi contrasti con la Chiesa di Roma che non vede di buon occhio questo giovane sacerdote che alla preghiera unisce l’azione e l’impegno sociale.
Ricordavo Don Luigi - racconta Scarpati - ma per me era un prete come tanti. Ho dovuto leggere la storia della sua vita per capire fino in fondo cosa quest’uomo ha rappresentato non solo per la sua città, ma per i poveri e gli emarginati di tutto il mondo”.

Ma non è la prima volta che Giulio Scarpati indossa la tonaca di un prete sui generis. E’ già accaduto per il Don Silvestro protagonista di Aggiungi un posto a tavola (quarta edizione, nel 2002) la fortunata commedia musicale di Garinei & Giovannini.

Don Silvestro e Don Luigi, due preti d’azione. Com’è nata l’idea di interpretare il fondatore della Caritas?
Lo sceneggiatore Fabrizio Bettelli ha proposto a mia moglie Nora Venturini di collaborare con lui alla scrittura della fiction. Poi mi hanno chiesto se ero interessato al ruolo del protagonista, e a quel punto non ho potuto rifiutare”.

Come ci si prepara ad un ruolo così impegnativo?
Ho avuto molto materiale a disposizione, anche interviste e Tg dell’epoca. Poi ho incontrato chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e chi oggi è aiutato e sostenuto nelle strutture create da lui”.

Un’esperienza che lascia qualcosa nella vita di un attore...
"Senz’alcun dubbio. Al di la dell’impegno professionale Don Luigi non era e non è un personaggio che può passare inosservato. Sempre vicino alla gente, girava per le strade di notte ad aiutare i poveri e i disperati senza una casa e senza nessuno che si occupasse di loro. Con Don Luigi, in effetti, cambia il concetto stesso di carità che si trasforma in azione e impegno”.

Tante sono le tappe importanti nella vita di Don Luigi Di Liegro. Dalla fondazione della Caritas, alla casa famiglia per i malati di AIDS - una malattia allora pressoché sconosciuta e vista con sospetto e paura - a Villa Glori nella zona dei Parioli, quartiere dell’alta borghesia romana, per la quale Don Luigi dovrà intraprendere una dura battaglia con i comitati di quartiere decisi ad allontanare i malati. Fino al celebre episodio della Pantanella, una fabbrica dismessa e fatiscente occupata da centinaia di clandestini. L’occupazione terminò con un duro intervento delle forze dell’ordine che fecero sgombrare l’ex fabbrica.

Don Luigi fu tra i primi a capire l’importanza dei mezzi di comunicazione - prosegue Scarpati - e a farsi carico dei problemi degli emarginati e dei malati di AIDS. A cogliere il disagio dei giovani, a intuire quale grande problema sarebbe diventata l’immigrazione, a sostenere l’importanza del dialogo tra diverse religioni. Un precursore dei tempi che questa fiction rende, credo, anche nel suo aspetto religioso e spirituale. Il regista e gli sceneggiatori non sono caduti nella trappola di raccontare Don Luigi in maniera lacrimevole. Ci presentano un uomo che nella sua asciuttezza e concretezza non tradisce il vero spirito del personaggio”.

Nel corso della presentazione alla stampa, Luigina Di Liegro, nipote di Don Luigi e vicepresidente della Fondazione a lui dedicata, che porta avanti vari progetti di solidarietà ha svelato che “avere Scarpati nel ruolo di mio zio è stata la realizzazione di un sogno. Infatti avevo pensato a lui come interprete ideale ancora prima di cominciare a promuovere l’idea del film, dieci anni fa”.
Il responsabile fiction di Canale 5, Giorgio Grignaffini, ha poi ricordato che “durante la messa in onda della miniserie, passerà la scritta che invita a donare un euro attraverso un sms per le iniziative portate avanti dalla Fondazione Di Liegro”.
Tra gli altri interpreti della fiction ci sono anche Carlo Gambardini, Simone Gandolfo, Chiara Gensini, Ugo Conti, Claudia Coli, Flavio Pistilli, Moira Grassi, Marcello Arnone e la partecipazione di Mariano Rigillo nel ruolo di Monsignor Fabbri e quella di Renato Carpentieri che interpreta l’onorevole Robatta. Produce la IIF (Italian International Film) di Fulvio Paola Lucisano per RTI.

Leggere anche l’articolo collegato della Festa del Cinema:
http://www.cinespettacolo.it/csmain/articolo.asp?aid=4714

 
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Foto dall’Ufficio Stampa

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