Una manifestazione unica nel suo genere, come sempre puzzle di incontri, eventi speciali, conferenze, proiezioni di corti digitali e presentazioni di spot, trailer, promo, tributo a tutto l’universo virtuale che si assembla di film in film e del tanto che vi gravita intorno.
Così, accanto a Mead che ha rimpaginato interi capitoli di fantascienza cinematografica a stelle e strisce, a parlare con pubblico e spettatori ci sarà anche Scott Stokdyk, visual effects supervisor della Sony e candidato all’Oscar per Spiderman, che attraverso inedite sequenze di Spiderman 2, rivelerà retroscena ed errori che pure sono serviti per la realizzazione di due dei più bei film/traduzione di fumetto degli ultimi anni.
Mentre non di errori ma di futuro parlerà e dettaglierà Scott Ross, che con la sua Digital Domain ha vinto l’Oscar per gli effetti visivi di Al di là dei sogni e Titanic.
Di futuro ma anche di passato: perché parlerà anche di tutto ciò che sta dietro la realizzazione dell’ondata che travolge New York in The day after tomorrow e del making of di Io Robot, da venerdì sui nostri schermi.
In mezzo la solita domanda continuerà ad aleggiare: il digitale serve alla storia? Al cinema, alla letteratura, all’arte in genere? Serve al racconto? “Sì perché è un modo di creare e di stabilire un rapporto di sé con le proprie opere creative, senza mediazioni, che è poi il sogno di ogni artista” risponde il direttore della manifestazione Fabrizio Funtò; ma le risposte non possono contarsi e l’interrogativo resta.
Il tutto, sempre in nome “di una comunità creativa internazionale da creare”, con tanto di modelle realizzate con sofisticatissimi grafica 3D che saranno fiutate e scelte dal pubblico di Internet, insomma miss in corsa e in concorso. Ovviamente virtuale.