Cosa succede se un timido e ordinario professore di psicologia che vive con i suoi gatti (si chiamano Es e Io…) e lavora sotto copertura per il dipartimento di polizia di New Orleans si intenerisce di fronte ad una donna che gli chiede di uccidere il marito violento?
Appena promosso killer su commissione, Gary Johnson (Glen Powell, qui anche sceneggiatore e co-produttore) deve estorcere i propositi omicidi dei suoi committenti che vengono colti sul fatto dalle registrazioni delle conversazioni.
Dalla lavagna delle sue lezioni (come Nietzsche insegna a vivere pericolosamente) alle pistole e ai camaleontici travestimenti per favorire la confessione dei potenziali assassini. Fino a che di fronte a quell’uomo in trasformazione (fuori e dentro) si presenta Madison (Adria Arjona), un esplosivo mix di sensualità e disperazione (ma sarà davvero così?) che accende la miccia di una relazione destinata a stravolgere ruoli e certezze nel nome di nuove identità da vivere fino in fondo.
E sì perchè Hit man di Richard Linklater, che ha fatto impazzire l’ultima Mostra del cinema di Venezia (dove è passato fuori concorso) è un film sulle maschere che indossiamo e sull’arte del cambiamento. Fisico ed esistenziale.
Uno, nessuno e centomila, Gary Johnson (è esistito veramente, il film è tratto da un articolo di Skip Hollandsworth pubblicato sulla rivista Texas Monthly, le stesse fonti dell’inquietante e beffardo Bernie, perla nera del regista) incarna la possibilità di diventare un altro, agli occhi del mondo e di fronte allo specchio.
Esilarante e sensuale (la coppia Powell-Arjona è esplosiva), intelligente (si indaga sulla natura dell’essere umano) e romantico, Hit man è un vero e proprio melting pot di generi (screwball commedies classica, noir, thriller) che mette in scena, tra manipolazioni e battute (La galanteria è morta ma non l’ho uccisa io... dice il killer elegante che si compiace di fronte a Madison), ex incinte di ritorno e cause di divorzio, assicurazioni sulla vita e personalità multiple. Fino ad arrivare alla fine di questa storia quasi vera (così recita la didascalia iniziale) dove tutto è cambiato e lo spettatore si accorge di aver fatto il tifo per questa strana coppia di impostori innamorati.
Con la figura del sicario cinematografico gelido e spietato letteralmente smontata da Linklater, come si vede nel magnifico montaggio di scene celebri alle quali non corrisponde la realtà costruita del suo personaggio. Da vedere.
In sala dal 27 giugno distribuito da Bim
Segnala
a un amico
