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mercoledì 9 maggio 2007
di Nicola Navazio
La prima volta in Italia di George Grosz
“Tra visioni e realtà” Villa Medici espone circa 200 opere dell’arte pungente del maestro tedesco
Disegni, acquerelli, oli, illustrazioni, caricature: l’arte corrosiva di George Grosz è in mostra da oggi e per la prima volta in Italia nella grande retrospettiva allestita fino al 15 luglio all’Académie de France di Villa Medici a Roma. Circa 200 opere, tra cui molte inedite, racconteranno il percorso creativo dell’artista tedesco, considerato uno dei maestri del Novecento. Intitolata “Georg Grosz. Berlino-New York. Tra visione e realtà: le opere teatrali e politiche”, l’esposizione è stata curata da Ralph Jentsch, e presenta i lavori realizzati tra il 1910 e il 1959

Disegni, acquerelli, oli, illustrazioni, caricature: l’arte corrosiva di George Grosz è in mostra da oggi e per la prima volta in Italia nella grande retrospettiva allestita fino al 15 luglio all’Académie de France di Villa Medici a Roma. Circa 200 opere, tra cui molte inedite, racconteranno il percorso creativo dell’artista tedesco, considerato uno dei maestri del Novecento.
Intitolata Georg Grosz. Berlino-New York. Tra visione e realtà: le opere teatrali e politiche, l’esposizione è stata curata dal direttore della Fondazione Grosz, Ralph Jentsch, e presenta i lavori realizzati tra il 1910 e il 1959, anno della morte, provenienti dal lascito George Grosz e da numerose collezioni private. Dal momento che in Grosz vita e produzione artistica si intrecciano indissolubilmente, le opere saranno affiancate da una grande quantità di testimonianze, fra cui libri, immagini fotografiche di repertorio e documenti storici. Il percorso espositivo prende le mosse dai primi disegni, eseguiti quando l’artista, nato a Berlino nel 1893, aveva solo 15 anni e già si cimentava in rappresentazioni realistiche e fantasiose scene grottesche. Quasi fossero già in luce le due anime di Grosz, sviscerate dalla mostra romana, il realismo graffiante della produzione di carattere politico e l’aspetto visionario e tragico espresso nei lavori teatrali.

Disegnatore e pittore, Grosz usa matita e pennello per testimoniare il suo tempo, dalla prima guerra mondiale (alla quale partecipa suo malgrado) al fallimento della rivoluzione tedesca, all’ascesa del nazismo. Nei suoi disegni consuma un violento attacco contro l’ordine costituito e manifesta un disprezzo radicale verso ogni forma di militarismo, ma anche verso il clero e la borghesia. Un profondo conflitto etico e sociale che si esprime nei campi di battaglia disseminati di morti e prigionieri. E cambiando perfino nome, passando da Gross a Grosz, mentre decide, per provocazione, di parlare in inglese invece che in tedesco.
L’evoluzione del linguaggio espressivo, nel segno delle avanguardie, accompagna la necessità di rendere la sua opera sempre più vibrante e incisiva. Dopo il Judendstil degli esordi, Grosz abbraccia il dinamismo e la visione del Futurismo italiano, per lasciarsi in seguito influenzare dal Dada, come dimostrano i collage e i fotomontaggi realizzati per le riviste satiriche.

Dopo il 1924 la sua pittura diventa verista e raffigura realtà urbane spaventose e grottesche fino a sfociare in uno stile allucinatorio, intriso di deformazioni espressioniste, reso ancora più efficace dalla semplicità del tratto infantile e da una minuziosa analisi dei dettagli. Le sue caricature e i disegni restano ad oggi uno dei ritratti più fedeli della Germania del suo tempo, che Grosz abbandona nel ’33, dopo l’ascesa del nazismo, quando viene bollato quale artista degenerato.
Si trasferisce a New York, dove insegna e, in pochi anni, ottiene la cittadinanza americana. Pur trasformata, la sua opera non perde la vena polemica e l’artista prosegue il suo lavoro contro l’ingiustizia e l’oppressione, la guerra e il nazismo.
Dell’importante produzione per il teatro, la mostra di Villa Medici presenta per la prima volta bozzetti di scenografie e costumi realizzati tra il 1919 e il 1954 per le opere teatrali di Bernard Shaw, Iwan Goll, Georg Kaiser, Paul Zech, Jarolav Kasek e altri. La rassegna si conclude con i collage del 1959 ideati nello stile della Pop Art.

In occasione della mostra, dopo un lungo periodo di assenza dal mondo dell’editoria, sarà pubblicata una monografia dell’artista George Grosz. Berlino-New York a cura di Ralph Jentsch ed edita dalle Edizioni Skira. Il volume (40 euro), stampato in quattro lingue (italiano, tedesco, francese e inglese) conterrà più di 500 immagini, a colori e in bianco e nero, e includerà due saggi: uno di Enrico Crispolti su Grosz e l’Italia e l’altro di Philippe Dagen sull’esperienza americana dell’artista. All’interno del catalogo saranno presenti i disegni inediti esposti per la mostra a Villa Medici.

Dal 9 maggio al 15 giugno 2007
George Grosz, Berlino-New York
Villa Medici – Viale Trinità dei Monti, 1 – Roma
Info:
06.67.61.291
Biglietti: Intero: 8 euro - ridotto: 5 euro
Orario: 11,00 – 19,00 (chiuso il lunedì)


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