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giovedì 21 dicembre 2017
di Silvia Di Paola
Il ragazzo invisibile Seconda Generazione
"A differenza di altre saghe tipo Batman qui c’è qualcosa di simile a Harry Potter" dice Salvatores
Riecco il giovane Michele Silenzi che ha sedici anni, l’inquietudine dell’adolescenza in cerca di qualunque cosa, il disagio dell’essere ‘speciale’, poteri da nascondere e da controllare, una madre adottiva che lui amerà per sempre e che è appena scomparsa e tanta voglia di amare che sbatte contro muri di gomma.
Riecco il romanzo di formazione in versione fantasy firmato da Gabriele Salvatores, Il ragazzo invisibile. Seconda generazione, in cui il giovane protagonista si ritrova di nuovo orfano e  che arriverà in sala il 4 gennaio, in contemporanea all’uscita del film e del fumetto.

Riecco Salvatores, che figli non ne ha ma dice che “con questi film è  come se ne stessi adottando uno” e che confessa  che “dopo l’Oscar a Mediterraneo, ho sempre pensato che dovevo fare cose diverse e il mio obiettivo oggi e far credere ai giovani che possono farcela, io continuerò a parlare loro col cinema e, se me lo chiederanno, magari anche con una serie, non escludo nulla anche se non so dove va la serialita che è partita bene ma spero non perda il suo slancio”.
Rieccolo, convinto che un film non lo fa solo il regista ma anche lo sceneggiatore e tutti gli altri, a spiegare che “non sempre i superpoteri servono a salvare il mondo e che le più diffuse paure dei giovani sono, come lo hanno provato dei temi che abbiamo fatto fare in alcune scuole, quella di non essere figli della propria madre e quella del terrorismo. Allora ho voluto inserire anche l’idea che chi è cattivo non lo è perché così è nato ma per ciò che ha subito dalla società o da qualcuno”.

Il tutto in un film costato più o meno quanto il primo, circa 8 milioni, e realizzato senza preconcetti “perché anche la storia del budget che è sempre usata come scusa vincolante deve finire, anche per Star Wars nel ‘ 77 si diceva che con quel budget era impossibile fare quel film è abbiamo visto come è andata”.
Ma cosa c’è di diverso tra questo e il primo film della saga?
A differenza di altre saghe modello Batman qui c’ è qualcosa di simile alla saga di Harry Potter, cioè c’è un protagonista che cresce e che, come tutti i sedicenni, scopre il lato oscuro, malinconico, anche poetico delle cose. Lui lo scopre e tutto diventa più complesso, infatti rispetto al primo film questo è meno lineare, con molti salti temporali, molto da scoprire e molti aspetti misteriosi, quasi da thriller” chiosa Salvatores, deciso.

Mentre più indeciso è il giovane interprete Ludovico Girardello seduto accanto a lui che racconta: “Direi che è stato divertente e che ho vissuto il primo film come un prologo, questo come un film pieno di roba e direi che sono pronto per il terzo. Per il resto è stato più facile perché avevo più esperienza, nel primo è stato come un gioco, in questo secondo un vero lavoro”.
Come che sia è una vera sfida ai racconti di supereroi americani, in nome del fatto che anche noi possiamo giocare a creare un immaginario per i ragazzi italiani: “Diciamo che ho cercato di non lasciare solo Luc Besson che ci ha provato a fare fantascienza europea. Ma questo già dai tempi di Nirvana”.

E non chiedetegli di X Men, perché lui giura di non averli mai visti. Di più: “ Sono un fan del cinema fantasy americano dei ‘ 90, ho amato i Gremlins, ho pianto vedendo ET e ho adorato tutto quel cinema che univa spettacolo e riflessione e portava al cinema a divertirsi genitori e figli. Quella è la mia sola ispirazione”.
E quanto, invece, ha bussato alla porta la contemporaneità? “Ho pensato molto alle due madri di questa storia e  ho idee precise su questo. Credo che i figli sono di chi li cresce perché partorirli è molto più facile che crescerli, cosa davvero difficile, e con questo ho detto tutto".

"Per il resto, invece, la scelta della Russia come luogo oscuro non è certo ideologica, dipende solo dal fatto che è un paese che alla fine conosciamo poco e quindi è facile immaginare che li possano succedere cose impensabili”
Come che sia arrivare al secondo capitolo, dopo il successone del primo è una enorme vittoria, perché non dimentichiamoci che, il primo Ragazzo Invisibile oltre ad arrivare a vincere l’Oscar Europeo dei film per ragazzi, era stato accolto da folle di giovani che sui social scrivevano: ”Noi questo film non lo andiamo a vedere perché è italiano e i film italiani fanno schifo”.


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