Passione, creatività, valori sociali e approfondimento culturale. Ci voleva un artista come Renato Zero per dare un saggio concreto di quella che potrebbe e dovrebbe essere la “Buona scuola” al di là di steccati ideologici e proclami spesso poco realistici. Ed ecco che una mattinata d’incontro con le nuove generazioni, si trasforma
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Passione, creatività, valori sociali e approfondimento culturale. Ci voleva un artista come Renato Zero per dare un saggio concreto di quella che potrebbe e dovrebbe essere la Buona scuola al di là di steccati ideologici e proclami spesso poco realistici. Ed ecco che una mattinata d’incontro con le nuove generazioni, si trasforma- per il cantante e per tutti i presenti- in una vera e propria esperienza di vita nella quale la trasmissione del sapere e lo scambio emozionale sono le fondamenta sulle quali costruire. L’occasione era la premiazione del concorso Zero in letteratura, ideato dall’Associazione Cuturale Fonopoli e rivolto alle scuole con la partecipazione ed il coinvolgimento di tutti gli studenti iscritti al bando.
Così per un giorno La Pelanda al Macro- il Museo d’Arte contemporanea che ospita la bellissima mostra sul cantante romano in scena fino al 22 marzo e alla quale hanno preso parte già 50.000 visitatori- si è trasformata in un allegro happening culturale che ha visto Zero complimentarsi personalmente con tutti gli studenti iscritti al bando accompagnati dai propri professori e dai dirigenti scolastici. Con le canzoni di Renato, la loro poesia e il loro valore letterario, capaci di ergersi a modello linguistico per gruppi di scolaresche.
Sviscerando tematiche fondamentali come l’essere e il nulla, il doppio e il potere omologante del sistema, la perdita dei valori e il degrado, il mondo giovanile, l’identità sessuale e il senso della spiritualità, Renato Zero ha fatto spesso da apripista assurgendo a elemento di unione trasversale tra generazioni e fungendo da stimolo contro l’omologazione imperante. Perché avere una coscienza è un diritto ma anche un dovere civile. Promuovere e valorizzare i contenuti, le strutture e il valore sociale dei testi di Zero e porre all’attenzione dei giovani il valore formativo delle canzoni, suggerendo modelli e percorsi creativi. Questo il fine del concorso (la commissione del bando era composta da Vincenzo Incenzo, Malcom Pagani e Marco Travaglio) che si è sviluppato in due sezioni (analisi e commento di un testo a scelta tra quelli proposti ed elaborazione visiva tramite disegno o elaborazione al computer).
Tra le 29 scuole iscritte e i 183 studenti in gara hanno ottenuto i preziosi riconoscimenti: Valentina Rio del Liceo Gaetano De Sanctis (Vincitrice assoluta col tema “La favola mia- Le nostre maschere, essere e apparire”, per lei e al scuola un doppio assegno di 1000 euro); Dalida Brugaletta dell’Istituto Tecnico Industriale statale Guglielmo Marconi, Beatrice De Dominicis dell’istituto d’istruzione superiore Gaetano De Sanctis e Giada Kuseibi del Liceo scientifico Francesco D’Assisi (tutte premiate nella sezione analisi e commento); Mihail Bucataro del Liceo artistico Caravaggio (tema su “Qualcuno mi renda l’anima- I rischi della condizione infantile”), Francesco Lautone del Caravaggio (tema “Dal mare- Migranti e politiche d’accoglienza”) e Lorenzo Marini del Liceo artistico Guglielmotti (tema “Dal mare”) per gli elaborati grafici.
Una menzione speciale è andata al Liceo Scientifico statale Sandro Pertini di Ladispoli e al Liceo classico e scientifico statale Socrate di Roma. “Essere qui oggi mi riempie di orgoglio e soddisfazione” ha detto Renato Zero “io con la scuola ho avuto un rapporto burrascoso, creavo scompiglio con la mia originalità e sono fuggito a gambe levate ma oggi vorrei tornare sui banchi. L’apparenza è sempre nemica della verità e ai miei tempi il messaggio che mi hanno mandato era che non ero adatto ad un diploma o ad una laurea. Ma io ho ottenuto quella in marciapiedologia a pieni voti- scherza il cantante- e oggi vi offro i miei 45 anni di militanza musicale in un abbraccio generoso”. “Coi vostri elaborati mi avete commosso” ha detto rivolgendosi agli studenti “e vi raccomando di essere sempre voi stessi e di credere in quello che fate. Non servitevi di filtri e passini ma usate sempre la vostra testa e usate la passione come propellente. Sguardo vivo e mente accesa: ecco cosa occorre per diventare cittadini responsabili. Mi auguro che questo rapporto intimo con voi sia solo il primo passo di un lungo cammino che faremo insieme”.
Tornando alla scuola di oggi, qualcuno gli ricorda che il Ministro Franceschini ha proposto di studiare i testi musicali in classe. “Sarebbe meraviglioso” confessa Zero “la nostra storia è intrisa di spartiti musicali che fanno riflettere. Quello della musica è un patrimonio letterario a tutti gli effetti che deve essere portato alla conoscenza dei giovani”. “Questa è stata una giornata che mi ha regalato tanto” confessa il cantante “mi sforzo di essere cool a 64 anni ma il divario generazionale con questi ragazzi è stato abbattuto con l’omogeneità di pensiero e delle passioni. Sono ancora uno che si mette in gioco e fa della propria vita una bandiera”.
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