Stavolta Francesca Comencini cambia registro e offre al pubblico una commedia sentimentale ‘non d’amore ma sull’amore’ e venata di sottile (auto) ironia, tratta dal suo romanzo omonimo Amori che non sanno stare al mondo, sceneggiata con Francesca Manieri e Laura Paolucci, e presentata quest’estate al Festival di Locarno e ora, in anteprima italiana, al Torino Film Festival. Un film che probabilmente non metterà tutti d’accordo, nemmeno le stesse donne perché probabilmente non tutte si identificheranno con questa donna, ossessiva e irritante, un po’ folle (l’amore a volte lo fa diventare) e polemica. Ma forse ritroveranno in lei qualche reazione emotiva in comune o una situazione per cui sono passate.
Anche perché si tratta di un’opera al femminile, sebbene non femminista né contro i maschi, in questi casi spesso impauriti. Una riflessione che invita a discutere sul tema, anche perché sull’amore non si può generalizzare e raramente l’eccezione fa la regola. Inoltre, l’autrice per ricordare allo spettatore che si tratta dell’amore nel nostro tempo, ai frammenti della vita amorosa di Claudia contrappone scene di repertorio sull’amore oltre cinquant’anni fa. Claudia (una Lucia Mascino protagonista, dopo “Fraulein - una fiaba d’inverno”) e Flavio (Thomas Trabacchi) si sono amati, per diverso tempo e con grande passione. Ma poi, come capita spesso, ad un certo punto tutto è finito e per lei non è stato certo facile.
Dopo tanti anni il loro è un mondo alla deriva, come un’isola. Lui ha la furia e la fretta di andare avanti, tornare a terra; lei non vorrebbe dimenticare mai, e si afferra al passato. Un giorno però, Flavio incontra Giorgia (Camilla Semino Favro), con l’energia e la vitalità dei trent’anni, e basta un attimo tra loro perché convolino a nozze. D’altra parte Claudia e Nina (Valentina Bellè) si conoscevano già, all’università, divise dal ruolo, dall’età, dall’idea che il rispetto non si sarebbe mai trasformato in amore. Ma Nina non è solo bellissima, ma anche seducente e meravigliosa e il suo abbraccio ha una potenza a cui non ci si può sottrarre. E Claudia capirà che è il momento di lasciarsi alle spalle il vecchio amore, finito da tempo, tanto “alla fine anche i Beatles si sono lasciati”
“Con questo film – spiega la regista nelle note – ho cercato di raccontare con gioia e allegria un disordine amoroso e un dolore, perché quando si soffre per amore, quando si cercano le parole per rovesciare l’assetto delle cose, quando ci si lancia come delle Don Chisciotte impazzite contro la fine degli amori, si è disperate ma anche molto buffe. Ho cercato di creare un personaggio femminile non vittima, seppure sofferente, un personaggio irritante e tenero, scomodo, combattivo. Con lei, intorno a lei, tanti altri personaggi femminili, tasselli di uno stesso mosaico, donne che cercano un altro modo possibile di stare al mondo. In mezzo un uomo, affascinante, che sembra vicino, vicinissimo, ma è ancora lontano: troppo impaurito, troppo guardingo di fronte a tanto disordine e a tanto cercare".
"Ho voluto ardentemente fare questo film, perché credo sia una delle grandi utopie del nostro tempo quella che si nasconde dietro tutto questo disordine. C’è un tesoro nascosto dentro quel rincorrersi, dentro tante incomprensioni, tanti belligeranti nottate: un modo differente per gli uomini e le donne di stare assieme senza pagare il prezzo, ormai irricevibile eppure ancora moneta corrente, del silenzio delle une e del dominio degli altri”. Nel cast anche Carlotta Natoli (l’amica Diana), Iaia Forte (Anchor Woman) e Filippo Dini (Lucio). La fotografia è firmata da Valerio Azzali, il montaggio da Ilaria Fraioli e le musiche originali da Valerio Vigliar.
Nelle sale italiane dal 29 novembre distribuito Warner Bros. Pictures Italia in 120 copie
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