A Taormina la scorsa estate la aspettavano in tanti ma Charlotte Rampling, per ritirare il Premio Anna Magnani assegnato dall’ItaliaFilmFest e dal Taormina Arte Award for Cinematic Excellence sarebbe dovuta arrivare da Londra. Era previsto: avrebbe lasciato per un paio di giorni il set di Basic Instinct 2. Ma, alla fine, da Londra non si è mossa.
In Italia arriva ora per ritirare quel premio con un po’ di ritardo, alla Casa del Cinema e alla presenza non solo del padrone di casa Felice Laudadio ma anche di registi italiani, come Giuliano Montaldo o Liliana Cavani, che con lei condividono ricordi di film importanti. E di quel set londinese dice solo ciò che può dire: “Non è stato semplice, anzi piuttosto problematico e faticoso. Ma non posso parlarne molto perché Sharon Stone ha imposto a tutti un totale silenzio, un segreto assoluto sulla trama. Comunque posso dire che non sono io la forza sessuale trainante del film, io sono solo una psicoanalista, mi dò molto da fare e mi diverto molto, nonostante non sia impegnata in nessuna scena di sesso, forse per la prima volta. E, poi questo è il futuro”.
Già l’oggi è qui, nell’occasione di questo premio che attende. E, allora, “Eccomi di nuovo” dice lei riconoscendo davanti allo schermo gigante della Casa del Cinema facce di giornalisti che appena la scorsa settimana hanno parlato con lei di qualcos’altro. Ed evidentemente non è finita lì. Perché del bel film di Laurent Cantet, Verso Sud (Foto 3) - che ha ricevuto alla Mostra il Premio Marcello Mastroianni assegnato al giovane Menothy César e che sarà distribuito in Italia da Mikado - lei ha molto di dire e qualcosa vuole dirla anche in questa occasione solo per ricordare che “al di là delle polemiche inevitabili sui premiati e sui non premiati questo film è importante perché le donne di certe cose non parlano mai e nessuno ne parla per loro. Resta un tabù il loro desiderio e i modi per soddisfarli, dunque ben venga anche un uomo che ha il coraggio di parlarne, che non si limita a descrivere un fenomeno che porta tante donne occidentali a cercare la felicità in un’isola lontanissima da casa e con uomini più giovani ma mostra anche che cosa è il vero potere e la vera prostituzione. E questa è la sola violenza di cui parla il film, il resto è trattato con delicatezza e sensibilità. E, non ultimo, è raro che mi capiti ormai un così bel copione tra le mani perché per una donna della mia età non è più tanto facile”.
Così, sfiorando malinconie, parla la Rampling che, pure, rispetto ad altre sue colleghe vicine in età, lavora davvero molto. Ma, dice lei, “dei tanti copioni che mi offrono la maggior parte non mi interessa affatto. Sono pochi quelli davvero interessanti per una donna della mia età. Quei pochi li afferro al volo e, certo, sono più fortunata di altre. E, alla fine, penso che comunque il cinema riesca a parlare delle donne di oggi, anche se sono davvero pochi i registi che sanno farlo con finezza”.
In compenso la premiano in tanti. In compenso non la dimenticano: “E’ vero, di questo non posso lamentarmi, almeno per ora. E tornare in Italia, che sia Taormina o Roma o Venezia, per me è sempre una festa”. E domani? “Sto per andare in Francia: mi aspetta il set della mia prossima commedia”.
Biografia:
Attrice dal fascino particolare e dal grande talento, Charlotte Rampling nasce a Sturmer, Gran Bretagna, il 5 febbraio 1946. Dopo aver frequentato la Jeanne d’Arc Académie pour Jeunes Filles a Versailles e la prestigiosa St. Hilda’s School in Inghilterra, debutta nel mondo dello spettacolo come modella e indossatrice. Nel 1965 esordisce sul grande schermo in Non tutti ce l’hanno, film vincitore di una Palma d’Oro a Cannes. Ma il successo arriva l’anno successivo con Georgy, svegliati, seguito da Il lungo duello (1967) e Sequestro di persona (1968) di Gianfranco Mingozzi. Nel 1969 Visconti la vuole tra gli interpreti di La caduta degli dei e da allora l’attrice lavora spesso in Italia con registi di rilievo come Giuseppe Patroni Griffi in Addio fratello crudele (1971), Giuliano Montaldo in Giordano Bruno (1973) e Liliana Cavani che nel 1974 le regala fama internazionale con Il portiere di notte (Foto 4).
Affianca Sean Connery in Zardoz, un film di fantascienza, poi interpreta il ruolo dell’ereditiera nel noir Un’orchidea rosso sangue (1975) e, dopo aver fatto girare la testa all’investigatore Robert Mitchum in Marlowe, il poliziotto privato (1975), torna a lavorare in Italia, esibendosi fra l’altro in un memorabile balletto con Adriano Celentano nel film Yuppi Du (1975). Seguono Foxtrot (1976), Un taxi color malva e L’orca assassina (1977), prima del suo incontro con registi quali Woody Allen in Stardust Memories (1980 - Foto 5), Sidney Lumet ne Il verdetto (1982) accanto a Paul Newman e Claude Lelouch in Viva la vie! (1984). La sua carriera ormai si divide tra Europa e Stati Uniti: recita accanto a Mickey Rourke in Angel Heart-Ascensore per l’inferno (1987) di Alan Parker, in Paris by night (1988) di David Hare, Rebus (1989) di Massimo Guglielmi e in The Wings of the Dove (1997) di Iain Softley.
Durante gli anni ’90 si dedica anche alla televisione, per poi tornare al grande schermo con Sotto la sabbia (2000) di François Ozon, Spy Game di Tony Scott (2001) e Baciate chi vi pare di Michel Blanc (2002). L’anno dopo la sua interpretazione in Swimming Pool di Ozon (Foto 6) le vale un premio per la miglior attrice della European Film Academy. Attrice teatrale molto ambita e persino cantante, la Rampling torna a recitare in Italia nel 2004 col regista Gianni Amelio nell’acclamato Le chiavi di casa, presentato in concorso al Festival di Venezia 2004, che le vale il Premio Anna Magnani per la migliore attrice attribuitole dalla giuria composta da: Mario Monicelli, Suso Cecchi D’Amico, Tonino Guerra, Luca Magnani, Giovanna Gravina Volonté, Ennio Morricone, Peppino Rotunno, Dante Ferretti, Roberto Perpignani, Vittorio De Seta, Piero Tosi e Peppino Rotunno.