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giovedì 20 ottobre 2016
di Alessandra Miccinesi
Festa del Cinema, tutti pazzi per Meryl
Nel giorno dedicato all’Attrice per eccellenza, l’Auditorium Parco della Musica si scalda e accoglie Meryl Streep - protagonista con Hugh Grant della commedia Florence Foster Jenkins - con un bagno di folla
Standing ovation per Meryl Streep. che esordisce con un italianissimo ’buongiorno’. Oggi, ad inchinarsi al talento e all’umiltà della ’più brava della classe’, oltre alla folla assiepata per ore dietro le transenne del tappeto rosso, c’erano anche i giornalisti. Che prima della conferenza stampa di presentazione del film di Stephen Frears, passato nella Selezione ufficiale e interpretato accanto a Hugh Grant, hanno tributato applausi all’attrice hollywoodiana più amata al mondo, Meryl Streep.

Lei, che alla Festa del Cinema di Roma (allora Festival Internazionale del Film di Roma) c’era già stata 7 anni fa per ritirare il Marc’Aurelio alla Carriera dalle mani di Giuseppe Tornatore, ribadisce di amare soprattutto il cinema italiano al femminile. E se nel 2009 spese i nomi di mostri sacri del cinematografo come Silvana Mangano, Eleonora Duse, e Giulietta Masina, oggi indica in Alba Rorwacher un’attrice degna di raccogliere il suo testimone. "E’ un’attrice speciale l’ammiro molto"

E di cinema italiano la Streep ha parlato anche in vista dei prossimi Oscar. "Sosterrò con l’Academy Fuocoammare di Gianfranco Rosi che secondo me ha ottime chanse, perché è un’opera davvero unica che ci tocca con tante immagini, come quella del bambino tirato fuori dal mare" spiega l’attrice 3 volte premio Oscar, che si dice orgogliosa del documentario del regista italiano, bravo a "raccontare l’orrore consentendoci anche di uscirne, con la storia di questo medico che in una piccola isola combatte contro il male del mondo". E dell’Italia artistica cosa le piace? "Amo tutti, tutti al mondo vogliono essere italiani e io sono una di loro".

Sorride generosa la Streep, come farebbe Florence, il suo nuovo personaggio che va ad arricchire la sua sterminata galleria di donne (il film sarà in sala dal 22 dicembre con Lucky Red). "Florence Foster Jenkins - spiega - era una donna di grande passione. Lo metteva in tutto quello che faceva ma per gli altri lei non aveva grande talento: ce l’aveva solo per chi l’amava. E per loro, lei cantava benissimo" dice l’attrice, che ripensando alla sua vita, ricorda quando guardava gli spettacolini dei suoi figli: "organizzavano show per i genitori, durante i quali era vietato ridere e andarsene prima della fine. Era difficile rimanere seri di fronte a scene di fratricidi. Ecco, questa immersione totale nella storia era ciò che rendeva Florence come una bambina: la sua interpretazione era per amore dell’arte, per questo le persone andavano a vederla".

Come ha preparato il personaggio? "Non ho mai fatti un ruolo così, prima. Mi sono preparata a cantare con la voce che lei sentiva nella sua testa. Come Gershwin, che cantava sulla musica che suonava ma ciò che gli altri sentivano sembrava stonato: lui invece sapeva qual era la cosa giusta".
Le è mai capitato di essere protetta da critiche negative? "Non leggo le recensioni perché non sai mai se ti stanno tendendo un’imboscata dolorosa, specie oggi in cui vieni attaccata per il fisico, l’età eccetera. A proteggermi dalle recensioni ci pensa mio marito, che le fa sembrare tutte ottime. E così sopravviviamo".

Florence usa la musica per sopravvivere: fare cinema per lei cosa significa, oggi rispetto a ieri? "La stessa cosa che significava quando ho iniziato. Tutte le donne che ho interpretato sono le stesse in cui sono entrata. Non percepisco cali d’entusiasmo. Amo recitare e amo i personaggi: devo difendere questa donna, mi dico ogni volta, e ciò che so di lei. Tutte meritano di avere una collocazione".

Lei è un mito: sente il peso della responsabilità? " Oh sì, quando arrivo sul set il primo giorno avverto l’obbligo di smantellare un certo edificio, un muro di separazione che non mi aiuta con i miei colleghi. Me ne libero inconsciamente per poter lavorare insieme. Anche Hugh (Grant, ndt) mi ha confessato di avere paura di recitare con me. Allora fingo di scordare le battute e sbaglio le indicazioni date dal regista. Così tutti si rilassano e pensano "non è poi così brava!".

L’illusione può essere un’arma per vincere la paura? "I film sono illusione e nessuno di voi sarebbe qui se non fosse così, no? Senza illusione sarebbe un mondo di documentari. L’illusione è bellezza,è arte. Io sono pessima in molte cose: ho 4 figli che mi ricordano tutto ciò in cui non sono brava".

E sulle presidenziali americane, cosa può dire? "Non credo di dover commentare il sessismo di Trump ma tra venti giorni credo che alla presidenza degli USA avremo Hillary Rodham Clinton. E questa mi sembra una buona notizia".


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