Proteggere e liberare le città dai danni provocati da un’epidemia – intimava Sofocle nel suo immortale Edipo – significa innanzitutto conoscere sé stessi, prima che un’intera comunità si ammali di tristezza non riuscendo più a immaginare un futuro.
Il Teatro Vascello aderisce all’iniziativa di U.N.I.T.A. (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) che ha invitato i direttori di teatro, gli artisti ma anche il pubblico a presidiare le sale teatrali rimaste chiuse troppo a lungo e ad accendere le luci dei teatri solo per una sera, il 22 febbraio, cioè a un anno esatto dall’ultimo giorno prima della chiusura dei teatri per le norme anticovid.
Lunedì prossimo quindi (dalle 19.30 alle 21.30) il Teatro Vascello resta simbolicamente illuminato e aspetta il suo pubblico: per l’occasione e in via del tutto eccezionale Gabriele Lavia reciterà per il pubblico presente all’esterno del teatro.
Un gesto di protesta che porta in sé tutta la sofferenza per la chiusura dei teatri e per l’isolamento forzato, in questo anno di pandemia, a cui tutti gli artisti sono stati costretti.
Il 6 marzo 2020- si legge nella nota del Teatro- abbiamo dovuto sospendere il primo di una lunga serie di spettacoli - per un periodo che sembrava poter essere breve - in ottemperanza al primo provvedimento governativo che imponeva la chiusura immediata dei teatri per contenere l’emergenza sanitaria.
Torniamo per una sera ad incontrare quella parte essenziale e indispensabile di ogni spettacolo senza la quale il teatro semplicemente non è: il pubblico.
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