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lunedì 23 ottobre 2017
di Silvia Di Paola
Gerard Butler "amo l’Italia"
"Vorrei lavorare ancora con Muccino e spero con Sorrentino" dice il protagonista di "Geostorm"
Non solo bello, non solo sexy da morire ma anche solare, pronto allo scherzo e pronto a  divertire e a divertirsi. E anche a mettere in ballo la mamma mandandole la foto di tutti i giornalisti in attesa di parlare con lui perché “così capisce che vita d’inferno faccio e perché non la chiamo spesso”, Gerard Butler arriva a Roma per presentare Geostorm (dal 1 novembre nei cinema), catastrofista storia di irreversibili cambiamenti climatici che ormai solo delle reti satellitari gestite a livello mondiale possono tenere sotto controllo per evitare la distruzione dell’intero pianeta e sa ridere di ogni cosa. A cominciare da se stesso.

Chi è lui dentro questa catastrofe?
Uno scienziato geniale,anche un po’ cowboy, una persona fuori dagli schemi che detesta la burocrazia e i vincoli e ha un modo di fare sincero ma rude, almeno finché non  capisce che deve frenare un po’ i suoi istinti, accettare qualche mediazione e, purtroppo, cedere per arrivare allo scopo“

Ma quanto è politico un film in cui la catastrofe arriva dal drastico cambiamento climatico che noi uomini stiamo causando giorno dopo giorno, cavalcando spesso una masochistica incoscienza?
“Da un lato direi che non bisogna dare valenza troppo politica a un film che vuol essere intrattenimento, un po’ come i film con supereoi (ormai anche questi diventati molto catastrofisti)  ma dall’altro mi fa pensare il fatto che il film nasce prima ancora della candidatura di Donald Trump alla presidenza”

Che cosa le fa pensare?
Dopo la sua decisione di uscire dall’accordo di Parigi e dopo tutte le tempeste che abbiamo avuto nei mesi estivi mi fa pensare che di certo bisogna oggi ricorrere a misure opposte a quelle messe in atto sino ad ora e che tutti i governi del mondo dovrebbero collaborare tra loro e insieme trovare una soluzione e che possono farlo, come nel film, solo tutti insieme”

Del resto in molti film incombe ormai il tema ricorrente della minaccia ambientalista...
Sì, ma in questo film non si parla di quello che si può fare per evitare catastrofici  cambiamenti ambientali ma si dice che è ormai troppo tardi e si deve trovare una drastica soluzione per porre rimedio a ciò che l’uomo ha provocato. Nella prima versione della sceneggiatura il film doveva essere ambientato nel 2030 che poi è diventato il 2019 perché ci siamo resi conto che tutto sta accadendo più velocemente. Purtroppo”

Ma, oltre questo film, che cosa le fa scegliere di entrare o meno in un progetto? Come sceglie i ruoli da interpretare?
“Dipende dalla trama e da dove verrà girato ma anche da cosa ho fatto prima. Cerco di alternare i generi, di non ripetermi troppo. Ora per esempio, ho appena fatto un thriller psicologico girato in situazioni estreme e l’ho alternato a un film come questo che mi sono divertito a girare”

Le piacerebbe lavorare in Italia?
Mi piacerebbe moltissimo fare un film in Italia, anche più di uno per poter passare qui almeno un anno intero perché ogni volta che vengo qui sono affascinato soprattutto da Roma. Quando mi affaccio da queste finestre mi chiedo perché vivere a Los Angeles quando la vita vera è qui, e questa?”

E con che regista vorrebbe lavorare?
Amo Muccino perché lui è una fonte di energia inesauribile. E’ molto impegnativo lavorare con lui perché è un vero maestro. E amo anche il cinema di Sorrentino. Verrei subito a lavorare anche con Sorrentino  e mi ha deluso non essere stato invitato a fare Berlusconi nel suo ultimo film. Scherzo ma ho speranze per il futuro. Di lavorare con loro e di poter fermarmi in Italia per un po’”.

 
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