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mercoledì 5 aprile 2006
di Silvia Di Paola
50 anni di David di Donatello
Testa a testa con 13 nomination ciascuno “Il Caimano” di Moretti e “Romanzo criminale” di Placido
Era il 5 luglio del 1956. Non un giorno qualunque perché la storia dei "David di Donatello" cominciava da lì. Insieme alla tessitura di una parte dell’italica collettiva memoria cinematografica. Dunque i cinquanta anni si festeggiano qui e ora, insieme alla festa di un cinema italiano che ha chiuso la trimestrale di cassa positivamente: quest’anno, la sera del 21 aprile, quando verranno premiati i migliori, o tali giudicati dai 1100 giurati del Premio. In una corsa in cui, nella categoria del Miglior Film, compaiono

Era il 5 luglio del 1956. Non un giorno qualunque perché la storia dei David di Donatello cominciava da lì. Insieme alla tessitura di una parte dell’italica collettiva memoria cinematografica. Dunque i cinquanta anni si festeggiano qui e ora, insieme alla festa di un cinema italiano che ha chiuso la trimestrale di cassa positivamente: quest’anno, la sera del 21 aprile, quando verranno premiati i migliori, o tali giudicati dai 1100 giurati del Premio.

In una corsa in cui, nella categoria del Miglior Film, prevedibilmente compaiono - candidati entrambi per tredici categorie - l’ultimo Moretti d’oro di Il Caimano e il già pluripremiato Romanzo criminale (“Sono i film che più arrivano allo spettatore perché raccontano pezzi della nostra vita, anche quando sembra che parlino di politica, parlano in realtà di molto altro e ciò che spinge lo spettatore a vederli non è certo o solo il tema politico” ha commentato Angelo Barbagallo, produttore del Caimano), il Verdone maturo di Il mio miglior nemico (11 candidature), il fenomeno da botteghino - ma doc - Notte prima degli esami (della 01, il cui regista, Fausto Brizzi, corre anche nella categoria del Miglior regista esordiente, cosa praticamente mai accaduta) e il più piccolo La Terra di Rubini, mentre per la regia oltre ai quattro suddetti corre anche Antonio Capuano con La guerra di Mario.
 
Protagonisti maschili della corsa per il Miglior attore, Antonio Albanese (La seconda notte di nozze, 01), Fabrizio Bentivoglio (La Terra, Fandango/Medusa), Silvio Orlando (Il Caimano, Sacher Film), Carlo Verdone (Il mio miglior nemico, 01) e Kim Rossi Stuart (Romanzo criminale, Warner); mentre per la donne sono in lizza Margherita Buy (Il Caimano), Valeria Golino (La guerra di Mario, Fandango/Medusa), Cristiana Capotondi (Notte prima degli esami), Giovanna Mezzogiorno (La bestia nel cuore della Comencini per 01, film che ha avuto complessivamente sei nomination) e Ana Cateriana Morariu (Il mio miglior nemico). 
Da aggiungere, poi, i David del Cinquantenario, praticamente una piccola schiera di statuette da assegnare a Gina Lollobrigida e al costumista Piero Tosi, al direttore della fotografia Peppino Rotunno e ad Ennio Morricone, al produttore Dino De Laurentiis e a Suso Cecchi d’Amico, allo scenografo Mario Garbuglia e al regista Francesco Rosi, e da non dimenticare le celebrazioni legate a tre centenari importanti, quelli che ci ricordano di Roberto Rossellini, di Luchino Visconti e di Mario Soldati.
 
Appuntamento, allora, il 21 aprile, quando alle 21 l’Auditorium di via della Conciliazione, a un passo dal Vaticano, aprirà i battenti ai candidati per una serata prodotta dall’Ente David di Donatello e presentata da Veronica Pivetti che si darà da fare sullo sfondo delle scenografie di Luigi Dell’Aglio e tra un siparietto e l’altro animato dal protagonista della serata, Fabio Volo che arriverà dritto dritto da Barcellona, dove confeziona uno show per Mtv. Il tutto trasmesso in diretta da Raisat ma in una differita sprofondata nella terza serata di Raiuno (alle 23,50, se va bene).
Sarà per indifferenza o per sbaglio o per calcolo (legato ovviamente alle solite imperative ragioni dell’auditel)? Se lo chiede, presentando l’evento, Gianluigi Rondi, presidente dell’Ente: ma la domanda cade nel vuoto perché nessuno dei presenti sa (o vuole) rispondere, neppure quel Giancarlo Leone che qui rappresenta l’Anica ma che in Rai qualche voce in capitolo ce l’ha.
Insomma se il cinema festeggia un’annata non pessima e cinquanta anni di memorie, la Tv sta a guardare senza troppo interesse, evidentemente ha ben altre priorità.

Note:
*
Tutti contenti, tutti felici. Giampaolo Letta, amministratore delegato e vice presidente di Medusa Film, rileva nelle nomination ai David di Donatelloun motivo di ampia gratificazione per il lavoro produttivo e distributivo svolto da Medusa Film: sia nei metodi che nella sostanza. Il risultato delle nomination riconosce gli sforzi fatti nella direzione del cinema italiano di qualità, che da sempre caratterizza il nostro impegno. La terra, La guerra di Mario, Texas (tutti prodotti dalla Fandango di Domenico Procacci e distribuiti da Medusa) e I giorni dell’abbandono nascono da un progetto organico e meditato. Un plauso, dunque, all’intensità di Sergio Rubini, al rigore di Antonio Capuano, all’originalità di Fausto Paravidino, alla profondità di Roberto Faenza. E naturalmente, sul versante internazionale, al genio di Woody Allen, capace con Match Point (candidato al David internazionale) di rinnovarsi e ritrovarsi sotto il segno della sua migliore creatività”.

 
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