Da qualche giorno la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma espone la prima importante e completa retrospettiva di Mario Schifano - a cura di Achille Bonito Oliva - in collaborazione con l’Archivio Mario Schifano. Più di centotrenta opere tra dipinti e disegni che ne ripercorrono l’avventurosa vita.
La mostra ricorda un’icona dell’arte italiana a dieci anni dalla sua scomparsa. Precursore di una certa avanguardia artistica a cominciare dai grandi monocromi, ha contribuito al rinnovamento dell’arte internazionale, in contatto con artisti quali Tzara e Duchamp, Rauschenberg e Kline, Dine e Jasper Jones, senza dimenticare Andy Warhol.
Mario Schifano (Foto2 - 1934-1998) è stato la prima grande figura internazionale dell’arte italiana contemporanea e negli anni Sessanta uno degli artisti della scuderia della grande gallerista americana Ileana Sonnabend.
“Quantità, qualità e poi quantità è l’equazione creativa propria di Schifano, ha spiegato Achille Bonito Oliva. Per lui essere moderno significava adattare la pittura al carattere quantitativo della nostra epoca. La sua opera rappresenta l’itinerario materialista di un artefice di immagini che crede nell’assunto che ‘il tempo è denaro’ ”.
Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna i numerosi prestiti concessi, soprattutto da collezionisti privati, restituiscono la grandezza dell’artista e la forza anticipatrice delle sue opere. La mostra ripercorre i quarant’anni di produzione artistica di Schifano, a partire dalle prime opere degli anni Cinquanta, perlopiù inedite, le quali dimostrano come, appena ventenne, egli aveva già acquisito una propria identità. Nella sezione dei disegni è esposta per la prima volta la cartella grafica realizzata con il poeta Frank O’Hara.
L’allestimento, curato da Federico Lardera, presenta le opere decennio dopo decennio, ricordando come vita ed arte siano state inestricabilmente legate nel lavoro di Schifano, che trovava nella quotidianità e nel paesaggio urbano, nei viaggi e nei ricordi un’inesauribile fonte d’ispirazione. Fu tra i primi a sperimentare innesti tra pittura, musica, cinema, video, fotografia. Con le famose polaroid che catturavano l’istante, Mario Schifano coglieva dall’ambiente circostante il piacere del cromatismo mediterraneo fatto di colori limpidi e luminosi. La sua attività è stata scandita dalla creazione di cicli tematici progressivi fino a sconfinare nel linguaggio multimediale. Il periodo che va dal 1990 al gennaio 1998 è, infatti, particolarmente segnato dai media e dalla multimedialità, interrotto soltanto da alcuni cicli più prettamente ‘pittorici’, in una fase di piena coscienza del proprio ruolo di artista-uomo del suo tempo.
La mostra resterà aperta fino al 28 settembre, poi si sposterà a Milano e in Francia, al Museo d’Arte Moderna di St. Etienne.
Galleria Nazionale d’Arte Moderna
Viale delle Belle Arti, 131 - Roma
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