Schietto, genuino e fuori dal coro dell’insopportabile politicamente corretto del nostro tempo. E’ il solito Zucchero quello che presenta alla stampa il suo nuovo gioiello musicale- la versione Deluxe di D.O.C.- contenente tutte le canzoni del suo ultimo cd con l’aggiunta di 6 nuovi brani inediti tra i quali spicca il duetto speciale con Sting in September.
Uscito l’11 dicembre, il nuovo progetto discografico di Zucchero conferma il talento e la vocazione alla sana provocazione di un artista che dietro l’ironia dei suoi testi nasconde tematiche importanti e riflessioni mai banali.
Lavoro tutti i giorni e faccio bottega e vista l’età mi spendo per quello in cui credo e che mi piace dice Zucchero collegato in videoconferenza. Non mi piace mai fare le stesse cose, non m’interessa essere giovanile e tanto meno scrivere per essere radiofonicamente attuale. Mi devo sentire libero quando compongo e la mia carriera mi permette di invecchiare bene.
I miei modelli sono Johnny Cash, Tom Waits e James Taylor.
Ne ha un po’ per tutti il bluesman italiano a cominciare dai politici e dalla scarsa considerazione che gode la cultura oggi in Italia.
Vedo poco interesse, vanno bene i ritrovamenti dei mosaici a Pompei ma anche la musica, il cinema e il teatro devono essere rappresentati. Qualcuno ha detto che gli artisti servono a far divertire ma attenti che poi scatta l’operazione poca confidenza…minaccia bonariamente Zucchero.
In Succede, uno degli inediti, canta di bandiere rosse nel comò.
In effetti non mi sento più rappresentato nelle mie origini e le ideologie oggi sono annacquate. Tutto il mondo ci sta un po’ illudendo, anche con questa pandemia confessa il cantautore che ha venduto più di 60 milioni di dischi nel mondo. Anche il rock non se la passa molto bene. Le rivoluzioni musicali sono difficili di questi tempi, il rap, almeno quello della prima ora, lo ha sostituito ma spero che un giorno quel tipo di musica possa riconquistare la sua funzione primaria.
Distante dal mondo tecnologico per scelta (Sono un orso e sto ai social come una cravatta al maiale) il cantante emiliano racconta del suo duetto con Sting.
Non c’è mai niente di pianificato quando lavoro con lui Mi ha chiamato per chiedermi di scrivere un testo in italiano per una canzone che aveva appena composto. A me il brano è piaciuto molto sin dall’inizio e così abbiamo deciso di lavorare insieme a questo duetto. Il brano risente e parla del periodo sospeso che stavamo vivendo durante l’estate e racconta della speranza di tornare presto alla normalità. Ancora oggi speriamo che questo settembre arrivi presto.
Ecco poi un gustoso aneddoto sulle loro differenze comportamentali.
Ha voluto girare il video di September (girato da Gaetano Morbioli) facendomi svegliare alle 6,30. Lui è abituato sin da piccolo a svegliarsi presto la mattina perché aiutava il padre lattaio nelle consegne, io invece mi sveglio alle 13 e la mia faccia da rincoglionito parla chiaro nelle riprese. Lui invece prima di girare è andato a farsi un bagno in una piscina all’aperto per tonificarsi…
Tra i brani nuovi quello a cui è più affezionato è Wichita Lineman, cover del brano di Jimmy Webb.
Lo amo da quando ho iniziato a suonare con la band nei baleroni e mi piace la storia raccontata dal filo di un telefono. Io l’ho cantata in una tonalità più bassa e con un’aria minimalista. E’ un pezzo che appartiene al mio bagaglio musicale.
E a proposito di cover (nel cd c’è anche Non illudermi così, rivisitazione di Don’t Make Promises riscritto per l’occasione con un testo italiano) Zucchero dichiara.
Hanno senso se servono a far conoscere vecchi brani poco conosciuti. Io non toccherò mai Imagine di John Lennon, le copie non m’interessano e per farle devo trovare un arrangiamento e una tonalità che esulino dall’originale.
Un altro degli inediti è invece la bellisiima Don’t cry Angelina sulla quale Zucchero si sofferma.
La parte musicale l’avevo scritta nell’89 ai tempi di Oro, Incenso e birra e lo scorso luglio ho finalmente completato il testo. E’ una grande storia d’amore basata su un fatto vero di una staffetta partigiana che ho scoperto nel libro Angela.
Sul futuro della musica Zucchero ha le idee chiare.
I ricavi dallo streaming? Non m’interessano e non ne so nulla. Capisco che oggi se non sei social fai fatica e il mio modo di vedere la vita e il mio mestiere non è un investimento sul mio futuro ma io devo essere me stesso e vista l’età posso farne a meno. Spero che questa bolla tecnologica scoppi presto e si torni a fare i dischi come una volta
E i concerti virtuali che qualcuno vorrebbe sdoganare?
Come si dice: piuttosto che niente piuttosto…Siamo seri, io ho una voglia di suonare che non controllo più, i live sono uno scambio inesauribile di energia e vitalità che niente potrà mai sostituire. Il ritmo e il rituale di un concerto non si trovano nella rete.
Dopo aver ricordato Paolo Rossi (Un uomo dolce e semplice che quando giocava a pallone con me, senza fuorigioco, mi faceva gli assist e mi diceva vai tigre e io puntualmente sbagliavo il goal) Zucchero chiude cercando di ritrovare ottimismo.
A gennaio ci hanno assicurato che ci diranno se potremo ripartire coi concerti programmati all’Arena di Verona (14 date a partire dal 23 aprile) e io sono disposto a farlo anche a capienza ridotta, con mascherine e distanziati. Io suono lo stesso, è la mia vita e voglio dare un segnale di rinascita a tutti i costi.
Suonala ancora Sugar.