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martedì 15 aprile 2014
di Alessandra Miccinesi
PASOLINI-ROMA
Da oggi al Palazzo delle Esposizioni la mostra sul rapporto tra Pasolini e la città Eterna
Pasolini infinito Pier Paolo. All’immenso poeta, intellettuale, regista, scrittore, drammaturgo e uomo lacerato dalle persecuzioni giudiziarie ma soprattutto dal rapporto amore-odio con la città Eterna, che lui stesso in 25 anni contribuì a ridefinire in maniera incisiva col mezzo cinematografico, la Capitale dedica una grande mostra “Pasolini-Roma”
Pasolini infinito Pier Paolo. All’immenso poeta, intellettuale, regista, scrittore, drammaturgo e uomo lacerato dalle persecuzioni giudiziarie ma soprattutto dal rapporto amore-odio con la città Eterna, che egli stesso in 25 anni contribuì a ridefinire in maniera incisiva col mezzo cinematografico, la Capitale dedica una grande mostra Pasolini-Roma (in contemporanea con Parigi, Barcellona e Berlino). Si tratta dell’ultimo progetto curato da Gianni Borgna recentemente scomparso, il quale fino all’ultimo si è dedicato alla realizzazione dell’evento su Pasolini, curato con Jordi Ballò e Alanin Bergala.

Sceneggiature e fotografie, articoli di giornale e pagine di diari, interviste televisive e autoritratti, appunti di viaggio e poesie. Tutto sullo sfondo della città di Roma nelle sequenze di film di culto, come Uccellacci e uccellini, Accattone e Mamma Roma, gli scatti di Anna Magnani o i momenti di relax al mare con Maria Callas, i discorsi con Jean Luc Godard e il fuori set con Orson Welles.
C’è tutto il Pasolini già conosciuto, e molto altro da scoprire - e che non ci si aspetta di assaporare nel lussuoso allestimento al Palazzo delle Esposizioni (15 aprile – 20 luglio 2014) - che mette insieme passione civile e battaglie giudiziarie, unisce la bellezza dell’arte alla decadenza della politica, apre piccole finestre sul privato senza pudore e svela missive firmate Pasolini che si dichiara tra i puntini di sospensione ’innamorato’.

La mostra è focalizzata sul rapporto dell’uomo e artista friulano con Roma. Un rapporto amore-odio, quello vissuto tra il visionario intellettuale che seppe anticipare, con largo anticipo, il futuro che ci vede oggi impaludati, ad una città zeppa di contraddizioni che accolse il poeta nel ’50.
Pasolini giunse a Roma con la madre, dopo la denuncia per atti osceni che gli costò l’espulsione dal PCI e la perdita dell’incarico come insegnante a scuola. Lo racconta in uno video proprio Gianni Borgna, che aveva avuto la fortuna di incontrare Pasolini da ragazzo, e subito ne rimase colpito. Per la dolce fermezza espressa dall’intellettuale, determinato e coerente. Sempre.

Anche per questo, la mostra romana non ha il sapore retrò della nostalgia. Ma rievoca con la stessa forza e incisività di mezzo secolo fa tutta la potenza del profetico messaggio pasoliniano sul vuoto culturale e sociale: messaggio oggi gridato dalle ‘opere vive’ esposte sulle pareti del Palaexpo e rivolto alle nuove generazioni,
’’Era andato a vivere nella periferia povera, a Ponte Mammolo, in una casa di borgata senza tetto e senza intonaco vicino alla prigione di Rebibbia – raccontava Gianni Borgna - era un povero tra i poveri’’. Ma proprio in quel sottoproletariato delle borgate, dominato dalla precarietà e dall’incertezza economica, Pasolini troverà i protagonisti dei suoi primi romanzi e lungometraggi.

In questo ambiente disagiato scoprirà un universo nuovo che gli darà un’ispirazione potente, capace di sviluppare in Pasolini un autorevole senso critico e una spiccata analisi che influenzeranno, da lì in poi, tutta la sua produzione. Roma, quella Capitale così lontana dai palazzi, diventa il centro di osservazione privilegiato per un’analisi socio-culturale che cozza con l’azione dei media e fa a pugni coi poteri forti.
I media trasformano Pasolini in capro espiatorio. Trentadue i processi che lo vedono imputato alla sbarra, l’accanimento della stampa e della televisione nei confronti di un artista radicale, libero e anarchico, fedele solo alle sue idee, non si ferma neanche dopo la tragica notte del 2 novembre 1975 all’Idroscalo di Ostia. Dove Pasolini verrà massacrato.  

La mostra arriva a Roma dopo lo straordinario successo delle due precedenti edizioni - al Centro di Cultura contemporanea di Barcellona e alla Cinemateque Francaise di Parigi – e questo la dice lunga sulla profetica verità incarnata dal messaggio pasoliniano, e di come i giovani abbiano fame di messaggi come quello profuso ante litteram da Pasolini: portatore di verità dirompenti che fanno tremare i polsi (e i muri dei Palazzi) ancora oggi.
Per sapere come è Roma vista con gli occhi di Pasolini basta varcare la soglia del Palazzo delle Esposizioni, e respirare l’aria di una città che non c’è più. Ma che è ancora lì, cristallizzata, in tutto ciò che è stato detto, scritto, vissuto e respirato, pianto e sorriso da Pasolini.

E’ tutto lì, in bella mostra sulle pareti – versione audio e video  - a celebrare la figura del più grande intellettuale del Ventesimo secolo. Pasolini-Roma, un binomio in cui è rintracciabile il filo rosso che traccia il sentiero di una incredibile vis creativa. I quartieri scelti come set, le case in cui Pier Paolo ha abitato, gli amati libri, le passioni, gli amori, le delusioni, la difesa della libertà di pensiero, il cinema, gli amici. Una mostra che svela documenti e aspetti inediti, dicevamo, organizzata in sei sezioni: dagli anni ’50 al ‘75. Fino al giorno delle esequie di Pasolini in cui tra rabbia e dolore, passione e resistenza civile, tra la folla riecheggia il discorso dell’amico Alberto Moravia. Parole commoventi e forti, che non riescono ad asciugare le lacrime di un disperato Ninetto Davoli. Assolutamente da non perdere

Via Nazionale 194, da oggi fino al 20 luglio
Tutti i giorni dalle 10 alle 20; venerdi e sabato dalle 10 alle 22,30
Info: 06/3996750006/39967500


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http://www.palazzoesposizioni.it
 
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Foto dall’Ufficio Stampa

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