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venerdì 24 febbraio 2006
di Nicola Navazio
Modigliani in mostra al Vittoriano
A Roma grande esposizione antologica per celebrare l’artista livornese a quasi 50 anni dall’ultima
Torna nella capitale, dopo 47 anni di assenza, l’arte di Amedeo Modigliani in una grande mostra al Vittoriano. Più di cento opere, tra cui alcune mai esposte in Italia, raccontano l’intero percorso creativo del pittore livornese tra il 1906 e il 1919, attraverso questa significativa retrospettiva che si snoda tra oli, acquerelli, sculture e disegni, realizzati dagli anni della formazione al 1919. Un vero e proprio omaggio all’artista livornese, morto nel 1920 a soli 35 anni. Curata dal direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Lugano Rudy Chiappini

"Poeta ardente e pittore grande fra i grandi. Passò come una meteora; tutto grazia, tutto collera, tutto sprezzo. La sua anima altera di aristocraticoaleggiò a lungo fra noi nei riflessi cangianti dei suoi begli stracci versicolori". (P. Guillaume, 1930)

Torna nella capitale, dopo 47 anni di assenza, l’arte di Amedeo Modigliani in una grande mostra al Vittoriano. Più di cento opere, tra cui alcune mai esposte in Italia, raccontano l’intero percorso creativo del pittore livornese tra il 1906 e il 1919, attraverso questa significativa retrospettiva che si snoda tra oli, acquerelli, sculture e disegni, realizzati dagli anni della formazione al 1919. Un vero e proprio omaggio all’artista livornese, morto nel 1920 a soli 35 anni.

Curata dal direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Lugano Rudy Chiappini, l’esposizione promossa dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione (e organizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia) si avvale dei prestiti di importanti istituti museali internazionali. In particolare, sono esposte tutte le opere conservate in Italia: i tre oli della Pinacoteca di Brera, altre tre opere della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, due invece da Torino (Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea e la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli) e poi, ancora, Livorno, Udine, Venezia, Vicenza, Verona. Grazie anche a tutti questi contributi, cui si aggiungono quelli delle collezioni private più prestigiose, è stato possibile ricostruire il periodo parigino di Modì, che arrivò nella capitale francese proprio nel 1906, esattamente un secolo fa. Ed è l’ambiente culturale ed artistico in cui Modigliani si mosse in quegli anni di instancabile ricerca espressiva ad essere al centro della mostra, dove molti saranno i ritratti di amici, artisti, compagne diventati ormai celebri e simboli di una stagione irripetibile, quella delle prime avanguardie del ’900.

Grazie all’articolato percorso cronologico, la rassegna mette in risalto gli elementi caratteristici della produzione parigina di Modì, puntando su disegni e oli per mettere a fuoco la poetica e il linguaggio dell’artista che via via si consolida fino a trovare la formale completezza dei dipinti.          
La produzione artistica di Modigliani si intreccia intensamente con la sua vita, le donne amate, le amicizie, i letterati, i poeti e i pittori frequentati.
Nato nel 1884 da famiglia ebrea, giovanissimo è già minato nella fragile salute da una pleurite e da un tifo con complicazioni polmonari. Frequenta lo studio di un allievo di Giovanni Fattori e nei viaggi compiuti tra il 1901 e 1903 studia i grandi maestri del ’300 e ’400 nei musei di Napoli, Roma, Firenze e Venezia. Si innamora dell’arte di Simone Martini, Duccio, Botticelli, Tino da Camaino, ma anche Roma lo incanta. Dopo un soggiorno veneziano, nel 1906 Modigliani arriva a Parigi e affitta uno studio a Montmartre.

Fondamentale è l’incontro nella capitale francese con l’opera di Toulouse Lautrec, con il cromatismo esasperato dei Fauves (come é evidente nel ritratto di Joseph Lévi) e, soprattutto, nel 1907 con la pittura di Cézanne in cui ritrova la solidità della composizione architettonica e la potenza del disegno. A riscontro di ciò, in mostra si potrà ammirare lo studio per il Suonatore di violoncello, del 1909. In quell’anno, infatti, Modigliani si stabilisce definitivamente a Montparnasse. Sono gli anni della scoperta della scultura negra e della forza espressiva e ritmica, quasi musicale, della linea. In quel periodo nasce l’amicizia con Brancusi (di cui è testimonianza il ritratto abbozzato sul verso della tela, che in seguito accoglierà lo studio per il Suonatore di violoncello) e inizia a scolpire in pietra teste che risentono anche delle suggestioni della plastica greca arcaica. In mostra, per la prima volta in Italia, ci sarà la Testa IV del 1911-12 proveniente da Toronto.

Nonostante Amedeo riconosca nella scultura la sua vera vocazione, le sue cagionevoli condizioni di salute e problemi finanziari lo portano dal 1914 a concentrarsi sulla pittura. Ed è proprio in quegli anni che incontra il mercante Paul Guillaume che diviene acquirente delle sue opere e comincia ad assestarsi la sua turbolenta vita sentimentale, grazie alla passione che nasce, nel 1916, con la giovane artista Jeanne Hébuterne.
Ma la salute di Modigliani è invece sempre più precaria e l’animo fragile soffre per la mancanza di un successo, che stenta ad arrivare, tanto che, nella prospettiva di un riconoscimento internazionale, nel 1918 lavora moltissimo e dipinge un centinaio di tele.
Amedeo Modigliani muore all’età di 36 anni il 24 gennaio 1920, e dopo due giorni, Jeanne Hébuterne si getta dalla finestra con in grembo il figlio di otto mesi. 

Tra le opere in rassegna al Vittoriano spiccano gli splendidi ritratti, come quelli di Monsieur Cheron (1915), del poeta polacco Leopold Zborowski (1916) di Paul Guillaume, di Monsieur Baranowski (1918), Monsieur Brabanter (1919) e il ritratto a matita di Jean Cocteau. Bellissime le figure femminili dalla vezzosa Lolotte, dai volumi netti e sintetici (1916), la lieve Bionda Renee, la Donna con vestito scozzese, Hanka Zborowska del 1917, dalla sintetica volumetria,  Teresa del 1915, in cui si fondono cubismo, sintetismo primitivista e la lezione di Cézanne, La bella spagnola del 1918, la splendida Lunia Czeschowska, olio su tela del 1919, dove un unico e continuo filamento ondoso delinea i contorni purissimi. Tenera la raffigurazione della donna della sua vita, Jeanne Hébuterne, ritratta seduta sul letto nel 1919.

Corrado Augias - che alla vita di Modigliani ha dedicato anni di studio e diverse pubblicazioni - è protagonista del filmato introduttivo, che apre l’esposizione.

24 febbraio - 20 giugno 2006
Complesso del Vittoriano
Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali) - Roma
Orario:
dal lunedì al giovedì 9.30 -19.30 - venerdì e sabato 9.30 - 23.30; domenica 9.30 - 20.30
Biglietto: intero euro 9,00 - ridotto 7,00
Informazioni: tel. 06/6780664


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