"Tutto tranne che un reality". E ci tiene a precisarlo Maurizio Costanzo al debutto del suo nuovo programma Altrove – Liberi di sperare. Interamente girato all’interno del carcere di Velletri racconta il quotidiano dei detenuti e del personale di guardia in una casa circondariale. Telecamere a vista installate nelle celle, nei cortili, nelle sale di lavoro e durante gli incontri coi familiari, ma anche nelle stanze riservate ai guardiani e polizia penitenziaria, quei ‘detenuti senza condanna’ che per lavoro dividono la vita con i colpevoli di vari reati. Che in questo caso escludono quelli di natura sessuale o mafiosa sottoposti a regime speciale. Comunque, i detenuti che parteciperanno al programma hanno tutti condanne definitive.
Tutto è nato da un’idea di Fabio Venditti dopo una visita nel carcere di Sulmona e un’incontro con il detenuto Mario Savio. Una storia che fece scalpore perché per la prima volta un ergastolano per reati di camorra parlava rivolgendosi al figlio perché questi non facesse i suoi errori e non percorresse la sua stessa strada criminale. Ne è nato un libro dello stesso Venditti (Lettera di un boss della camorra al figlio) e poi lo spunto per un format sperimentale di cui Maurizio Costanzo è autore oltre che conduttore.
Da 30 anni davanti alle telecamere e la voglia, probabilmente, di programmarne altrettanti, Costanzo, abituato a scovare (e sempre con successo) nuovi spazi televisivi e nuovi pubblici, si è coccolato questo suo ‘figlio’ con particolare affetto.
“Sono andato come al CEPU, per imparare - dichiara - e spero di suscitare nel telespettatore voglia di conoscenza, per capire e mai giudicare. Non cerco il folklore e non voglio stupire ma presentare una realtà semisconosciuta come quella della vita di persone all’interno di un carcere”.
Clemente Mastella, ministro di Grazia e Giustizia - che ha partecipato alla conferenza stampa con Costanzo ed ha ‘benedetto’ l’iniziativa - ha specificato che “quando Costanzo è venuto a spiegarmi di cosa si trattava ho capito che non c’è mai stato un equivoco. Un equivoco nasce quando c’è qualcuno che non vuole una cosa”. Il Ministro si riferisce alle polemiche della scorsa estate, quando il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto, aveva presentato un’interrogazione parlamentare contro il progetto “di realizzare un reality show sui detenuti”, paventando il rischio di spettacolarizzazione della vita dei carcerati e di violazione della loro riservatezza.
“Ma le telecamere, ha spiegato Costanzo, saranno solo in tre celle, con la possibilità di spegnere l’audio e di uscire dalle immagini facendo un semplice cenno”.
Nessun copione e nessuna censura (“solo se ci saranno bestemmie”) ma ragionamenti fatti partendo da alcune parole ‘chiave’ come libertà, dolore, sogno.
Diviso in strisce quotidiane di 30 minuti ciascuna (dal lunedì al giovedì) in onda su Italia1 da mezzanotte e mezza (28 gli appuntamenti previsti) e una puntata settimanale (il venerdì alle 23.40) con vari ospiti in studio tra i quali (fissi) il direttore del carcere di Velletri Giuseppe Markovec e i Vice Commissari di Polizia Penitenziaria Luigi Lo Cascio e Marco Santoro, insieme allo psicoterapeuta Luigi Cancrini.