Il film, tratto dalle pagine dell’Ariosto, racconta le gesta di un giovane fabbro, interpretato da Orlando Bloom, alla guida del popolo di Gerusalemme durante le Crociate. Bloom - già apparso in Troy nel ruolo di Paride - in Kingdom of Heaven è Balian di Ibelin, un guerriero cristiano durante il XII° secolo, in piena epoca delle Crociate. L’Europa e l’Estremo Oriente tracciano le coordinate storico-geografiche della vicenda che mescola tutti gli ingredienti del kolossal epico: uno sconosciuto che si trova a vivere in una terra sconosciuta si mette al servizio di un re assediato e s’innamora della regina. Presto però, si accorgerà di essere chiamato ad una missione ben precisa: proteggere il popolo di Gerusalemme dall’attacco dei nemici e restaurare un regno di pace.
Il film non è ancora uscito ma in potenza ha già la capacità di sollevare polemiche legate alla delicata e annosa questione del rapporto fra mondo cristiano e mondo islamico. Già si profilano sostenitori come George Dermis, un gesuita professore di storia all’università Marymount di Los Angeles secondo il quale il film storicamente non fa una piega. "Non credo che i musulmani possano sentirsi offesi".
Di tutt’altro avviso un collega della University of California, Khaled el-FadI che punta il dito contro alcuni "stereotipi hollywoodiani sul mondo islamico". In una scena Saladino intima a Balian di consegnargli Gerusalemme e in risposta al suo rifiuto in sella al cavallo esclama: "Che nessuno sopravviva, in nome di Allah!".
Nel cast, anche Liam Neeson, Jeremy Irons, Brendan Gleeson, Edward Norton e la giovane Eva Green.
(Fonte: TG.com)