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martedì 14 luglio 2020
di Claudio Fontanini
IL QUIRINO FESTEGGIA I 150 ANNI
La nuova stagione al via dal 22 dicembre sfidando il virus
Dopo mesi di solitudine, buio, silenzio inquietante e desolazione da lockdown tornano ad accendersi le luci della ribalta del Teatro Quirino. L’occasione, quasi una nostalgica rimpatriata tra attori, registi ed addetti ai lavori, è la presentazione del nuovo cartellone della stagione che festeggia i 150 anni del grande teatro romano
Un palcoscenico dove si sono esibiti Petrolini e Scarpetta, Gassman e Carmelo Bene, Salvo Randone ed Eduardo De Filippo e che da secondo teatro privato d’Italia per la prosa per numero di abbonati (il primo è il Diana di Napoli) continua ad offrire al suo pubblico spettacoli di alta qualità. Contro i protocolli di difficile comprensione e sganciati dalla realtà teatrale e con la paura indotta in una larga fetta di pubblico da riconquistare ecco quindi un vero e proprio atto di coraggio che cerca di convogliare all’Arte e alla bellezza. 

Il teatro è libertà e a nostro avviso, proprio per questo, o si fa o non si fa dicono il Direttore, Geppy Gleijeses e il consulente artistico Guglielmo Ferro. Riprendere significa esistere e invece che dai primi di ottobre, come ogni anno, questa volta apriremo il sipario dal 22 dicembre, con la passione che ci ha sempre contraddistinto. C’è la necessità di ritrovarcivoi in platea, noi in palcoscenico, con le stesse emozioni, ancora una volta. Insieme. Perché la nostra arte è l’unica tra tutte le arti che ci concede la possibilità di questa “comunione” totale tra pubblico e attori, che insieme celebrano un rito che trasporta in altri mondi, in altre epoche, un sogno collettivo.


Abbiamo voluto essere i primi a presentare la stagione, perché il Quirino per la sua storia ha anche il dovere di essere da sprone a tanti altri teatri, che speriamo da qui a poco riaccolgano il proprio pubblico. Lo facciamo con l’ottimismo della volontà e della ragione, partendo dal 22 dicembre, quando, ci auguriamo, le rianimazioni saranno inoperose e tutti gli “attualmente positivi” saranno “finalmente negativi”, quando corvi e cassandre avranno finito di litigare tra loro e la necessità di riabbracciarci avrà vinto la paura. Abbiamo sofferto, ci siamo fermati, siamo stati bravi e disciplinati e tra cinque mesi finalmente ci ritroveremo, senza compromessi, in sicurezza e serenità, con il Grande Teatro. In cartellone grandi attori e registi, autori classici e contemporanei del panorama internazionale

Si comincia con un titolo di buon auspicio: Il malato immaginario interpretato da Emilio Solfrizzi con l’adattamento e la regia di Guglielo Ferro (dal 22 dicembre al 10 gennaio). A seguire ecco Mariangela D’Abbraccio e Daniele Pecci in Un tram che si chiama desiderio (recupero della stagione 2019/20 dal 12 al 17 gennaio), Uno, nessuno e centomila con Pippo Pattavina e Marianella Bargilli (19/31 gennaio), il Tartufo di Molière con Giuseppe Cederna, Vanessa Gravina e Roberto Valerio (2/7 febbraio), L’aria del continente con Enrico Guarnieri (9/14 febbraio), Manuela Mandracchia e Giovanni Crippa in La pazza di Chaillot di Jean Giraudoux (16/21 febbraio), Troiane con Elisabetta Pozzi (23/28 febbraio), Servo di scena col trio Gleijeses, Micheli, Lucia Poli (2/14 marzo), la commedia di Ray Cooney, Se devi dire una bugia dilla grossa nella nuova messa in scena di Luigi Russo con Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti e Paola Quattrini (16/28 marzo), Processo a Gesù di Diego Fabbri con Paolo Bonacelli e Marilù Prati (dal 30 marzo al 4 aprile), Nel tempio degli Dei con Marco Paolini (6/11 aprile), La classe di Vincenzo Manna (recupero della scorsa stagione dal 13 al 18 aprile), Alessandro Haber e Alvia Reale in Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller (20 aprile/2 maggio), Leo Gullotta in Bartleby lo scrivano (altro recupero dal 4 al 9 maggio), Gabriele Lavia e Federica De Martino ne Le leggi della gravità dal romanzo di Jean Teulé e, infine, Musicanti (25/30 maggio) commedia con le musiche di Pino Daniele e con la partecipazione straordinaria e la regia di Maurizio Casagrande

In più un volume, una mostra e una festa per celebrare il centocinquantenario del teatro e il progetto Quirino emotivo per incoraggiare e promuovere l’accettazione e l’inclusione delle persone con disabilità intellettiva per offrire loro esperienze formative e lavorative in un contesto vitale e stimolante.   


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